Il caso Zalone, caro Checco perché fare satira ed ironia sempre e solo sui gay?
Spiace sentirlo dire, come spiace continuare a sentir dire e a leggere dichiarazioni di persone, famose e non, che continuano a fare battute sul mondo omosessuale

“Purtroppo non si può dire più nulla. Se riproponessi certe imitazioni di dieci anni fa, tipo quella di Giuliano dei Negramaro, mi arresterebbero. Oggi non potrei scherzare come facevo, che so, su Tiziano Ferro, o sugli uominisessuali”. Parole di Checco Zalone che a pochi giorni dall’uscita del suo nuovo film (il primo gennaio per Medusa), Tolo Tolo, in cui debutta anche come regista, torna a far parlare di sé più che mai. Prima la polemica sulla canzone “Immigrato” - in cui lui che ne è il protagonista viene perseguitato per tutto il giorno da un immigrato fino a trovarlo, la sera, persino nel letto intento a flirtare con sua moglie. La canzone e tutto lo sketch sono stati definiti "terribile spazzatura maschilista e razzista".
Le associazioni (Baobab in primis) l’hanno vista come un’operazione di marketing ed Heather Parisi, ad esempio, ha scritto su Twitter che l’immigrato di Zalone “è un concentrato di luoghi comuni che non ha nulla di ironico”, parlando addirittura di razzismo. Non è mancata la risposta di lui dalle pagine del Corriere che ha chiamato la showgirl “Hater” Parisi, togliendo volutamente la vocale ‘e’ dal suo nome, aggiungendo “non era il caso”.
Nel week end pre-natalizio, poi, proprio nei giorni in cui lo chef Gianfranco Vissani ha definito in un’altra intervista i gay “bravi e puliti” (la perdita della seconda stella Michelin può fare brutti scherzi), il comico e regista pugliese ha commentato, sempre su quelle pagine, l’attuale situazione della satira nel nostro Paese facendo un’attenta osservazione su un passato a noi non troppo lontano.
Zalone ha ricordato un aneddoto sui gay e sul cantante Povia. “A Sanremo volevo prenderlo in giro, perché aveva fatto una canzone agghiacciante, “Luca era gay e adesso sta con lei”, come se l’omosessualità fosse una malattia da curare. L’idea era di salire sul palco dell’Ariston con una medicina in mano, il Frociadil 600, ovviamente una supposta. Gli autori mi fecero capire che non era il caso”. E meno male, ci vien da pensare che non lo ha fatto. Perché comunque, Zalone è un uomo intelligente, ma non tutte le persone sono così intelligenti da capire che quella è una satira.
Poi, però, continuiamo a leggere quell’intervista e ci ricrediamo su alcune cose, soprattutto quando parla di adozioni gay. “È giusto – ha dichiarato Zalone - che ci siano le unioni civili mentre non ammetto l’idea che una coppia omosessuale possa adottare un bambino”. Spiace sentirlo dire, come spiace continuare a sentir dire e a leggere dichiarazioni di persone, famose e non, che continuano a fare battute sul mondo omosessuale.
Perché fare satira ed ironia sempre e solo sui gay? Perché non spaziare e far divertire il pubblico su qualcosa di diverso? Gli argomenti non mancano come i personaggi su cui poter ironizzare, ma sembra quasi che gli omosessuali siano da sempre il bersaglio preferito nel nostro Paese, dal comico barese in primis.
Del resto, qualche anno fa, proprio con una canzone e un film dedicato ai gay riuscì a sbancare il botteghino e le classifiche di vendita. Adesso, se ne esce con questa presa di posizione sulle adozioni. Che esperienza ne ha uno come lui e, soprattutto, perché dire una frase del genere? Un artista come Zalone arriva a un pubblico vastissimo e potrebbe far aprire le menti di molte persone con prese di posizione decisamente diverse. Dietro ogni battuta o prese di posizioni simili, c’è sempre una o più persona omosessuale che ne viene ferita. Questo lui, forse, non lo sa, ma glielo ricordiamo noi.