“Luca My Way”: viva l’apertura nei confronti di ogni tipo di diversità
Il film Disney/Pixar e le piacevoli analogie con il film di Guadagnino
Basta guardare “Luca” - il primo film Pixar uscito su Disney+, diretto dall’esordiente Enrico Casarosa (che ha già annunciato che ci sarà un sequel) - per rendersi conto delle tante similitudini che ci sono con “Chiamami col tuo nome” (“Call me by your name” è il titolo originale), il film di Luca Guadagnino. Ed è subito “Luca My Way”, come abbiamo scritto nel titolo.
Analogie e confronti
Entrambi i film sono ambientati in Italia, anche se in località diverse, e in entrambi i due protagonisti hanno un rapporto speciale che va ben oltre l’amicizia. Quello che c’è tra Elio (Timothée Chalamet) e Oliver (Armie Hammer) è noto a tutti, soprattutto a chi ha letto l’omonimo libro scritto da Anré Aciman da cui è stato tratto il film. Quello che c’è, invece, tra Luca Paguro, giovane mostro marino in grado di assumere sembianze umane, e Alberto Scorfano, suo coetaneo conosciuto sulla Terra, è meno chiaro, ma non per questo non meno importante.
Il regista Casarosa: “Il nostro focus era l’amicizia ma ad ogni modo è un tipo d’amore”
Casarosa ha ha affrontato più volte in passato il tema specifico, negando ogni possibile trama amorosa tra i due ragazzi, spiegando che nello scrivere il lungometraggio animato si è affidato solo ad esperienze personali vissute in prima persona con un suo coetaneo in Liguria, durante le vacanze estive. Successivamente, è tornato sull’argomento, rivelando di aver preso in considerazione l’idea di rendere Luca e Alberto esplicitamente queer.
“Ne abbiamo parlato – ha spiegato il regista - ma credo che il motivo per cui poi abbiamo smesso di parlarne è perché siamo rimasti un po’ sorpresi del fatto che in molti si sono focalizzati sul lato romantico, quando il nostro focus era l’amicizia, e quindi un periodo pre-romanticismo”. “Ma è ad ogni modo un tipo di amore, no? Vediamo tanti abbracci e molto contatto fisico, e la mia esperienza in quanto uomo etero di certo non è stata così. Le cose di cui abbiamo effettivamente parlato riguardano la metafora che qui è rappresentata dall’essere un mostro marino, cioè essere diverso. Alcune persone sembrano infastidite dal fatto che non stia negando o confermando nulla, ma trovo che questo sia un film che rappresenti l’apertura nei confronti di ogni tipo di diversità, perché ci sono tanti modi in cui dei ragazzini possono sentirsi outsider, è così varia come esperienza. La mia versione è stata quella di due ragazzini un po’ strambi, due perdenti”.
La comunità LGBTQI+ e il film
Il regista ha poi apprezzato come la comunità LGBTQI+ internazionale abbia abbracciato Luca, vedendo nell’amicizia tra Luca e Alberto chissà quale amore mai esplicitato. “Trovo meraviglioso e ancor più formidabile il fatto che la comunità LGBTQI+ che si è sempre sentita come un outsider, e che ha avuto delle esperienze simili, ma in modo molto più acuito rispetto a quanto accaduto al sottoscritto, l’abbia vista così. Mi sono sentito davvero onorato e non mi piace dare una risposta secca, ‘sì o no’. Posso dire che non è così che l’ho scritto. Non è stata la mia esperienza, ma amo il fatto che quella metafora venga letta in modi così differenti”.
Sorprese e curiosità
Dopo la release di Luca, Jake Dylan Grazer, che in lingua inglese doppia Alberto, si è dichiarato bisessuale. Incassati 50 milioni di dollari nei Paesi in cui è uscito al cinema, “Luca” è stato nominato a un Golden Globe, a un Satellite Award e a 8 Annie Award, aspettando la più che papabile nomination agli Oscar dove dovrà battere molto probabilmente il lanciatissimo Flee di Jonas Poher Rasmussen, documentario animato che racconta la storia di un rifugiato gay afghano.