Svolta per la cura del cancro alla prostata, con la radioterapia stereotassica corporea guarigioni nel 98% dei casi

La radioterapia stereotassica corporea (SBRT) tratta il cancro alla prostata con un tasso di guarigione superiore al 98 per cento, una percentuale di successo superiore rispetto agli approcci più tradizionali. E’ quanto ha permesso di stabilire uno studio della durata di cinque anni condotto da un team di ricercatori della UT Southwestern Medical Center Harold C. Simmons Comprehensive Cancer Center. “La radioterapia stereotassica corporea - ha evidenziato il dottor Raquibul Hannan, docente di radioterapia oncologica e principale autore dello studio - è un’innovativa tecnica non invasiva che permette di erogare con grande precisione una cospicua dose di radiazioni su un volume tumorale, provocandone la necrosi, cioè la morte dal punto di vista cellulare attraverso l’alto gradiente di dose che si crea fra il volume bersaglio e i tessuti sani. L’alto tasso di guarigione è sorprendente rispetto ai tassi di guarigione a cinque anni riportati da altri approcci come la chirurgia o radioterapia convenzionale che vanno dall’80 al 90 per cento, mentre gli effetti collaterali di questo trattamento sono paragonabili a quelli di altri tipi di trattamento. Ora abbiamo una forma più potente ed efficace di trattamento completamente non invasivo per il cancro alla prostata, che viene completato in cinque trattamenti”.
E' un trattamento più conveniente e ha una maggiore potenza
Diversamente dall’attuale trattamento, che prevede 44 dosi di radiazioni in nove settimane, la terapia SBRT permette la consegna di radiazioni altamente concentrate in soli cinque trattamenti, permettendo ai pazienti di tornare alla loro vita normale più rapidamente. SBRT, ha voluto sottolineare l’autore senior dello studio, il dottor Robert Timmerman, direttore dell’Annette Simmons Stereotactic Treatment Center at UT Southwestern e professore e vice presidente del Dipartimento di radioterapia Oncologica, “è più conveniente e ha una maggiore potenza”.
Tempi di trattamento più brevi
Lo studio, che ha coinvolto 91 malati di cancro alla prostata con diagnosi di stadio I o II (bassa e media attività di rischio), dopo cinque anni ha visto 90 del pazienti raggiungere la completa guarigione: un solo paziente ha manifestato una recidiva del tumore. Oltre a tempi di trattamento più brevi, i ricercatori hanno scoperto che gli effetti collaterali non erano diversi rispetto ad altre forme di trattamento del cancro alla prostata. “Nel breve termine - ha spiegato il professor Hannan - gli effetti collaterali possono includere problemi urinari e l’irritazione rettale, che sono spesso sintomi temporanei che scompaiono entro quattro settimane. Diminuzione della funzione erettile è stata osservata nel 25 per cento dei pazienti, un dato inferiore rispetto alle radiazioni convenzionali o interventi chirurgici”.
Presto test su pazienti con diagnosi di cancro di fase III
Per ridurre gli effetti collaterali associati con SBRT, attuali studi clinici alla UTSW utilizza un gel rettale distanziale unico e biodegradabile per proteggere il retto. UTSW è attualmente l’unico sito accreditato in Texas in cui questo gel distanziatore può essere utilizzato. La sperimentazione dei ricercatori dell’UTSW non si fermerà a questi importanti risultati ma, già nei prossimi mesi verrà estesa anche ai pazienti a più alto rischio, con diagnosi di cancro alla prostata di fase III. “La nostra speranza - ha commentato Hannan - è che l’alta potenza di questa forma di trattamento migliorerà in modo significativo il trattamento di questi pazienti”.