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Via libera ai tamponi rapidi per la scuola. No ai test salivari. Ecco la nuova circolare del Ministero della Salute

Il Comitato tecnico-scientifico ha dato un via libera di massima alla bozza di circolare del ministero. Ecco cosa sono e quanto sono affidabili i test antigenici

Paolo Salvatore Orrùdi Paolo Salvatore Orrù   

Un test antigenico rapido per la diagnosi di infezione da SARS-CoV. L’analisi potrebbe rappresentare, finalmente, la quadratura del cerchio per frenare il contagio nelle scuole, nei porti e negli aeroporti, superando il principale problema del tampone molecolare, quello tradizionale, ossia i tempi lunghi per avere l'esito, mediamente 24-48 ore se il sistema non è sotto stress. I tamponi "rapidi", più precisamente test antigenici, apparentemente simili a quelli standard ma con un diverso target di analisi. Il sistema di rilevamento dà risultati in pochi minuti, e dopo mesi di utilizzo sperimentale negli aeroporti il responso è che l'affidabilità è accettabile, e se è ancora leggermente meno accurata dei tamponi standard (qualche punto percentuale in meno rispetto al 90-95% del tampone) questo si compensa decisamente con i tempi velocissimi per avere il responso.

Risultati incoraggianti

Lo ha detto chiaramente il ministro Speranza in più occasioni e anche nel corso dell'audizione in commissione Sanità del Senato sul Recovery Fund: con l'ordinanza del 13 agosto per primi in Europa l'Italia ha dato via libera ai test antigenici utilizzati agli aeroporti. Ora, dopo settimane, i risultati sono incoraggianti ed è il momento di usarli per lo screening anche in altri contesti, naturalmente a partire dalle scuole. Il Comitato tecnico-scientifico ha dato un via libera di massima alla bozza di circolare del ministero che consentirà di fare massicce campagne di screening nelle scuole dove si sono verificati casi, per avere un quadro il più attendibile possibile della situazione epidemiologica nel giro di mezz'ora.

Test rapidi

Come già sta avvenendo nel Lazio, regione che per prima, con il Veneto, ha puntato sui test rapidi forte dell'analisi e della validazione dell'ospedale Spallanzani, e che ha avviato la scorsa settimana una campagna di tamponi antigenici nelle scuole. Il motivo della possibile svolta è chiaro: c'è una differenza notevole tra fare un tampone tradizionale a un caso sospetto e attendere poi due o tre giorni (ma i medici di famiglia di Roma, ad esempio, hanno denunciato che con i primi segnali di stress del sistema il periodo di attesa si è dilatato anche fino a 4 o 5 giorni) e un test che in un quarto d'ora dà il risultato. Specie con l'inverno (e i suoi malanni stagionali) alle porte.

Tamponi rinofaringei

Ma cosa sono i tamponi rapidi? Si tratta sempre di tamponi rinofaringei, ma a differenza di quelli molecolari (“L’analisi può essere effettuata solo in laboratori altamente specializzati, individuati dalle autorità sanitarie, e richiede in media dalle due alle sei ore dal momento in cui il campione viene avviato alla processazione in laboratorio”), ritenuti ancora dall'Oms il 'Golden standard' della diagnosi Covid, non cercano il materiale genetico del virus, con un'operazione di amplificazione in laboratorio dei frammenti di Rna. Perchè è tuttora il metodo più sicuro, ma come detto decisamente lento. Si tratta invece di test antigenici: non cercano il virus a livello molecolare ma solo una parte, la proteina virale (o antigene), utilizzando una striscia dove sono presenti anticorpi.

L'esca del virus

Inserendo il campione estratto dal tampone, in caso di positività si crea una reazione: gli anticorpi, usati come una sorta di esca del virus, si attivano e la striscia cambia colore. Proprio come un test di gravidanza. Non servono complesse e costose sostanze chimiche, né macchinari specializzati. Anche se, secondo, la direzione generale della prevenzione sanitaria, “le modalità di raccolta del campione sono del tutto analoghe a quelle dei test molecolari (tampone naso-faringeo), i tempi di risposta sono molto brevi (circa 15 minuti), ma la sensibilità e specificità di questo test – a seguito di una validazione effettuata su campioni conservati a -80°C – sembrano essere inferiori a quelle del test molecolare”.    

Per ora vengono utilizzati prevalentemente come primo screening, ossia se danno un responso positivo si tende a chiedere la conferma con il tampone "classico" (e così sarà anche nelle scuole, come già avviene negli aeroporti), ma la ricerca fa passi da gigante ed è possibile che presto la comunità scientifica ne riconosca un'affidabilità quantomeno molto vicina a quella dei test molecolari. Dunque, l’utilizzo di tale tipologia di test in ambito scolastico, anche considerando i possibili limiti nelle caratteristiche del test, potrebbe accelerare la diagnosi di casi sospetti di COVID-19. 

Gli episodi febbrili

“Infatti, è del tutto lecito assumere che la frequenza di episodi febbrili nella popolazione scolastica nel periodo autunnale e invernale sia particolarmente elevata, e che sia necessario ricorrere spesso alla pratica del tampone per escludere in tempi rapidi la possibilità che si tratti di COVID-19, nonché per individuare prontamente i casi, isolarli e rintracciarne i contatti, facilitando la decisione di applicare o meno misure quarantenarie in tempi brevi e con un risparmio notevole di risorse, evitando un eccessivo sovraccarico dei laboratori di riferimento”, ha scritto in una circolare (“Uso dei test antigenici rapidi per la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2, con particolare riguardo al contesto scolastico”) inviata a tutti gli enti interessati da Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione presso il Ministero della Salute e dirigente di ricerca dell'Istituto Superiore di Sanità ed epidemiologo.

Situazioni limite?

E se si dovessero verificare situazioni limite? “In caso di sospetto diagnostico ovvero in caso di esposizione al rischio del personale scolastico o degli alunni, ove sussistano i presupposti sopra indicati, si può, pertanto, ricorrere anche al test antigenico rapido” si legge nel documento elaborato da Rezza.

Subito all'opera

Nel frattempo arriva anche il via libera, da parte del Commissario Straordinario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri, alla Richiesta pubblica di offerta per la fornitura di 5 milioni di test rapidi destinati “alla rilevazione qualitativa di antigeni specifici di SARS-CoV-2 presenti su tampone nasofaringeo o campione salivare”. La procedura, avviata su richiesta del Ministro della Salute e condivisa nei contenuti dal Comitato Tecnico Scientifico, è stata pubblicata sui siti istituzionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 - e del Ministero della Salute. Le offerte dovranno essere presentate entro le ore 18.30 di giovedì 8 ottobre 2020. Insomma, si parte. 

Paolo Salvatore Orrùdi Paolo Salvatore Orrù   
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