Furbetti del cashback, 148 scontrini per 50 euro di spesa: scattano i controlli del Fisco
C’è chi cerca di scalare la classifica del Super cashback frazionando le transazioni per gli acquisti. Ma è legale? Protestano i benzinai: eccessivo costo commissionale generato per via del numero di transazioni effettuate

L’Italia è patria di santi, poeti e navigatori ma anche di furbetti di vario genere e fatta la legge, trovato l'inganno. Lo si può constatare anche in questo periodo di cashback e lotteria degli scontrini vari. Pare che gli episodi di utilizzo sospetto delle carte e dei bancomat abbia perfino indotto il Fisco a iniziare dei controlli. Ma si cosa stiamo parlando in sostanza?
Stando a quanto riportano i media (vedi p.e. Money.it, Gazzettino e Gazzetta di Parma), i cosiddetti furbetti cercano di scalare la classifica del Super cashback frazionando le transazioni per gli acquisti. Il metodo è quello di dividere la spesa in tante piccole parti, utilizzando il pagamento elettronico più volte. Basti pensare a uno dei casi indicati fra i più ricorrenti: invece di fare il pieno di carburante in un solo colpo, lo si fa in tanti piccoli interventi ravvicinati utilizzando ogni volta la carta o il bancomat nella colonnina automatica, magari durante le ore di chiusura degli impianti.
I casi emblematici
Il Gazzettino, quotidiano veneto, riporta a questo proposito un caso emblematico. In un distributore di benzina lungo la Pontebbana a Nervesa, nel Trevigiano, il titolare avrebbe ravvisato una situazione incredibile: in un’ora circa il registratore di cassa avrebbe emesso 148 scontrini per arrivare a un totale di 50 euro di spesa, attraverso transazioni da 20, 30, 70 centesimi, chiaramente per accumulare quante più operazioni possibili. Ovviamente tutto legato al cashback.
Un caso analogo è riportato dalla Gazzetta di Parma, che parla a sua volta di un furbetto estremo del bonus cashback che, a Fidenza, avrebbe eseguito ben 60 transazioni per un rifornimento di carburante da 60 euro (1 euro a transazione).
Da qui la decisione dell’autorità fiscale del nostro Paese di intervenire e avviare dei controlli.
Ma cosa prevede la normativa e quali conseguenze ci potrebbero essere per i furbetti in questione? La normativa di riferimento è quella del decreto attuativo del bonus cashback. Questo decreto del ministro dell’economia e delle finanze del 24 novembre 2020 sancisce le regole di partecipazione al nuovo meccanismo contenuto nel Piano Italia Cashless, finalizzato ufficialmente a combattere in primo luogo l'evasione fiscale.
Il meccanismo del Piano Cashless
Ormai il funzionamento generale è noto: evitando il contante e pagando con carta di credito o bancomat registrati sulla App IO si può avere il rimborso del 10% qualora si raggiungano in sei mesi le 50 operazioni. Va precisato che si può ambire a un rimborso massimo di 150 euro (300 euro in un anno) e il massimale per ogni acquisto è sempre di 150 euro. In pratica se in un pagamento spendo, per dire, 500 euro, il rimborso avverrà sul massimale di 150 e sarà quindi di 15 euro. Non valgono gli acquisti fatti in ragione della propria professione.

Il Super cashback
Poi c’è il Super cashback, e proprio a questo proposito talune persone frazionerebbero gli acquisti in operazioni perfino di pochi centesimi per scalarne la classifica. E’ previsto infatti un premio di 1500 euro per i primi 100mila cittadini che alla fine vanteranno il maggior numero di transazioni elettroniche. E proprio in questa direzione si dovrebbero concentrare gli approfondimenti del Fisco.
Si rischia per comportamento illecito?
Ora, come fa notare Money.it, può accadere che un consumatore faccia dei pagamenti ravvicinati presso lo stesso esercente, basti pensare a chi dimentica magari di acquistare una determinata cosa dopo aver pagato e torna per prenderla. Tuttavia l’applicazione IO – a quanto sembra – non dovrebbe conteggiare nel Portafoglio gli acquisti effettuati in successione presso lo stesso punto vendita. Dovrebbe in sostanza tener conto solo di un acquisto. Ma pare ci sia in ogni caso chi gioca sporco, eludendo perlomeno regole di correttezza. Sarà il fisco comunque, attraverso i suoi controlli, a stabilire se qualcuno ha superato i limiti aggirando le regole.
Le proteste dei benzinai
Nel frattempo a levare in alto gli scudi sono soprattutto i benzinai, stanchi di episodi di sfruttamento del bonus cashback per maturare un maggior numero di transazioni. I titolari delle pompe di carburante si sarebbero infatti rivolti al Ministero dell’Economia. E lamentele sarebbero giunte anche da associazioni dei lavoratori.
Se è vero che in teoria potrebbe non esserci nulla di illecito, perché la normativa non prevede alcun limite all’uso della carta (anche se vi è chi parla di operazioni elusive) è altrettanto vera un'altra cosa: per gli esercenti c’è l’eccessivo costo commissionale generato dal numero di transazioni effettuate. “Per ogni transazione infatti - spiega su Investireoggi.it uno dei benzinai colpiti dai furbetti - vengono addebitate commissioni pari a 0,38 euro, più una percentuale sull’importo. In concreto, per quei 60 euro di carburante, ben 23 sono già finiti in commissioni. E c’è già chi pensa di chiudere i self-service notturni”.
Confcommercio e Fegica Cisl chiedono provvedimenti
E allora per il presidente Figisc di Confcommercio, Bruno Bearzi, è lecito aspettarsi “delle azioni coerenti, considerato che il nostro settore è a bassa marginalità e anche l’aumento del consumo della carta delle ricevute incide. Sarebbe sufficiente vietare le operazioni ripetute in un breve lasso di tempo. Vedremo cosa deciderà il Parlamento”. Sulla stessa scia Alessandro Zavelloni di Fegica Cisl per il quale “al momento risulta essere legittimo fare più pagamenti ripetuti ravvicinati e nello stesso esercizio”. Si potrebbe tuttavia “autorizzare un tetto dei pagamenti in un lasso temporale, ma attendiamo indicazioni dal ministero.”