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Hotel Rigopiano, l'operatrice: "Il 118 mi conferma che non è crollato niente. Stanno tutti bene"

Ecco la telefonata che dimostra come il primo allarme dopo che la slavina aveva ricoperto l’hotel Rigopiano è stato ignorato

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“Ancora questa storia? Abbiamo verificato, è da stamattina che gira questa storia. Il 118 ha parlato con il direttore dell'hotel Rigopiano due ore fa e mi confermano che non è crollato niente. Stanno tutti bene”. Alle 18.20 di mercoledì 18  è questa la telefonata che traccia una linea tra la possibilità di vita e la prospettiva di morte dei 40 presenti in quel momento all’Hotel Rigopiano. La risposta dell'operatrice della Protezione Civile che riceve la segnalazione di Quintino Marcella che una slavina aveva ricoperto l’albergo potrebbe essere considerata comprensibile se  si pensa che qualche minuto prima, come sembra dallo scambio tra i due, era arrivata la smentita da parte del direttore dell’hotel. Smentita che avrebbe generato l'equivoco. Un gigantesco equivoco, durato per tutti i cinque minuti circa della chiamata che il centralino del 113 girò alla sala operativa del Ccs, il Centro di coordinamento dei soccorsi attivato la mattina stessa del terremoto nella prefettura di Pescara. Ecco la trascrizione della chiamata riportata da Repubblica.it tra il ristoratore di Silvi Marina che ha cercato di dare l’allarme su quanto accaduto e l’impiegata della prefettura.

La coincidenza della stalla crollata

Marcella: "Mi sente?"
Funzionaria: "Sì che la sento".
M: "Sono Marcella di cognome, Quintino di nome. Il mio cuoco mi ha contattato su WhatsApp cinque minuti fa, l'albergo di Rigopiano è crollato, non c'è più niente... Lui sta lì con la moglie, i bimbi piccoli... intervenite, andate lassù".
F: "Questa storia gira da stamattina. I vigili del fuoco hanno fatto le verifiche a Rigopiano, è crollata la stalla di Martinelli".
M: "No, no! Il mio cuoco mi ha contattato su WhatsApp 5 minuti fa, ha i bimbi là sotto... sta piangendo, è in macchina... lui è uno serio, per favore".
F: "Senta, non ce l'ha il suo numero? Mi lasci il numero di telefono (...). Ma è da stamattina che circola questa storia, ci risulta che solo la stalla è crollata. Che le devo dire?".
È questo il primo drammatico errore. Pietropaolo Martinelli è un piccolo imprenditore di Farindola. Produce un formaggio assai conosciuto da queste parti, il pecorino di Farindola. La sua stalla si trova a pochi chilometri di distanza dall'hotel Rigopiano, e quella mattina il terremoto ne ha danneggiato gravemente il tetto: è piombato su 300 pecore, rimaste incastrate. Per questo motivo il proprietario aveva segnalato il crollo a chi stava gestendo i soccorsi, attraverso la Guardia Forestale. Quando la funzionaria sente parlare di Rigopiano, pensa alla fattoria. Non è sola nella sala operativa, e chi le sta vicino concorda con lei. La telefonata tra la funzionaria della prefettura e Quintino Marcella continua.

Il 118 ha parlato con il direttore: stanno tutti bene

F: "Come si chiama quel cuoco?".
M: "Giampiero Pareti. È quello della pizzeria, è il figlio di Gino...".
F: "Sì, lo conosco benissimo il figlio di Gino, conosco lui, conosco la mamma. È da stamattina che gira 'sta cosa. Il 118 mi conferma che hanno parlato col direttore due ore fa, mi confermano che non è crollato niente, stanno tutti bene".
M: "Ma come è possibile?".
F: "La mamma dell'imbecille è sempre incinta. Il telefonino... si vede che gliel'hanno preso...".
M: "Ma col numero suo?".
F: "Sì".

La funzionaria: “La valanga sull’albergo inventata da imbecilli”

La funzionaria pensa a uno scherzo. Ipotizza che qualcuno possa aver preso il cellulare di Giampiero Pareti e abbia mandato un finto allarme a Quintino. Il quale, incredulo, le ribadisce che Pareti è "uno serio", uno che non permetterebbe mai una cosa del genere, che ha moglie e figli nell'albergo crollato, che la situazione è gravissima. La funzionaria, però, è irremovibile. Anche perché alle 17.40 dal Ccs dove lei si trova hanno effettivamente chiamato il direttore dell'Hotel Rigopiano, Bruno di Tommaso, per informarsi sulla situazione. Lo hanno fatto perché Pareti, prima di rivolgersi a Marcella pregandolo di diffondere l'Sos, aveva contattato il 118 lanciando lui stesso l'allarme (nei tabulati telefonici, la chiamata risulta essere partita dal suo cellulare alle 17.08). È questa la primissima segnalazione del disastro dell'albergo: il centralino la gira prima alla Croce Rossa e poi, da questa, al Ccs. Di Tommaso però è a Pescara, non a Farindoli. Non sa della valanga, non lo può sapere. E quando lo contattano per verificare, risponde basandosi sulle uniche informazioni di cui dispone in quel momento: l'hotel è a posto, non gli risulta che sia successo niente. Per questo la funzionaria, di fronte alle insistenze di Marcella, sbotta.

“Ma se fosse crollato tutto, pensa che rimarremmo qua?"

F: "Due ore fa, le confermo, al 118 hanno parlato con l'hotel. Non le dico una bugia! Ma se fosse crollato tutto, pensa che rimarremmo qua?"
M: "Si metta in contatto col direttore...".
F: "Non so se si rende conto della situazione... Abbiamo gente in strada, gente con la dialisi, anziani. E io per lei... Provi lei a mettersi in contatto con il direttore. Non è scortesia. Arrivederci".

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