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Facebook aggiorna il proprio codice etico, ecco quali post saranno a rischio rimozione

Sul manuale le regole che gli utenti dovranno rispettare. I post offensivi sono destinati all’oblio

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Facebook aggiorna il proprio codice etico, ecco quali post saranno a rischio rimozione

Vivere sul Web non significa essere immuni alle regole della società civile. La libertà di un qualsiasi utente si ferma dove inizia quella altrui. E’ per questo che Facebook, social network che vanta oggi qualcosa come 2 miliardi di utenti registrati, ha deciso di aggiornare il proprio e segretissimo codice etico. Due giornalisti tedeschi della Süddeutsche Zeitung, Till Krause e Hannes Grasseger, ne hanno scoperto il contenuto, spiegando al mondo quali sono i post destinati a restare online e quali invece condannati all’oblio. Stando a quanto riferito dai due esperti, il manuale conterrebbe principalmente dei criteri che si basano sul buon senso. A questo si aggiunge un elenco di categorie da proteggere.

I post offensivi sono destinati all’oblio

Massima attenzione dunque agli atti di bullismo, come anche alle battute insensibili sferrate contro  anziani, docenti, donne e disoccupati. Tolleranza zero nei confronti degli utenti che posteranno ingiurie o messaggi minacciosi contro soggetti appartenenti ad una diversa etnia, diversa religione o di diverso orientamento sessuale: i messaggi ritenuti offensivi saranno cancellati. Più specificatamente, spiegano Krause e Grasseger sono protetti gli appartenenti ai gruppi religiosi, ma non le religioni. E lo stesso vale per i singoli Paesi. Si potrà parlare male dell’Italia e della Spagna, ma non degli italiani o degli spagnoli. Tra i comportamenti ritenuti pericolosi da Facebook anche quelli “autolesionistici”. Gli utenti scoperti nell’atto di postare immagini di ferite autoinflitte saranno isolati e “messi in contatto con chi li può aiutare...”. Piercing e tattoo non vengono considerati atti di autolesionismo, sia chiaro, ma le immagini estreme che invitano gli altri utenti a “fare da sé” qualcosa di potenzialmente pericoloso sì.  

Il ministro Orlando: "No a propaganda d'odio"

La scoperta del nuovo codice etico giunge quasi simultaneamente alla denuncia del ministro della Giustizia Andrea Orlando che, in un’intervista rilasciata al quotidiano Il Foglio affrontato il tema del ruolo del social network nella nostra società. "Costruiamo un'alleanza contro la propaganda d'odio veicolata sulla rete – ha detto qualche giorno fa il Guardasigilli. Abbiamo bisogno di costruire una roadmap per individuare possibili strumenti. Le istituzioni non possono contrapporre una verità di Stato alla falsa narrazione che è il presupposto della propaganda d'odio. Deve essere invece la società civile a proporre una contro-narrazione che si basi sulla verità e che bandisca pregiudizi razziali, religiosi, di genere e orientamento sessuale. Lo Stato può invece favorire la capacità di reazione della società civile mettendo a sua disposizione strumenti specifici".

Misure condivise dagli Stati membri dell'Ue

Sull'argomento anche la Commissione europea ha assunto misure condivise dagli Stati membri ed in collaborazione con tre delle più famose piattaforme di social network - Facebook, Twitter e YouTube - ha adottato il 31 maggio 2016 un "Codice di condotta sul contrasto all'illecito incitamento all'odio online", con il quale le società informatiche si sono impegnate ad esaminare, in meno di 24 ore, qualunque segnalazione relativa a forme illegali di incitamento all'odio, e rimuovendole laddove necessario e a studiare assieme all'organismo europeo forme di narrazioni alternative e di contrasto. Allo scopo è stato costituito un Gruppo di alto livello per la lotta al razzismo, alla xenofobia e a tutte le forme di intolleranza.

Le linee guida "Pensa prima di condividere"

Il Ministro della Giustizia Andrea Orlando, in collaborazione con Facebook, ha poi presentato il 3 novembre le linee guida "Pensa prima di condividere" per l'utilizzo consapevole dei social media e per la sicurezza online, promuovendo una serie di iniziative che hanno portato da un lato a riflettere con le principali piattaforme social sulle possibili modalità di collaborazione su un piano volontaristico, dall'altro alla elaborazione in corso d'opera di un progetto per la realizzazione di un rapporto sinergico tra il ministero stesso e l'UNAR, al fine di realizzare un piano pluriennale di attività comuni volte a sensibilizzare, informare, formare e promuovere la cultura del rispetto e dell'inclusione sociale, nonché la prevenzione e il contrasto di ogni tipo di violenza. E' stato infine avviato un monitoraggio sui provvedimenti giudiziari relativi ai reati d'odio ed è in corso di elaborazione un disegno di legge che preveda ulteriori meccanismi inibitori e di rimozione dei contenuti lesivi dalle piattaforme internet.

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