Scoperto come estrarre l’ossigeno dalle rocce lunari: presto sulla Luna delle colonie per la conquista del Sistema Solare
Nella regolite che ricopre il suolo del nostro satellite un immenso deposito ora utilizzabile. Dal processo di estrazione non si ottengono scarti ma soltanto sottoprodotti metallici preziosi per astronauti e coloni

La Luna verrà trasformata in un avamposto umano dal quale poter partire per conquistare alcuni dei pianeti più interessanti del Sistema Solare. L’unico ostacolo al raggiungimento dell'ambizioso obiettivo era rappresentato dalla difficoltà nell’approvvigionamento degli astronauti. Acqua e ossigeno non si trovano sotto le pietre... o forse sì. Un team di chimici dell’Università di Glasgow, in Scozia, ha annunciato esser riuscito a trovare un metodo efficiente che consente di estrarre l’ossigeno dalla regolite, lo strato granuloso (noto anche con il nome di eluvium) che ricopre il suolo lunare. Lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulle pagine della rivista Planetary and Space Science, dimostra inoltre che il nuovo processo non genera prodotti di scarto. Da un lato si ottiene l’ossigeno e dall’altra una serie di leghe metalliche anch’esse preziose per le future missioni spaziali.
“Questo ossigeno (che occupa il 40/45 per cento del peso totale della regolite) è una risorsa estremamente preziosa - spiega l’autore dello studio, il professor Beth Lomax - ma è legato chimicamente alla regolite sotto forma di ossidi, e non è quindi disponibile per l’uso immediato”. In tanti hanno provato ad estrarre l’ossigeno da questo materiale, ma fino ad oggi non c’era riuscito nessuno… come detto fino ad oggi. Lomax e colleghi, che per realizzare i test si sono serviti di campioni terrestri aventi una composizione chimica molto simile a quella della rocce lunari, hanno raggiunto l’obiettivo mediante l’elettrolisi della regolite in polvere.
“Il nuovo processo si basa su un metodo chiamato elettrolisi di sali fusi - evidenzia Lomax -. Grazie a questo siamo stati in grado di estrarre praticamente tutto l’ossigeno presente. I metodi finora utilizzati per l’estrazione dell’ossigeno hanno rese significativamente più basse e richiedono la fusione della regolite con temperature superiori ai 1.600 gradi Celsius”. Nei nuovi test, i chimici di Glasgow, sono riusciti ad estrarre il 96 per cento dell’ossigeno presente nel campione di regolite, e lo hanno fatto con un processo che ha richiesto temperature attorno ai 950 gradi.
Se già questo non fosse da solo un risultato storico i ricercatori hanno fatto sapere che il loro processo di estrazione risulta essere anche a scarto zero. I sottoprodotti generati dall’elettrolisi sono tre gruppi di leghe metalliche: ferro-alluminio, ferro-silicio e calcio-silicio-alluminio, tutti potenzialmente utilizzabili. La notizia è stata accolta con entusiasmo dall’agenzia spaziale europea. “Questa è la prima dimostrazione riuscita dell’estrazione di ossigeno dalla regolite lunare che produce leghe metalliche come sottoprodotti - commenta James Carpenter dell’Esa -. Questo processo offrirebbe ai futuri coloni lunari l’accesso all’ossigeno per il carburante e il sostentamento della vita, nonché a una vasta gamma di leghe metalliche per la produzione in situ”.