Corsa alla conquista di Marte, dopo la sonda degli Emirati Arabi arriva anche quella cinese
Attesa per l’arrivo di un nuovo vettore statunitense, in programma per il 18 febbraio. Mars2020 porterà sul Pianeta Rosso il Perseverance, quinto rover americano

C’è vita su Marte, ma arriva dalla Terra. L’orbita del Pianeta Rosso, finito da tempo nei piani di conquista delle grandi potenze del mondo, pullula di sonde automatizzate inviate ormai non soltanto dalla Nasa. Martedì è stata ufficializzata l’entrata in orbita della sonda Hope (o anche Al Amal, che in arabo significa “speranza”), degli Emirati arabi uniti, mentre oggi è stato il turno della Cina, con la sua Tianwen-1. A darne conferma è stata l'agenzia Xinhua, riportando una nota dell'Agenzia spaziale cinese (Cnsa). La Cina diventa così la sesta potenza a raggiungere Marte dopo Usa, ex Urss, Agenzia spaziale europea, India ed Emirati Arabi. La missione Tianwen-1 è composta anche da un lander e un rover che a maggio si poseranno sulla superficie del pianeta per studiarla con 13 strumenti.
A caccia di vita aliena su Marte
Questo “assembramento” spaziale è dovuto al fatto che la scorsa estate le tre sonde sono state lanciate a pochi giorni di distanza per approfittare della finestra temporale in cui Marte si trovava in posizione favorevole rispetto alla Terra (evento che si verifica ogni due anni). Grande assente è l'Europa, che a causa di ritardi tecnici (legati anche all'emergenza Covid-19) ha dovuto rinviare al 2022 il lancio della missione ExoMars, dell'Agenzia spaziale europea (Esa) e della russa Roscosmos. L’obiettivo è comune per tutte le sonde, scoprire i segreti di Marte ed eventuali tracce di vita presente o passata.
La missione cinese Tianwen-1
Gli scienziati cinesi confidano nel riuscire ad ottenere dati importanti, non a caso il nome della missione significa “ricerca delle verità celesti”. Per farlo, oltre all'orbiter, gli scienziati si affideranno anche a un rover che si distaccherà a maggio per provare a posarsi sul suolo marziano, permettendo così alla Cina di diventare il secondo Paese al mondo dopo gli Stati Uniti a fare un atterraggio morbido sul Pianeta Rosso.
La missione araba Hope
Rappresenta il debutto interplanetario degli Emirati Arabi Uniti, che con questa prima assoluta intendono aprire i festeggiamenti per il 50esimo anniversario della loro fondazione. Le possibilità di riuscita non erano altissime, si aggiravano attorno al 50 per cento, ma alla fine è andato tutto bene. Hope, salvo cambi di programma, rimarrà in orbita per almeno un anno marziano (687 giorni terrestri) per monitorare la meteorologia e la climatologia del pianeta con tre strumenti scientifici: lo spettrometro infrarosso Emirs, la camera ad alta risoluzione Exi e lo spettrometro ultravioletto Emus.
La missione americana Perseverance
Tra le tante quella statunitense è probabilmente la missione più ambiziosa. Gli Stati Uniti si apprestano a portare su Marte il loro quinto rover. Con Perseverance si estrarranno non solo campioni da analizzare il loco ma anche campioni da riportare sulla Terra entro il 2031. Per farlo la Nasa avrà bisogno di supporto e per questo ha stretto un accordo di collaborazione con l'Agenzia spaziale europea (Esa).