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Salute: infortunio calciatore Zaniolo, in Italia 150mila 'crack' ginocchio l'anno

di Adnkronos   
Salute: infortunio calciatore Zaniolo, in Italia 150mila 'crack' ginocchio l'anno

Roma, 8 set. (Adnkronos Salute) - Il secondo stop in un anno per il campione della Roma e della Nazionale Nicolò Zaniolo, infortunio al legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, è soltanto l’ultima di una lunga serie sempre più frequente tra giocatori professionisti e giovani. In Italia si segnalano sul totale della popolazione 150mila casi all’anno, secondo un report della Società italiana di ortopedia e traumatologia. Nel mondo, secondo una ricerca del Philadelphia Health Center, le operazioni scaturite da queste lesioni sono aumentate del 400% negli ultimi 10 anni. A fare il quadro sono gli esperti di 'Theal Therapy', la terapia laser 'made in Italy' creata da Mectronic, che hanno elaborato una serie di raccomandazioni per prevenire questo tipo di 'crack'. Non c'è solo il caso Zaniolo infatti ma anche altri colleghi del giovane calciatore giallorosso: Merih Demiral ha riportato la lesione del crociato del ginocchio sinistro, Gerard Deulofeu, ha subito la rottura del legamento crociato e lesione del menisco, e Leonardo Pavoletti è stato bloccato per una recidiva di lesione del crociato. Ma quali sono le raccomandazioni degli esperti? "La prevenzione inizia con un’attenta valutazione fisica e prosegue con un allenamento neuromotorio composto da esercizi mirati a rinforzare la muscolatura di anca e glutei - suggeriscono gli specialisti - Fondamentale è anche evitare danni da sovraccarico funzionale e indossare calzature sportive idonee.

Per accelerare il recupero, infine, gli esperti consigliano la laserterapia". La Theal Therapy "grazie al mix di diverse lunghezze d’onda adatta il trattamento in base a parametri fisiologici come età, fototipo e tipologia di tessuto", evidenziano gli esperti dell'azienda. "Le lesioni del crociato hanno subìto un forte incremento negli ultimi 20-30 anni a causa dei cambiamenti nel modo di allenarsi, della velocità di esecuzione dei tempi tecnici e di una modifica dei terreni di gioco. Per questo motivo seguire accorgimenti precisi come sottoporsi a un allenamento neuromotorio, rinforzare la muscolatura di anca e glutei e lavorare sulle tecniche di atterraggio diventano fondamentali per prevenire gli infortuni – spiega Paolo Tenconi, medico e preparatore atletico professionista e allenatore Uefa B – Nel corso della mia esperienza ho constatato come le lesioni più comuni riguardassero il crociato anteriore, il menisco mediale e il menisco laterale, soprattutto tra i più giovani che giocano a calcio e praticano sport sulla neve". "In questi casi - aggiunge Tenconi - la Theal Therapy diventa un valido alleato nella prevenzione e cura degli infortuni grazie a quattro lunghezze d’onda che producono fotobiomodulazione, l’unica nel genere, e di conseguenza effetti biostimolanti sull’apparato legamentoso, risolvendo i problemi di ipossia e quindi scarsa vascolarizzazione”. Ma quali sono le tipologie di rotture dei legamenti più frequenti tra gli sportivi? Secondo una ricerca del 'Journal of Epidemiology' condotta su un campione di 20mila atleti, il 21% riguarda le lesioni del crociato anteriore, l’11% quelle del menisco mediale, l’8% interessa il legamento collaterale mediale, il 4% colpisce il menisco laterale e il 2% il collaterale esterno. Una percentuale estremamente bassa, dello 0,02% circa interessa invece le rotture del crociato posteriore. E ancora, il 40% di questi infortuni riguarda chi gioca a calcio, mentre il 21% chi pratica sport invernali come sci di fondo. Ma non è tutto, perché la rottura del legamento crociato anteriore è più frequente nelle donne per via di una ridotta rigidità lineare, lassità legamentosa e fattori ormonali. Secondo una ricerca della University of Michigan pubblicata su 'Science Direct', infine, gli interventi chirurgici sui legamenti crociati anteriori provocano cambiamenti evidenti nelle attività cerebrali dei soggetti che presentano queste problematiche. Cambiamenti che sono all’origine delle difficoltà di recupero dell’articolazione e del rischio di nuove lesioni. .

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