Gli orti urbani di Macchia Romana compiono un anno
Ecco come è diventata l'area sottratta dal degrado e dalla cementificazione grazie all'impegno dei volontari di Legambiente e degli ortolani di città.

Potenza 23.06.2016 (DM) - Gli orti urbani di Legambiente Potenza compiono un anno!
Con soddisfazione i volontari mostrano come è diventata l'area sottratta dal degrado e dalla cementificazione grazie all'impegno degli ortolani di città.
Esattamente un anno fa il circolo Legambiente Potenza “ken Saro Wiwa” inaugurava , quasi some un oggetto misterioso l’area degli orti urbani nel quartiere di Macchia Romana. Dopo una regolare gara di assegnazione gli orti urbani facevano il loro debutto in società.
L’area recuperata ben si armonizza con le costruzioni circostanti, gli assegnatari degli orti hanno curato e continuano a curare il loro lotto d’assegnazione con idee sempre nuove e con la perizia dei contadini di un tempo, quelli della tradizione rurale lucana. La vocazione contadina di questa terra riemerge, si rigenera in un contesto del tutto nuovo: un orto in città, tra i palazzi a creare un contrasto tutto moderno con il cemento e il ferro dei ponti.
“In un tempo ormai dimenticato – spiegano i protagonisti - quella terra era coltivata e oggi ritorna a esserlo, con la stessa passione di un tempo. Le mani di giovani, meno giovani, donne, uomini e bambini si mischiano per tirare su piante, ortaggi e frutti. In un anno gli orti urbani si sono corredati di un giardino mediterraneo realizzato con un gruppo ristretto di richiedenti asilo ospiti nei centri di accoglienza in città, di due capanni per gli utensili da lavoro, realizzati dagli stessi ortolani, di panchine e tavolini tutti in materiale anch’esso rigenerato grazie ail coinvolgimento degli studenti di diversi istituti superiori. Cose vecchie che non muoiono ma ritrovano nuova vita, come il ciclo delle stagioni che niente spreca: dalla terra si ritorna alla terra. L’orto è diventato, a un anno dall’apertura, molto di più di un semplice pezzo di terra da coltivare ma, come Legambiente auspicava, un luogo di interscambio, un contenitore sociale, un punto di riferimento per un quartiere sprovvisto di un vero fulcro, dove manca un vero e proprio luogo di ritrovo. Le prospettive per questo luogo diventano moltissime se lo si considera anche luogo di massa critica, esempio concreto di un modello di sviluppo alternativo al consumismo, vocato alla sostenibilità e alla stagionalità. L’orto diventa strumento culturale e sociale che favorisce l’incontro tra le persone”.
Dopo un anno si è festeggiato inaugurando il giardino mediterraneo alla presenza del sindaco, l’aperitivo preparato dagli stessi ortolani e una mostra di dipinti realizzati da uno degli ortolani.
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