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[L’analisi] La “svolta storica” dell’ Appendino, registra il figlio di due madri e celebra l'unità possibile fra Pd e Cinque Stelle. Grazie ad un cavillo

E’ la prima volta infatti che un bimbo figlio di una coppia omosessuale e nato in Italia a seguito di procreazione assistita all’estero viene registrato senza l’intervento del giudice, ma per una precisa assunzione di responsabilità da parte di un sindaco. L’Appendino ha utilizzato un espediente burocratico, scrivendo un’annotazione che si accompagna all’atto di nascita e che è a tutti gli effetti valido, salvo impugnazione davanti a un giudice

Paola Pintusdi Paola Pintus   
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“Non siamo un simbolo, ma possiamo essere un esempio per tutti quei genitori che lottano per non dichiarare il falso ed essere riconosciuti. La sindaca Appendino? Ha fatto un grande atto, ha avuto coraggio”. Sono le parole di Chiara Foglietta, consigliera comunale del Pd a Torino ed ora ufficialmente mamma, insieme alla compagna Micaela Ghisleni, del piccolo Niccolò Pietro. A sancirlo è stata la registrazione dell’atto di nascita all’anagrafe del capoluogo sabaudo effettuata direttamente per mano della sindaca pentastellata, che aveva già manifestato la sua disponibilità a superare il vuoto legislativo “forzando la mano”. E’ la prima volta infatti che un bimbo figlio di una coppia omosessuale e nato in Italia a seguito di procreazione assistita all’estero viene registrato senza l’intervento del giudice, ma per una precisa assunzione di responsabilità da parte di un sindaco. Finora si era verificato un caso simile, sempre a Torino, ma in quel caso era stata fatta la semplice trascrizione degli atti di nascita di bambini nati e registrati all’estero.

Torino celebra l'unità possibile fra PD e M5S

Un gesto politico forte, quello di Chiara Appendino, arrivato per coincidenza proprio nei giorni in cui il candidato premier Di Maio aveva chiuso "il forno" con la Lega nell'ambito delle consultazioni sulla creazione del governo e che parrebbe quasi un buon auspicio per l' accordo possibile col Pd. In realtà la politica nazionale non c'entra, c'entrano però le sensibilità comuni e i tanti temi concreti su cui gli amministratori italiani giorno per giorno si confrontano, interpellando con urgenza il legislatore. E' il caso che si è trovato davanti anche Chiara Appendino, dopo che i funzionari dell’anagrafe torinese si erano rifiutati di procedere con l’iscrizione che in realtà la legge non autorizza, ma nemmeno vieta. La sindaca ha utilizzato un espediente burocratico, scrivendo un’annotazione che si accompagna all’atto di nascita e che è a tutti gli effetti valido, salvo impugnazione davanti a un giudice. Che potrebbe arrivare in ogni momento, “ma che non ci preoccupa, anzi pensiamo che un passaggio giudiziale possa addirittura rafforzare la validità di questa scelta”, afferma l’avvocato della coppia, Alexander Schuster, che spiega come le due madri volessero evitare di dichiarare il falso, attenendosi alle uniche alternative fornite dalle formule previste dal ministero nel 2002 e che non contemplano la procreazione medicalmente assistita. Un problema anche per le coppie eterosessuali e per i singles che decidessero di voler ricorrere a questa alternativa: tutti ad oggi sono obbligati a dichiarare che si è trattato di “un unione naturale” con un uomo di cui si può non fare il nome, ma che si garantisce non essere imparentato con la procreante secondo quanto prescritto dall’ordinamento italiano. Per Schuster, poter dichiarare esattamente in che modo è avvenuta la fecondazione non è solo una questione di puntiglio, ma rappresenta una tutela per il neonato “in caso di contestazioni all’uso del seme o quando ci sono stati errori nel percorso di fecondazione assistita”.

“Abbiamo scritto un pezzo di storia”, ha dichiarato Chiara Appendino subito dopo la firma dell’atto , immortalata in una foto ricordo con le due mamme e col piccolo Niccolò Pietro. Ed è un po’ racchiuso in quell’immagine il paradigma politico di questa vicenda: a dimostrazione che sui temi concreti le distanze fra i partiti e gli schieramenti politici sono superabili, come certifica anche l’ampio sostegno dato dall’Anci alla sindaca di Torino: “Ha avuto il coraggio di imporre all’attenzione un tema che deve essere affrontato”, ha dichiarato il presidente dell’Associazione dei Comuni e sindaco di Bari Antonio Decaro.

A destra invece rimangono siderali le distanze: da Forza Italia al Popolo della Famiglia, fino alla Lega di Salvini, è un coro di no al riconoscimento del piccolo Niccolò Pietro. “Atto contro la legge” dicono, e la deputata di FI Augusta Montaruli arriva fino al punto di chiedere l’intervento del Ministero per “annullare tutto”. Più morbido Salvini, che si dice dispiaciuto per l’egoismo degli adulti che negano il diritto dei bambini ad avere un padre ed una madre naturali. Gli risponde, a distanza, la sindaca di Torino: “L’amore di una famiglia è un diritto che va oltre ogni categoria o definizione socialmente imposta”.

Paola Pintusdi Paola Pintus   
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