La faida che spacca i Radicali: "Non votate per Emma Bonino"
Turco, D'Elia e gli altri turbo-pannelliani schierati contro la svolta democristiano-piddino-europeista della loro esponente. Già sfrattata dagli uffici del partito

C'è ancora un Partito Radicale Nonviolento Trasnazionale e Transpartito, come si definiscono per esteso. Ed è un partito a cui non sta bene per niente la recente conversione europeista di Emma Bonino, resa presentabile (in termini numerici) per il voto del 4 marzo da Bruno Tabacci e diventata volto di +Europa. I cui voti andranno a dar manforte a un Pd in difficoltà.
Passaparola tra attivisti: "Fate sciopero del voto"
Non è solo la sinistra a dividersi in partiti e partitelli, tra ripicche e dispetti, ma anche il fronte dei Radicali. Il partito è da tempo spaccato tra gli ortodossi pannelliani e i supporter della Bonino. Fra coloro che passano parola tra attivisti perché non diano il voto ad Emma: Maurizio Turco, Rita Bernardini, Antonio Cerrone, Sergio D'Elia ed Elisabetta Zamparutti. Il segnale del dissenso interno era già evidente con lo sfratto della stesa Bonino, di Marco Cappato e di Gianfranco Spadaccia dai loro uffici di partito. Ma oltre al dissenso nei confronti della svolta democristiano-piddino-europeista di Emma Bonino, il "non voto" dei Radicali è una protesta soprattutto verso il Rosatellum, percepito come legge elettorale che truffa i cittadini e la democrazia.