Lo zampino di Trump e Putin nelle crisi del governo italiano. Meriti e demeriti di Matteo Salvini con Usa e Russia
I politici italiani di questa generazione sono dei veri dilettanti in politica estera, vanno bene per le diatribe di casa dove il sangue scorre solo per finta e la lotta è incentrata soprattutto sulle poltrone

Come si influenzano dall’estero la politica e la crisi di governo in Italia? Più o meno con lo stesso metodo che si usa con le fazioni libiche: mettendo le une contro le altre. Ma soprattutto cosa importa a Stati Uniti e Russia della crisi italiana?
Gli Usa e la politica italiana
Gli Usa, nonostante le esternazioni di Steve Bannon, ex consigliere di Trump non sono troppo interessati a questo o a quel partito ma alle decisioni che può prendere l’Italia in tema di politica estera. Quello che più importa agli Stati Uniti è che l’Italia prenda un atteggiamento di distacco nei confronti dell’Iran perché Teheran, dopo la visita del 2015 del presidente iraniano Hassan Rohani a Roma, aveva firmato un memorandum d’intesa per commesse del valore di 28 miliardi di euro. Gli Usa e Israele hanno fatto di tutto in questi tre anni per influenzare i governi italiani, da Renzi a Gentiloni, ed evitare affari con la repubblica islamica. Si sono quindi adoperati per far congelare prima una linea di credito da 5 miliardi di euro, ai tempi del governo Gentiloni, e poi per bloccare anche i tentativi di parte dei Cinque Stelle di aprire una piccola banca denominata solo in euro per aggirare le sanzioni all’Iran e favorire le esportazioni delle piccole e medie imprese italiane.
L’appoggio di Israele alla Lega
La Lega di Salvini si è opposta alla manovra dei Cinque Stelle e ha ricevuto un forte appoggio per questo da Israele che nel dicembre del 2018 ha accolto benissimo il ministro dell’interno. Salvini in quell’occasione si è lasciato andare a dichiarazioni che nessun ministro della Repubblica aveva mai fatto: per esempio dichiarando terroristi gli Hezbollah e sollevando le rimostranze dei vertici militari italiani visto che in Libano c’è un contingente italiano di 1.500 uomini schierato sotto la bandiera dell’Onu che opera proprio nella zona delle milizie libanesi. Dal punto di vista degli interessi nazionali strategici più sensibili è apparso evidente anche all’estero che Salvini, come il resto del governo, è poco efficace, come dimostra anche il caso libico.
Rapporti tesi con la Russia
Salvini poi ha cercato anche di accreditarsi con la Russia dicendo molte volte che l’Europa doveva togliere le sanzioni a Mosca ma in realtà senza fare nulla al riguardo. Ha però acquisito dei crediti che hanno permesso al suo inviato Savoini di presentarsi a Mosca come il suo rappresentante in varie sedi, senza però avere nessun incarico istituzionale. Questo atteggiamento ha in primo luogo irritato l’ambasciata italiana, i servizi ma anche lo stesso Cremlino che a casa sua decide chi debba essere accreditato e chi no. Ecco così che sono uscite le intercettazioni del Metropole sugli affari del gas per dare una tirata d’orecchie proprio a Salvini che attaccando Hezbollah e facendo la fronda anti-Iran ha minacciato due alleati chiave della Russia in Siria.
La politica estera italiana
I politici italiani di questa generazione sono dei veri dilettanti in politica estera: come poteva pensare Salvini di attaccare due entità che hanno aiutato Putin a tenere in piedi Assad in una guerra civile e per procura con centinaia di migliaia di morti? I politici italiani vanno bene per le diatribe di casa dove il sangue scorre solo per finta e la lotta è incentrata soprattutto sulle poltrone ma quando si muovono all’estero sono privi della dimensione reale dei problemi. Sulle questioni strategiche come la guerra e le zone di influenza non contano nulla anche perché non sanno neppure valutare il peso di quello che dicono, parole in libertà.
Il credito di Salvini con gli Usa
Gli Usa possono comunque dirsi soddisfatti: pur avendo esentato l’Italia per sei mesi dalle sanzioni _ come altri sette stati _ siamo stati l’unico Paese che non ha importato una goccia di petrolio da Teheran e non abbiamo neppure partecipato al tentativo europeo di aggiramento delle sanzioni con il meccanismo Istex guidato da Germania, Francia e Gran Bretagna. Insomma ci siamo dimostrati una vera nullità. In questo senso Salvini è stato utile agli Stati Uniti, più dei Cinque Stelle, quindi ha un credito da riscuotere con gli americani sulla questione iraniana.
I rapporti con la Russia
Quanto ai rapporti con la Russia, Salvini ha cercato in qualche modo di accreditarsi con Putin presso il quale l’unico uomo politico italiano e occidentale veramente accreditato è Silvio Berlusconi. Putin non farebbe mai nulla che possa danneggiare o infastidire l’amico Berlusconi alquanto irritato dagli atteggiamenti di Salvini. Quindi ha dato uno schiaffone al leader della Lega con il caso Metropole, dove durante l’incontro tra gli italiani e la parte russa erano presenti anche dei giornalisti. Come dire: convochiamo persino la stampa a fare da testimone.
La Libia
Quanto alla Libia, che con la caduta di Gheddafi nel 2011 ha costituito la maggiore sconfitta dell’Italia dalla seconda guerra mondiale, i politici del governo giallo-verde si sono dimostrati persino più insipienti di quelli precedenti. I governi del Pd con Minniti davano almeno l’impressione di influenzare alcune milizie o parti politiche, quest’ultimo governo è stato fuori da ogni partita libica facendosi anche lui prendere in giro con Conte dalla famosa “cabina di regia” promessa dagli americani. Tanto in Libia ci pensa l’Eni a salvare gli interessi italiani.