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“Brutta negra, ti brucio tutto”. Arrestato l'aggressore della ''Regina delle capre felici''

Per un anno aveva ricevuto insulti razzisti, intimidazioni, minacce verbali, e - come aveva denunciato lei stessa ai carabinieri - anche fisiche

Paolo Salvatore Orrùdi PSO   
Agitu
Agitu

Arrestato l'aggressore della ''Regina delle capre felici''. Per un anno aveva ricevuto insulti razzisti (“Brutta negra, ti brucio tutto”), intimidazioni, minacce verbali, e - come aveva denunciato lei stessa ai carabinieri - anche fisiche. Ora la vicenda che vede coinvolta Agitu Idea Gudeta, l'ex rifugiata etiope di 40 anni che ha scelto di allevare capre in valle dei Mòcheni, in Trentino, potrebbe essere giunta ad una conclusione. O quantomeno ad un passaggio importante, dal momento che i carabinieri di Sant'Orsola Terme, dopo mesi di indagini, sono risaliti al presunto responsabile. Si tratta di un 53enne italiano, Cornelio Coser, che è stato arrestato per il reato di stalking aggravato da finalità di discriminazione razziale.

La vicenda di Agitu

“La vicenda di Agitu – ha raccontato Dolomiti, giornale di Trento e del Trentino Alto Adige - l'avevamo raccontata a fine agosto quando la donna, la “Regina delle capre felici”, aveva deciso di denunciare un vicino che più volte l'aveva aggredita verbalmente dicendole ''Brutta negra'', ''voi non potete stare qua, tornatevene al vostro Paese'', ''devi morire''.  L'uomo non si era fermato solo alla parole. “'Un giorno stavo lavorando alla mungitrice ed ero chinata con le spalle alla porta quando all'improvviso sono stata afferrata da dietro. Mi ha preso per il collo e mi ha gridato 'io ti uccido'” aveva raccontato la donna al cronista del quotidiano. L’uomo ha rivolto insulti anche contro il richiedente asilo maliano che aiuta la donna nell’azienda casearia che produce formaggi e yogurt di capra.

Reato di stalking aggravato

Dopo un po’, nonostante avesse tentato in un primo tempo di minimizzare, la situazione è diventata insopportabile per la donna la cui storia di riscatto e integrazione è conosciuta in tutto il Paese. “A farla vivere nella paura era stato anche il ritrovamento di una capra uccisa con una mammella asportata da un'arma da taglio”, si legge ancora su Dolomiti. Dopo la denuncia della ragazza etiope gli inquirenti si sono concentrati sul vicino d’azienda che ora è agli arresti domiciliari, in esecuzione di provvedimento restrittivo emesso dall’Autorità giudiziaria, per il reato di stalking aggravato da finalità di discriminazione razziale. Le indagini, eseguite dai Carabinieri, hanno infatti permesso di acquisire dei riscontri oggettivi alle dichiarazioni rese dalla donna tali da far emettere un provvedimento di arresto nei confronti di un 53enne. I gendarmi della Stazione Sant’Orsola Terme una volta rintracciato l’uomo, dopo gli accertamenti di rito, lo hanno sottoposto alla misura degli arresti domiciliari presso la propria abitazione.

Una breve biografia

L’Internazionale ha tracciato una breve biografia della donna, che in Italia ha sempre vissuto in pace con chiunque. “Agitu Idea, – quarant’anni, laureata in sociologia – vive in Italia dal 2010. Si è stabilita a Trento per sfuggire alle persecuzioni in Etiopia, a causa del suo impegno contro il land grabbing, le speculazioni dei latifondisti che costringono i piccoli agricoltori e allevatori ad abbandonare i loro campi. In Italia ha deciso di recuperare le razze di capre autoctone del Trentino e fondare un’azienda casearia per la produzione di formaggi biologici. Nel suo allevamento Agitu Idea Gudeta ha 160 capre. Insieme a lei lavorano diverse persone, tra loro anche richiedenti asilo e immigrati”. “Vivo in Italia da molti anni e non ho mai avuto paura, non mi sono mai sentita discriminata per il colore della pelle, è la prima volta che mi capita di avere paura e di ricevere questo tipo di insulti”, ha detto la donna settimanale.

 

Paolo Salvatore Orrùdi PSO   
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