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Mattarella: "Da Tito spietata violenza contro gli italiani, sulle foibe ci fu un occultamento della storia"

Cerimonia al Quirinale: 'Il ricordo non sia ripresa di divisioni, serve una riconciliazione'. Meloni: 'Ricordare è un dovere di verità e giustizia

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Nel Giorno del Ricordo, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha commemorato le vittime delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata, sottolineando l'importanza della memoria storica e della riconciliazione nazionale. Il Giorno del Ricordo rappresenta un'occasione per riflettere su una delle pagine più tragiche della storia italiana e per onorare la memoria di chi ha sofferto a causa della violenza politica e delle persecuzioni etniche. La commemorazione continua ad avere un ruolo fondamentale nel consolidare la consapevolezza storica e nel favorire la riconciliazione nazionale.

La tragedia delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata

Dopo l'oppressione fascista e la successiva occupazione nazista, l'avvento della dittatura comunista di Tito segnò un periodo di brutale violenza contro le popolazioni italiane dell'Istria, Dalmazia e Fiume. Il Presidente Mattarella ha ricordato come migliaia di italiani si trovarono di fronte a un drammatico bivio: assimilarsi, rinunciando alla propria identità, o abbandonare la propria terra, perdendo beni, casa e lavoro. La maggior parte scelse di preservare la propria cultura e libertà, portando all'esodo di circa 300.000 persone.

Il riconoscimento della tragedia

Per anni, il dramma delle foibe è stato sottovalutato e talvolta disconosciuto. Con l'istituzione del Giorno del Ricordo, il Parlamento italiano ha riconosciuto ufficialmente questo capitolo doloroso della storia italiana, per troppo tempo dimenticato. Mattarella ha condannato i recenti atti vandalici alla Foiba di Basovizza, sottolineando che "nessuna squallida provocazione può ridurre il ricordo e la condanna" di quegli eventi tragici.

L'importanza della memoria storica

Il Capo dello Stato ha ribadito che preservare la memoria delle vittime è un dovere morale e istituzionale, per evitare che il passato venga strumentalizzato a fini divisivi. Anche la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha espresso il proprio pensiero sui social, dichiarando: "Ricordare è un dovere di verità e giustizia. L'Italia non dimentica". Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha sottolineato che "questa giornata non è solo un momento di memoria, ma un impegno a preservare la verità storica e trasmetterla alle future generazioni".

Il dibattito politico

Il vicepremier Matteo Salvini ha ricordato sui social che "per anni, una certa sinistra ha negato, minimizzato e giustificato la tragedia delle foibe", ribadendo che "onorare le vittime è un dovere, perché senza memoria non c'è giustizia".

La cerimonia alla Foiba di Basovizza

Nel corso della giornata, le scritte vandaliche apparse alla Foiba di Basovizza sono state cancellate, mentre il sito è stato presidiato dalle forze dell'ordine in vista della cerimonia ufficiale, a cui ha preso parte anche il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Dopo la cerimonia dell'Alzabandiera sono stati resi gli onori ai martiri delle foibe ed e' stata deposta davanti alla grande foiba una corona d'alloro da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri, accompagnata da Nordio e dal prefetto di Trieste, Pietro Signoriello. E' stato quindi suonato il silenzio. Immagini di Alice Fumis.

Fedriga alla foiba: "Chi nega vuole alimentare l'odio"

"Passi avanti fatti in questo confine, macchiato dal sangue e dalla sofferenza, devono essere contraddistinti da due fattori fondamentali. Il primo è quello della verità. Non esiste pacificazione senza verità. E la verità non può nascondere vittime innocenti, persecuzioni di donne, uomini e bambini, omicidi di civili inermi a opera dei comunisti titini. Perché se non si chiamano i fatti con il loro nome e si continuano ad alimentare discorsi che alimentano il negazionismo, il revisionismo, continuiamo in realtà ad alimentare l'odio. Chi nega, chi riduce, vuole odiare e alimentare l'odio". Lo ha affermato il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, intervenendo alla cerimonia per il Giorno del Ricordo alla foiba di Basovizza. "Il secondo fattore fondamentale - ha quindi aggiunto - è la consapevolezza delle nostre radici, che sono radici profonde, che si sono alimentate anche del sangue dei martiri di questa terra. Radici profonde che ci devono dare la consapevolezza della forza, della nostra storia e della nostra identità".

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