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[il caso] I “compiti a casa” di Bankitalia contro il disagio sociale nelle piazze. Quello vero e quello strumentale. Rischio crisi di governo a settembre

Riforme strutturali, nuovo patto tra governo e impresa, investimenti nelle infrastrutture e nella scuola, la riforma del fisco e il taglio delle tasse. Il nemico più pericoloso ora sono le disuguaglianze. “Urgente rompere le inerzie del passato e avviare le riforme”. Ma la maggioranza resta divisa, dall’uso del Mes a come utilizzare il Recovery fund che “non è una torta da spartire”.

Claudia Fusanidi Claudia Fusani   
Il Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco
Il Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco

Questa volta “i compiti da fare a casa” li detta la Banca centrale italiana. Le considerazioni finali del governatore Ignazio Visco suonano ancora più incisive e stringenti a 48 ore della cerimonia di via Nazionale mentre le piazze italiane iniziano a riempirsi di gilet arancioni, destre estreme come Casa Pound, avventurieri e speculatori di ogni crisi - come il solito ex generale dell’Arma Antonio Pappalardo, quello che vent’anni fa aveva ideato il putsch dell’Arma dei carabinieri e noto alle cronache per certe uscite alla guida dei Forconi - ma anche categorie realmente messe in ginocchio dalla pandemia e da una ripresa che potrebbe essere lenta e a singhiozzi.

Fra Forconi e Casa Pound

Palazzo Chigi ha registrato con preoccupazione le manifestazioni che ieri hanno “occupato” - in realtà poche centinaia di persone - le piazze a Milano, Roma e Torino. Assembramenti che in più occasioni hanno tra l’altro violato le regole della distanza sociale creando il rischio di far scoppiare nuovi focali (Pappalardo e non solo lui è stato per questo denunciato). Leu e Pd bocciano queste manifestazioni come “strumentalizzazioni delle sofferenze reali degli italiani che vanno subito denunciate politicamente”. La preoccupazione tra i partiti di governo e anche tra gli investigatori, è che “la crisi in corso e le sofferenze reali vissute da tante famiglie possano restituire ossigeno a movimenti considerati come un rischio per la democrazia”. Le immagini di piazza Duomo a Milano non hanno nulla a che fare con il reale disagio sociale e con altre manifestazioni, vere, di persone, famiglie, professionisti e partite Iva che denunciano la difficoltà di questo momento. Le immagini di Roma con Casa Pound si commentano da sole. Sacrosante le denunce di chi lavora nel mondo dello spettacolo e ancora non sa quando e come potranno riprendere a lavorare. Gente che chiede lavoro e non sussidi.

“Rompere le inerzie del passato”

Servono risposte immediate. Non c’è più tempo da perdere. Il rischio di un settembre “caldo” descritto nei report degli analisti economici, del ministero dell’Interno e persino dei sondaggisti, è qualcosa che va disinnescato subito. “Chi ha di meno ha perso troppo, può crescere il disagio sociale” ha detto venerdì il governatore Visco che ha dedicato al nodo delle “disuguaglianze” una parte importante della relazione. La soluzione c’è. La ricetta pure. La lista dei “compiti a casa” è lunga, radicale, non impossibile. Ha una partenza e un arrivo: “Rompere le inerzie del passato e recuperare una capacità di crescere che si è da troppo tempo appannata”. Insomma, è necessaria una vera e propria “rottura rispetto all'esperienza storica più recente”. Le opportunità in prospettiva non mancano. E “il Paese ha i mezzi per coglierle”. Fondamentale è colmare rapidamente i ritardi e superare i vincoli già identificati da tempo come la burocrazia, la capacità di spesa, la riduzione della tassazione, la flessibilità nel lavoro. Oggi più di prima perchè una cosa è sicura: finita la pandemia avremo livelli di debito pubblico e privato molto più alti e un aumento delle disuguaglianze, non solo di natura economica”.

“Nuovo rapporto governo-imprese”

Alla base di questa nuova fase, ci deve essere “quel disegno organico di riforme già per molti aspetti tracciato”, annunciato ma mai andato in porto. Se non lo facciamo ora con un crollo del Pil stimato tra il 9 e il 13 per cento e il debito pubblico in crescita di 21 punti e stimato al 156 per cento, quando potremmo sperare di farlo? I ritardi dell'Italia rispetto alle economie più avanzate non possono essere colmati con un aumento della spesa pubblica “se contemporaneamente non si accresce l'efficacia e se non si interviene sulla struttura dell’economia”. Va quindi subito “recuperato il ritardo accumulato nelle infrastrutture: sia quelle tradizionali, da rinnovare e rendere funzionali, sia quelle ad alto contenuto innovativo, come le reti di telecomunicazione, necessarie per sostenere la trasformazione tecnologica della nostra economia”. Serve il salto di specie nel rapporto tra politica, imprese, sindacati e forza lavoro, “un nuovo rapporto tra governo, imprese dell’economia reale e della finanza, istituzioni, società civile”. Un “nuovo contratto sociale” che abbia come presupposto quell’investimento sul “capitale umano” che è già stato negli ultimi giorni al centro di vari interventi del nuovo Presidente di Confindustria Carlo Bonomi. Visco ha spiegato che un “contesto favorevole all'attività d'impresa richiede interventi risoluti, rapidi e ad ampio spettro per innalzare in modo sostanziale la qualità e l'efficienza dei servizi pubblici” e per ribadire l'importanza di “quelli volti ad accrescere i livelli di cultura e di conoscenza, dalla scuola all'università e nella ricerca”.

Il capitale umano

Necessario poi “migliorare la qualità del capitale umano, affrontando i problemi di fondo del sistema scolastico, dell'università e della ricerca”. Un'istruzione migliore rende di più e un paese che innova crea migliori e più diffuse opportunità di lavoro.Anche per le donne, penalizzate più che mai dalla pandemia “I differenziali - invece - tra istituti e territori perpetuano e amplificano le diseguaglianze di reddito e di opportunità e gli ambienti che accolgono gli studenti non sono in molti casi sicuri, confortevoli e tecnologicamente adeguati”. Anche il corpo insegnante deve essere preparato e motivato. Benvenga dunque il concorsone che farà entrare in ruolo circa 60 mila precari non con una sanatoria ma in base a titoli e merito. Tutti i docenti dovrebbero, ad esempio e come minimo, saper usare il pc e le piattaforme pr la didattica a distanza. Non è stato così. Troppe classi sono rimaste tagliate fuori in questa crisi. Rientra negli investimenti sul capitale umano anche lo svecchiamento e lo snellimento della pubblica amministrazione.

Combattere l’evasione e rivedere il fisco

“Nuovo contratto sociale” o meno, in ogni caso o ciascuno d’ora in avanti fa la propria parte o sarà difficile salvarsi. Da questa situazione non si può uscire “solo” grazie allo Stato, con i bonus, i redditi e i finanziamenti a pioggia. Così come l’evasione fiscale e l’economia sommersa gravano sui contribuenti onesti che rispettano le regole. Tra i compiti a casa da fare subito, il governatore indica senza se e senza ma la revisione del sistema delle tasse. Il carico fiscale va ricomposto a beneficio dei fattori produttivi e, soprattutto, va affrontata la questione del sommerso e dell’evasione. “Le ingiustizie e i profondi effetti distorsivi che ne derivano - ha denunciato Visco - si riverberano sulla capacità di crescere e innovare delle imprese e generano rendite a scapito dell’efficienza del sistema produttivo”.

Tutti d’accordo

La diagnosi è chiara. La cura anche. L’Europa ci ha messo i soldi, non solo i 750 miliardi (all’Italia 173 miliardi) del Recovery fund ma anche quelli del Mes, della Bei e del Sure. Dunque dovrebbe essere relativamente semplice agire e fare subito quei compiti a casa messi in fila dalla nostra banca Centrale. Per dare risposte al disagio vero e mettere a tacere quello strumentale. Le Considerazioni finali del governatore sono state condivise alla lettera dal premier Conte (“quello di Visco è il mio piano”) alle prese con la scrittura di quel decreto semplificazioni che la prossima settimana dovrebbe andare in Consiglio dei ministri e che dovrebbe contenere molte misure di quelle indicate da Visco. Il pressing sul governo per una risposta “forte e immediata” allo “stato drammatico in cui si trova l’economia” ieri è arrivato anche da dieci associazioni datoriali, Abi, Alleanza delle cooperative italiane, Ance, CIA - Agricoltori italiani, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confindustria, Copagri. “Fate presto” scrivono.

“Attivate subito il Mes”

Chiedendo di investire bene e non sprecare neppure un euro di quelli messi a disposizione dall’Europa. A cominciare dal Mes che è disponibile subito, da domani, e per l’Italia significa 5, 5 miliardi al mese fino ad un totale di 37 da utilizzare in spese sanitarie dirette e indirette. Dunque non solo stipendi medici e acquisto di mascherine e macchine per l’ossigeno, ma anche, ad esempio, riconvertire fabbriche chiuse di auto (per fare un esempio) in filiere della chimica-farmaceutica che l’Italia ha totalmente appaltato alla Cina. E qui Conte va subito in stress perchè la maggioranza che lo tiene a palazzo Chigi continua ad essere quanto mai divisa sull’uso del Mes. Così su come usare i fondi del Recovery fund e su scelte più imminenti come lo sblocco dei cantieri. Le divergenze restano tante, a volte il Pd si allea con i 5 stelle, a volte solo con Leu e Italia Viva, altre volte i renziani sono d’accordo con Di Maio che ieri ha spiazzato dalla Farnesina chiedendo subito il taglio delle tasse. Scimmiottando Salvini tornato alla carica con la flat tax.  Tanto che ieri il commissario Paolo Gentiloni ha avvertito le forze di maggioranza: quei 172 miliardi che dovrebbero arrivare all’Italia (92 tramite bond, 80 a fondo perduto) “non sono una torta da spartire”. Il piano di riforme per accedere alle risorse, ha spiegato Gentiloni, lo deciderà Roma, non una “troika”, ma il governo è “consapevole” che non si possano usare i fondi solo per gonfiare la spesa. Al centro ci deve essere invece, “la protezione del lavoro più fragile, la correzione delle strozzature burocratiche o della giustizia, il calo del debito”. Il premier Conte ha chiara in testa una cosa: deve cambiare qualcosa. In fretta. Altrimenti sarà difficile per lui superare settembre.

 

 

 

Claudia Fusanidi Claudia Fusani   
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