Le difficoltà di Salvini tra la Pontida sovranista e il caso treni
Per Salvini si tratta di una prova di forza, vuole inviare un segnale oltre i confini italiani e in un certo qual modo intende rilanciare la sua leadership

Ha trasformato Pontida in un’assemblea dei sovranisti. Matteo Salvini sta preparando ogni dettaglio dell’appuntamento annuale nel pratone da dove Umberto Bossi lanciava la sfida del Nord al Sud. Da lì sfiderà l’Europa dei tecnocrati, la Ue di Ursula von der Leyen, il Green deal, e rilancerà tutte le storiche battaglie della narrazione salviniana. Ci saranno Viktor Orban, l’olandese Wilders, il portoghese Ventura. Marine Le Pen forse si collegherà. Insomma, tutti i patrioti in giro per l’Europa. E lui, il diretto interessato, farà gli onori di casa cercando di mettersi alla tolda di comando di questo gruppo che può sconquassare gli equilibri europei. "Per la felicità di Meloni e Tajani" ironizzano in Transatlantico.
Ecco perché invia una lettera al popolo leghista: "Domenica non sarà una giornata come le altre, una Pontida come le altre. Domenica sarà una giornata importante, non tanto per gli ospiti e le televisioni che arriveranno da tutta Italia e da tutto il mondo, ma soprattutto perché il tuo sostegno e la tua presenza mi daranno quella forza che mi accompagnerà fra qualche settimana in quel tribunale, dove a rischio non c'è tanto la mia libertà, quanto la libertà di fare politica, di governare e amministrare, di vivere in un Paese davvero libero, autonomo e democratico". Per Salvini si tratta di una prova di forza, vuole inviare un segnale oltre i confini italiani e in un certo qual modo intende rilanciare la sua leadership.
Ecco perché, subito dopo, chiede un aiuto a tutto il gruppo dirigente: "Caro assessore, caro consigliere, caro militante. Ti aspetto a Pontida domenica. Pochi giorni dopo, a Palermo, i giudici stabiliranno se condannarmi o meno a sei anni di carcere per aver fermato gli sbarchi. Capisco che per un sindaco ed un amministratore anche la domenica sia piena di impegni sul proprio territorio, ma domenica sarà l'occasione di dimostrarsi uniti, compatti e determinati".
Sogna di diventare il capo dei sovranisti. A oggi i numeri non glielo consentono. Solo nel 2019 poteva vantarsi di avere ottenuto il 34% alle elezioni europee. Adesso però i numeri sono diversi, la Lega oscilla tra l’8 e il 9%, e il Capitano leghista è comunque convinto che sia possibile il ritorno in doppia cifra. Anche perché vorrebbe rosicchiare qualcosa a Forza Italia e Fratelli d’Italia, visto che "non ho cambiato idea, a differenza di altri" ripete sempre davanti ai fedelissimi. Come dire, la presidente del Consiglio ha compiuto mille giravolte e adesso cammina a braccetto con la presidente del commissione Ue. E dunque Salvini intende giocarsi tutto da questa posizione "coerente" e filosovranista.
Non è dato sapere come saranno le facce dei governatori del Nord che da sempre propugnano un modello di Lega differente, ancorato al nord, antifascista, che risponde alle istanze del tessuto produttivo del settentrione. Ma il vicepremier resta convinto che questa sia la strada giusta perché ormai il nemico non è più il mezzogiorno ma l’Europa dei popolari e dei socialisti.
L'opposizione e le accuse a Salvini
Preparativi che arricchiscono una giornata difficile per Matteo Salvini. L’opposizione per tutto il giorno prende di mira il ministro delle Infrastrutture per il guasto alla linea ferroviaria sul nodo di Roma e ne invoca le dimissioni. "Il ministro Salvini non si occupa di fare funzionare le ferrovie, pensa solo a come venderle. Il guasto di oggi all'alba nel nodo di Roma, che ha causato oltre tre ore di stop con ripercussioni in tutta Italia dal Brennero a Palermo, è solo l'ennesima pagina dell'odissea quotidiana che vive ogni giorno chi si muove in treno" sbotta la segretaria del Pd Elly Schlein. Mentre il M5s, Iv e Avs arrivano a chiedere un passo indietro per il titolare dei Trasporti.
Dalla Lega rispediscono le accuse al mittente, ed in particolare al Pd: "Sul caos dei treni di oggi la verità è solo una: gli italiani pagano anni e anni di malgoverno democrat", dice il vicecapogruppo della Lega a Montecitorio Domenico Furgiuele. Dall’altra il capogruppo del Pd al Senato, Francesco Boccia chiede che titolare del Mit riferisca sull'accaduto: "Forse sarebbe il caso che il ministro invece di preoccuparsi della manifestazione di Pontida e di fare sui social gli auguri ai nonni, a cui va tutto il nostro affetto, venisse in Parlamento a spiegare la situazione". Alla richiesta di avere Salvini in Aula si accoda il segretario di PIù Europa, Riccardo Magi che ironizza: "Vorrebbe 'proteggere i confini' da non si sa bene quale minaccia quando non è in grado di far funzionare dei semplici tabelloni ferroviari. Altro che in orario. Da quando c'è lui, i treni non partono proprio".
Contesto che non aiuta il cammino del vicepremier leghista che è alla prese con il processo open Arms. Insomma, un’altra zavorra che grava sul vicepremier. Così davanti a microfoni e telecamere fornisce questa versione: "Non è possibile che sia un chiodo piantato nel posto sbagliato a bloccare l’Italia. È inaccettabile che accadano giornate come quella di oggi". E ancora: "Ho chiesto una verifica delle centraline d'alimentazione in tutta Italia". Tutto risolto? Non si direbbe. Le difficoltà rimangono e riguardano sia la dinamica interna a via Bellerio sia l'azione del ministero presa di mira in queste ore. Evidente dunque che il raduno di Pontida potrebbe mutare il destino della sua parabola. E di conseguenza della sua leadership.