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[L’inchiesta] Il buco nella norma anti-corrotti. Così i partiti possono aggirare la norma sui finanziamenti

Il disegno di legge di Alfonso Bonafede contro la corruzione prevede che ogni partito possa avere al massimo una sola Fondazione che lo finanzia. Ma l’Ufficio studi della Camera rivela: non si dice come effettuare il collegamento, dunque la norma ancora non funziona. Intanto sulla legge “spazzacorrotti” lo stop alla prescrizione fa litigare M5S e Lega

[L’inchiesta] Il buco nella norma anti-corrotti. Così i partiti possono aggirare la norma sui...

Al centro dello scontro a tutto campo tra Cinquestelle e Lega è finito anche il disegno di legge “spazzacorrotti” scritto da Alfonso Bonafede, e su cui Luigi Di Maio punta moltissimo. Dopo che i leghisti, con un emendamento, avevano chiesto molte modifiche al testo originario, i pentastellati hanno risposto depositando un emendamento-bomba che prevede il blocco dei termini della prescrizione dopo una condanna di primo grado. “Il sistema deve recuperare credibilità agli occhi dei cittadini. Non possiamo pensare che un processo passato attraverso spese, indagini e sentenze, si risolva a tarallucci e vino prima del giudizio definitivo. E poi la prescrizione esiste solo in Italia”, ha spiegato il Guardasigilli in una intervista a La Stampa. “È una bomba. Mentre il ddl anticorruzione è passato al Consiglio dei ministri, questo un è emendamento, una novità dell'ultima ora.

Sono preoccupata perché non credo che sia una correzione che incide solo sulla prescrizione ma sull'intero sistema penale”, gli ha replicato un altro ministro, quello per la Pubblica Amministrazione, il famoso avvocato Giulia Bongiorno, eletta col Carroccio. “Rispetto e stimo il ministro Bongiorno, ma si sbaglia. La bomba atomica che rischia di esplodere è la rabbia dei cittadini di fronte all’ impunità”, ha risposto Bonafede. Il capo politico del M5S, però, tiene il punto e replica a muso duro: “La Lega ha dei problemi? La fine della prescrizione era in linea con il Contratto di governo”.

E pensare che il disegno di legge aveva tutto un altro scopo ed è molto di più rispetto alla “semplice” prescrizione. Nasceva infatti allo scopo di riportare “trasparenza” sul tema del finanziamento ai partiti e alle fondazioni legate ai partiti, un tema costitutivo per il Movimento fondato da Beppe Grillo. Ancora le ultime inchieste giudiziarie che hanno lambito la politica - quella su Autostrade e quella sullo Stadio della Roma - hanno dimostrato che, per ingraziarsi i partiti, spesso le aziende sfruttano proprio le Fondazioni. “Sono troppe, una galassia”, sostengono nella maggioranza. Così il ministro della Giustizia ha inserito nel suo disegno di legge misure che vorrebbero fare luce sui rapporti tra partiti politici e la miriade di fondazioni e think tank che ruotano attorno a loro. “La trasparenza per i bilanci dei partiti e delle fondazioni ad essi collegate è una norma fondamentale che i cittadini ci chiedono da decenni ormai”, ha scritto ieri su Facebook il sottosegretario agli Affari Regionali Stefano Buffagni, uno degli uomini più vicini a Davide Casaleggio, aggiungendo : “Chi finanzia i partiti non può rimanere anonimo, perché dietro questa opacità si possono nascondere lobby e scambi di favori. Oggi ti finanzio la campagna e domani tu mi fai un emendamento. Lo ricordate lo scandalo Tempa Rossa in Basilicata?”.

Ma che cos’è una “fondazione politica”?. Il primo comma dell’articolo 9 del disegno di legge 1189 ne dà una definizione estremamente ampia: “Sono equiparate ai partiti e movimenti politici le fondazioni, le associazioni e i comitati la composizione dei cui organi direttivi sia determinata in tutto o in parte da deliberazioni di partiti o movimenti politici ovvero che abbiano come scopo sociale l’elaborazione di politiche pubbliche, i cui organi direttivi siano composti in tutto o in parte da persone che rivestono la qualità di esponenti politici...”. Dopo avere precisato di che cosa si sta parlando, il secondo comma indica lo strumento che il governo intende utilizzare per falcidiare le fondazioni e riportare la trasparenza nel settore. Secondo il disegno di legge, un partito potrà essere “collegato” ad una sola fondazione. Un partito, una fondazione. Impossibile dunque appoggiarsi a più d’una, magari crearne una per corrente o sensibilità interna al partito, come accade ancora oggi. Per chi sgarra, il Guardasigilli prevede col nuovo testo una sanzione pesantissima: fino a 120.000 euro.

Peccato che il meccanismo non funzioni, perché i tecnici di Via Arenula si sono dimenticati un piccolo passaggio della legge. L’articolato, nella versione del testo depositata alla Camera, non spiega infatti come e dove si debba riscontrare il collegamento galeotto. Ad accorgersene è stato l’ufficio studi della Camera dei Deputati, il primo organismo chiamato a dare uno sguardo al testo. Come si deve procedere? È la Fondazione che deve chiedere l’ “apparentamento” o. viceversa, è il partito che vuole intestarsi la Fondazione? Che fine faranno Eyu del Pd, la Fondazione Einaudi che voleva “comprarsi” il Cavaliere o la - ricchissima- Fondazione Alleanza Nazionale, dal momento che gli iscritti a quel partito disciolto oggi sono sparsi per almeno tre diversi partiti? Se ne riparlerà durante la discussione in Aula, forse. Intanto, però, norma e sanzione sono inapplicabili. Forse è questa la ragione per cui Buffagni anticipa che ci saranno delle modifiche: “Se qualcosa va migliorato e sistemato, le commissioni ed il Parlamento sono il luogo adatto; l’obiettivo è chiaro e non può essere stravolto”.

Paolo Emilio Russodi Paolo Emilio Russo, giornalista parlamentare   
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