[Il retroscena] M5S e Lega tolgono i limiti di cilindrata per le auto blu. Che sono ancora tantissime
Con un emendamento condiviso al Dl Semplificazioni, il governo autorizza l’acquisto di vetture di servizio con cilindrata superiore ai 1600 cc. Quel limite era stato fissato da Renzi nel 2014. Serve per acquistare auto elettriche e ibride di potenza sufficiente
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A vederlo così, scritto su carta intestata della Camera dei deputati, controfirmato dai relatori dei due partiti più anticasta di sempre, Movimento 5 stelle e Lega, l’emendamento sulle auto blu approvato giovedì sera dal Senato ha l’effetto di un pugno nell’occhio. Dispone che le “auto di servizio” non siano più sottoposte “al vincolo di cilindrata” previsto dalla normativa vigente. Dopo un decennio di polemiche, numerose inchieste di stampa e addirittura qualche denuncia presentata dai Cinquestelle per presunti abusi, ci avevano provato a regolamentare le auto blu prima Mario Monti e poi Matteo Renzi. Entrambi gli interventi andavano nella stessa direzione: ridurre il numero delle automobili di Stato utilizzate per scorrazzare i vip, colpirne il valore simbolico ridimensionandole a vetture “normali” anziché a mezzi superlusso, e sensibilizzare le amministrazioni ad adottare una maggiore trasparenza, obbligandole a tenere aggiornato un apposito registro - pubblico - delle auto blu. Il governo dell’ex segretario Pd aveva introdotto il numero massimo di cinque auto per amministrazione e previsto per legge una cilindrata massima per i veicoli, in realtà piuttosto bassa, di 1600 centimetri cubici. Niente più Maserati, dunque, o diesel tedesche super inquinanti, ma più modeste vetture di media gamma.
All'ibrido servono motori più potenti
E’ proprio quest’ultima norma che Cinquestelle e Lega hanno deciso di cancellare con l’emendamento al Decreto Semplificazioni. Non si tratta di una liberalizzazione delle cilindrata fine a se stessa, un modo per dotare ministri e sottosegretari di un Hummer, ma viene presentata come una soluzione necessaria per far rientrare anche i veicoli elettrici tra i modelli ai quali può attingere la pubblica amministrazione. Quelli che, essendo per le loro caratteristiche meno potenti, necessitano di motorizzazioni più impegnative. Lo si desume dalla specificazione che “i limiti di cilindrata non si applicano ai veicoli a bassa emissione di biossido di carbonio”. Così ieri dalle commissioni Lavori pubblici e Affari costituzionali al Senato hanno stabilito che per le auto di servizio il vincolo della cilindrata massima (ora fissata a 1.600 centimetri cubici), se i veicoli non superano la soglia di 160 di grammi di emissione di Co2 per km, non varrà più. I parametri sono gli stessi previsti per l’ecotassa introdotta con la manovra 2019 per le automobili “normali”. L'intenzione è dunque quella di allargare lo spettro dei veicoli nel parco acquisti della Pubblica amministrazione, favorendo però l'acquisizione di auto ibride o elettriche, quindi non inquinanti. Difficile trovarne di utili per spostamenti “vip” al di sotto dei 1600 cc di cilindrata.
Quante sono
Era stata proprio la norma introdotta dal governo di Matteo Renzi a prevedere l’aggiornamento annuale a prevedere che a tenere e ad aggiornare il “Censimento delle auto di servizio in uso alle pubbliche amministrazioni” è il ministero della Funzione pubblica, che lo pubblica ogni febbraio. È leggendo questo documento che si scopre quante auto blu girano per il nostro Paese. Gli ultimi dati, diffusi quasi un anno fa, rivelavano che il numero delle auto blu nel 2017 ha toccato quota 29.195. Erano 774 in meno rispetto al 2016. Erano diminuite nei comuni capoluogo (-28), negli enti pubblici nazionali (-119), nelle province e città metropolitane (-195) e nelle Asl (oltre 2 mila in meno). Le auto di servizio erano invece aumentate nelle amministrazioni statali (+3), nelle agenzie fiscali (+14), nei comuni (+703,) e nelle Regioni (+112), ma, in questo caso, soprattutto come conseguenza del passaggio agli enti regionali delle competenze provinciali.
Numeri impressionanti
La grande maggioranza delle auto blu censite risulta in uso a più servizi ed uffici senza autista, mentre solo il 10,4% (3.068) sono con autista. Nella stragrande maggioranza dei casi, dunque, il “titolare” dell’auto statale se la guida da sola. Dove si concentreranno i nuovi acquisti e dove potranno girare le nuove auto di grossa cilindrata ma con basse emissioni? La maggiore concentrazione di auto blu si registra ovviamente a Roma, dove si contano 124 vetture con autista. Seguono Messina con 25 auto, Palermo con 24, poi Milano, Napoli e Oristano. I numeri sembrano impressionanti, ma basta vedere quelli di tre anni prima, del 2014, per scoprire che l'intero parco auto di enti locali e centrali ammontava a 54.571 vetture, era quasi il doppio.
La precedenza alle vetture elettriche
Nel frattempo, sempre a proposito di automobili poco inquinanti, il governo ha fatto marcia indietro, ritirando l'emendamento al dl Semplificazioni che puntava a riscrivere l'articolo del Nuovo codice della strada che regolamenta l’accesso alle zone a traffico limitato. Cinquestelle e Lega volevano impedire l’accesso libero alle aree ztl per le auto ibride, permettendo così l'ingresso solo alle vetture elettriche, quindi a zero emissioni. Con un emendamento condiviso al Dl Semplificazioni, il governo autorizza l’acquisto di vetture di servizio con cilindrata superiore ai 1600 cc. Quel limite era stato fissato da Renzi nel 2014. Serve per acquistare auto elettriche e ibride di potenza sufficiente. Le vetture di Stato sono più di 26 mila.