Salvini e l’uso politico degli stupri inseguendo i sondaggi europei che spingono i partiti di destra
La Lega ha proposto la solita ricetta dopo lo stupro di Catania e l’accoltellatore malese a Lione: castrazione chimica, chiusura dei porti, rimpatri. Ricette impossibili e sbagliate. Ma che fanno salire il gradimento delle destre europee

Non è chiaro se siano i sondaggi che danno in crescita le destre estreme in tutta Europa. Se senta aria di elezioni e voglia chiudere con il tira e molla del generale Vannacci (“mi candido? Si, no, boh, ancora non so”)usando argomenti che il generale dovrebbe trovare consoni al pensiero della “maggioranza silenziosa in cerca nuovamente di un leader”. Oppure se ci creda davvero: “Davanti ad orrori come quello di Catania può esistere solo la castrazione chimica” è la proposta di Matteo Salvini. La proposta arrivò anche ai tempi dello stupro di gruppo a Caivano e a Palermo. Allora i vigliacchi schifosi erano tutti italianissimi. Il fatto che stavolta il branco di stupratori sia egiziano, il pensiero numero 2 del leader leghista e il conseguente corollario è: “Ecco cosa succede con l’accoglienza discriminata degli stranieri”. I meme sui social fanno il resto: “Passano tutti da qui, dall’Italia, gli stupratori di Catania e l’integralista del Mali che ha accoltellato in Francia. Cosa aspettiamo a chiudere di nuovo i porti?”.
Cinismo da brividi
La cronaca serve un piatto “ghiotto” per Matteo Salvini. Che lo usa politicamente con un cinismo da brividi e andando ben al di là della posizione della premier che, “molto colpita” per questa nuova tragedia si limita ad un istituzionale: “Sarà fatta giustizia”.
Emergono dettagli sempre più raccapriccianti dai verbali che hanno portato al fermo di sette egiziani quattro dei quali minorenni e ad un ricostruzione assai dettagliata di quando è successo la sera del 30 gennaio nel centralissimo parco di villa Bellini per di più presidiata dalla forze dell’ordine in vista dei festeggiamenti per la patrona Sant’Agata.
Lo choc, l’orrore, l’umiliazione non hanno impedito ad entrambi le giovani vittime di denunciare, indicare e riconoscere. E questa è di per sè una “buona” notizia nella tragedia. Uno dei sette ha confessato e in 48 ore forze dell’ordine e magistratura hanno potuto “chiudere” le indagini. Le inchieste aperte per violenza sessuale di gruppo aggravata sono due: quella della Procura distrettuale, dal procuratore facente funzioni Agata Santonocito, l’aggiunto Sebastiano Ardita e il sostituto Anna Trinchillo; e quella della Procura per i minorenni, diretta da Carla Santocchio.
La giustizia questa volta arriverà, subito e sarà giusta. Nei tempi e nella pena. Senza scusanti nè attenuanti. Lo Stato che colpevolmente non ha saputo proteggere i suoi cittadini (vera questione da affrontare), ha saputo però trovare i colpevoli (mai impunità in queste cose) e saprà dare loro il giusto processo e la giusta pena.
“Uso politico dello stupro”
La storia dovrebbe chiudersi qua. Per proteggere le vittime. E dovrebbe tornare solo quando ci sarà la giusta condanna. Per dare l’esempio e dimostrare che l’Italia è patria del diritto e di Cesare Beccaria.
Invece la Lega è partita con l’uso politico dello stupro: “Castrazione chimica”, “rimpatriare subito i minorenni giunti in Italia illegalmente”, “chiudere i porti è l’unica ricetta che ha funzionato. Il ministro Piantedosi deve ripristinare la chiusura”. Da Salvini in giù, in queste ore è un proliferare di simili proposte. Tutte facilmente confutabili.
La castrazione chimica, cioè la somministrazione di inibenti del testosterone, non sempre impedisce atti di violenza o stupro. Lo dicono da sempre gli esperti perchè non sempre gli stupri rispondono solo ad impulsi ormonali. Inoltre la cura può avere effetti collaterali gravi fra cui la depressione e il suicidio.
Il rimpatrio immediato dei minori non è possibile perchè si tratta di persone a rischio, come donne, anziani e bambini e per loro il diritto internazionale prevede l’assistenza e non il rimpatrio. Si può sostenere invece che l’Egitto è riconosciuto come paese sicuro e quindi, una volta scontata la pena, saranno rimpatriati perchè indesiderati. Allo stesso modo, i minorenni stranieri anche se tutti per lo più con fattezze e atteggiamenti da adulti (del resto hanno già sfidato la morte per arrivare in Italia), non dovrebbero vivere in centri promiscui con gli adulti. Rispetto ai minori, soprattutto con loro, va tentata quell’operazione di formazione e inserimento a cui spesso rinunciamo con gli adulti.
Chiudere i porti, infine: il ministro Salvini ha chiuso i porti ma gli sbarchi sono continuati in altre forme. Questi ragazzi sono arrivati con barche grandi, tutti identificati allo sbarco, così come il malese che in Francia (indicato sempre da Salvini per attaccare le politiche dell’accoglienza in Europa) ha accoltellato tre persone alla stazione di Lione. Ma ce ne sono altrettanti arrivati con le piccole imbarcazioni che neppure Salvini è uscito a fermare. Il cui viaggio è ancora più rischioso. E la cui presenza in Italia e in Europa ancora più fuori controllo.
“La politica non si può dividere su questo”
Insomma, quelle di Salvini sono, come spesso succede, proposte di pancia, con scarsa e nulla possibilità di essere realizzata. Per fortuna, infatti, nella sua maggioranza lo seguono in pochi. Va bene la campagna elettorale ma l’uso politico dello stupro, questo no. Dice bene il capogruppo di Italia Viva Davide Faraone: “Non faremo come Salvini, non trasformeremo lo stupro di Catania in battaglia politica, spazio solo per la tutela delle vittime e massima vicinanza. Che politica è quella che si divide su questo? Andare a guardare l’anno dello sbarco (il malese nel 2016, i ragazzi egiziani con il governo Meloni, ndr) per speculare e guadagnare qualche voto, invece di preoccuparsi di come gestire questo fenomeno, con l’integrazione, la garanzia della sicurezza e la pena certa al di là della nazionalità”.
E allora, le proposte di Salvini sono scelte o errori? Per tentare una risposta ci possono dare una mano i sondaggi sulle intenzioni di voto per le Europee di giugno. E i sondaggi danno in crescita le destre europee raccolte nella famiglia politica di Identità e Democrazia, il gruppo cui aderisce la Lega di Salvini e il Rassemblement national di Marine Lepen.
I sondaggi europei
Il Parlamento europeo conta 705 seggi in rappresentanza di 450 milioni di persone. Una solida maggioranza deve avere almeno 380-400 voti. Che oggi è garantita dal patto Ursula: von der Leyen infatti fu votata da Popolari, Socialisti e democratici, Liberali macroniani (Renew) e da Cinque stelle e Conservatori. Questi ultimi due non sono però entrati in maggioranza. Tra i sondaggi il più affidabile è quello curato da “Europe elects” un sito aggregatore di rilevazioni di cui propone la media. Europe elects pubblica i risultati alla fine di ogni mese. Il mese di gennaio non è ancora uscito. Ci affidiamo quindi a dicembre, mese che registra movimenti interessanti e una tendenziale parità tra Conservatori e ID, con una leggera crescita di quest’ultimi. I Popolari sono saldamente in testa con 179 seggi, un paio in più del mese precedente, il risultato migliore degli ultimi due anni. A seguire S&D, socialisti e democratici, stabili con 141 seggi. La novità è al terzo posto dove si affaccia per la prima volta Identità e Democrazia che arriva a 93 seggi, una decina in più del mese precedente, il miglior risultato di sempre. A novembre Id aveva superato i Conservatori. A dicembre va meglio anche dei Liberali di Renew Europe che si fermano a 84 seggi. I Conservatori di Giorgia Meloni figurano così al quinto posto con 81 seggi, due in meno del mese precedente.
Le destre in crescita
Facendo le somme, i tre grandi partiti (Ppe, S&d e Renew) avrebbero, votando oggi, una solida maggioranza di 404 voti su un totale di 705. Interessano di più i movimenti intorno al terzo posto. I dodici seggi di Orban (Fidesz ha annunciato l’ingresso nei Conservatori di Meloni, colo basso per Salvini che corteggiava quei voti) possono fare una netta differenza tra ID e Conservatori. Tra Meloni e Salvini per parlare il linguaggio di casa nostra.
Il problema è che quelli delle destre sono voti inutili (la somma oggi farebbe 174 seggi) senza l’alleanza con i Popolari e i Liberali. Alleanza che diventa impossibile, come hanno più volte detto Meloni e Salvini, se i Popolari non mollano i Socialisti. Tutto questo significa che una maggioranza specchio di quella che governa in Italia al momento potrebbe contare in Euro solo su 353 seggi. Che non è la maggioranza.
Comunque, ci sono ancora quattro mesi di campagna elettorale e almeno un paio prima di fare liste. In Europa si vota con il proporzionale e le alleanze si decidono dopo. Far crescere le destre (ID) più dei Conservatori (Ecr) è una carta che Salvini si vuole giocare. Da qui argomenti sbagliati e inutili come castrazione chimica, chiusura delle frontiere e rimpatri. Buoni solo per la pancia di un popolino senza cervello.