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L’ex ministro Ronchi sul Pniec: governo fermo sui trasporti, converrebbe avere obbiettivi più ambiziosi

di Italia Libera   
L’ex ministro Ronchi sul Pniec: governo fermo sui trasporti, converrebbe avere obbiettivi pi...

Edo Ronchi, tre volte ministro dell’Ambiente (l’ultima volta più di vent’anni fa) è ancora impegnato sul fronte della sostenibilità ambientale, e a Roma – in occasione della Conferenza nazionale sul clima – ha commentato il testo del Pniec che il governo ha recapitato pochi giorni fa a Bruxelles. Il centro studi Italy for Climate, come un “governo ombra”, propone una roadmap per arrivare alla neutralità climatica con qualche anno di anticipo sugli impegni presi e con tanti vantaggi economici

L’articolo di FABIO MORABITO

POCO AMBIZIOSA. LA proposta italiana presentata a Bruxelles per Edo Ronchi (già ministro dell’Ambiente in tre governi del centrosinistra, dal 1996 al 2000) «punta a un taglio solo del 45% delle emissioni di gas serra al 2030, rispetto a una media europea del 55%». Un taglio non calcolato nei sette anni che restano, ma in 40 anni dal 1990.

All’ultimo momento, il 30 giugno (la deadline era proprio quel giorno) l’Italia ha presentato alla Commissione europea l’aggiornamento – in sintesi – del Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec). A giudizio di Ronchi, il testo presentato dal suo attuale successore Gilberto Pichetto Fratin (ora il ministero non si chiama più solo dell’Ambiente, ma anche della Sicurezza energetica) sbaglia quando lascia il successivo impegno della neutralità climatica negli altri vent’anni che mancano al secondo step, quello del 2050. «Sottovaluta le potenzialità di crescita delle rinnovabili elettriche, della penetrazione elettrica, dell’efficienza energetica degli edifici e di una mobilità più elettrica e con meno auto».

Secondo Ronchi, l’errore italiano – nel rinviare quello che si dovrebbe cercare di ottenere prima – è di prospettiva. «Per l’Italia, Paese vulnerabile per i cambiamenti climatici, è più conveniente accelerare l’impegno e puntare su obbiettivi avanzati di decarbonizzazione, per cogliere anche i vantaggi tecnologici, economici ed occupazionali, piuttosto che rinviare le misure, concentrandole in pochi anni futuri con maggiori costi». I trasporti sono l’unico settore che non ha ridotto le proprie emissioni negli ultimi trent’anni. Di tutt’altro contenuto l’opinione del ministro Pichetto Fratin, che definisce il piano «una via alla transizione che sia realistica e non velleitaria, dunque sostenibile per il nostro sistema economico».

Da qualche anno Ronchi è presidente della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile, che ha dato vita al progetto “Italy for Climate”, in collaborazione con Enea, Ispra e Rse. Un progetto che propone una roadmap per anticipare gli obbiettivi europei. Mercoledì 5 luglio, in occasione della Quarta conferenza nazionale sul clima, che si è tenuta a Roma nella sala incontri del complesso dell’Ara Paris, Ronchi ha sottolineato gli errori dell’Italia, che però – ha precisato – non sono solo dell’ultimo governo. Per l’ex ministro serve una legge, e un quadro di impegni stabile e pluriennale. Ci vuole – ha detto – una legge per il clima, come ce l’hanno la Germania, la Francia, la Spagna, la Gran Bretagna. Cioè i Paesi di maggior peso dell’Europa. Il ministro Pichetto Fratin, che ha mandato alla Conferenza un intervento di saluti in video, ha rassicurato sul fatto che l’Italia sarà in prima linea su questo fronte: «L’Italia si sta per dotare di due strumenti programmatici importanti, il Piano nazionale integrato energia e clima, che imprimerà una marcia sostenuta allo sviluppo delle rinnovabili, e il Piano di adattamento al cambiamento climatico».

«L’impatto dei cambiamenti climatici sta mettendo a nudo le fragilità del nostro Paese» precisa Pichetto Fratin, che però conferma che l’Italia sarà al passo degli altri Paesi europei e dell’agenda Onu: nel 2030 si ridurranno del 55% le emissioni, per arrivare alla neutralità climatica nel 2050. Sulle case green, e la accelerazione chiesta dall’Unione europea, avverte che però si dovrà tener conto del “patrimonio edilizio esistente”. Nel documento sul Pniec, poi, non ci sono numeri sulla transizione verso le auto elettriche, ma – concede Ronchi – si tratta per ora di un testo di sintesi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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