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“L’argento nei capelli e l’oro nel cuore”? Una risorsa per la società. La Giornata dei nonni, oltre la retorica

di Italia Libera   
“L’argento nei capelli e l’oro nel cuore”? Una risorsa per la società. La Giornata dei nonni, oltre...

L’icona del patriarca con la barba bianca e il bastone, uno stereotipo lontano dalla contemporaneità, è stata sostituita pressochè dal nulla. L’allungamento e il miglioramento della qualità della vita procedono quasi di pari passo con lo “scollamento” dei rapporti familiari. E la funzione sociale della terza età dovrebbe essere quindi ancora più preziosa. Sul piano soprattutto della saggezza e del valore dei beni comuni i nonni possono essere un insostituibile punto fermo. Essi possono rafforzare e consolidare le capacità del bambino, dell’adolescente e del giovane, possono incoraggiare i nipoti nello sviluppo della loro personalità, nel raggiungimento dei loro obiettivi per essere protagonisti esclusivi del proprio futuro, in particolare quando non si è più bambini e non si è ancora adulti, una fase della vita in cui bullismo e devianza minorile trovano terreno sempre più fertile

◆ Il commento di VITO AMENDOLARA, presidente Osservatorio nazionale Dieta mediterranea

► I nonni: le donne e gli uomini che, dopo averci dato la vita, ci hanno donato la democrazia, hanno fatto esplodere anche il boom economico del dopoguerra e costruito la società del benessere. Persone che nel corso della propria esistenza si sono adattate ad assumere ruoli diversi, calibrandoli sulle esperienze e sulle attività in cui si sono trovati coinvolti in un dato momento della propria vita, in particolare quello dei genitori che si trasformano in nonni con l’arrivo dei nipoti. La pronuncia della parola nonno coincide con il lieto evento, rendendo ufficiale l’investitura. Non esiste un esame da sostenere o un decreto di nomina che conferisca la nuova carica. Essere nonni è una proclamazione di fatto

La figura dei nonni, oggi, ha assunto una dimensione tale da non essere più assimilabile a quella tradizionale; l’icona del patriarca con la barba bianca e il bastone appare uno stereotipo lontano dalla contemporaneità. I profondi cambiamenti avvenuti all’interno della società e della famiglia, cosi come il mutato rapporto genitori-figli, hanno ridisegnato i contorni dei ruoli specifici, della funzione e dei diritti dei nonni (si pensi al decreto legislativo 154/13, art. 317 bis che attribuisce loro il diritto autonomo di promuovere azioni legali). 

Ma non basta. Perché, come spesso accade di fronte al cambiamento, i modelli cui ispirarsi appaiono obsoleti e, nel caso specifico, sarebbe necessario reinventare il profilo e il ruolo dei nonni che, vivendo in una società in continua evoluzione, non può restare insensibile agli effetti della globalizzazione. Condizione questa che, se da un lato ha permesso la condivisione di nuovi saperi e interessanti conquiste, dall’altro ha reso l’essere umano più vulnerabile. Valga, come esempio, l’influenza e il condizionamento dei media sugli stili di vita, sui modelli relazionali, sulla visione del futuro, all’interno delle comunità.

Saggezza e bene comune sono i must cui le nuove generazioni devono riferirsi per lanciare il ponte alle società del futuro, in cui particolare attenzione va dedicata al ruolo rinnovato che i nonni dovranno esercitare. Bisogna partire dalla consapevolezza che essi possono rafforzare e consolidare le capacità del bambino, dell’adolescente e del giovane, che possano incoraggiare i nipoti nello sviluppo della loro personalità, nel raggiungimento dei loro obiettivi affinché si realizzino quelle condizioni umane necessarie per poter essere protagonisti esclusivi del proprio futuro, in particolare nel momento in cui non si è più bambini e non si è ancora adulti, una fase della vita in cui fenomeni di bullismo e di devianza minorile trovano terreno fertile.

Il nonno e la nonna hanno dunque una funzione necessaria, inderogabile, cogente, che consente loro di divenire punto fermo, in un periodo di crisi e di messa in discussione dei sistemi di riferimento e di equilibrio personale dei cari nipoti. Torna utile, nell’esercizio di un ruolo così importante l’evidente “ringiovanimento” e crescita della categoria “nonni” nell’età età compresa tra i 50 e i 60 anni. Una realtà nel nostro Paese rappresentata da circa 12 milioni di persone, con un’aspettativa di vita in costante aumento (siamo secondi al mondo dopo il Giappone) che porta inevitabilmente ad un cambiamento di stili di vita e di responsabilità sociali. Un mondo, quello dei nonni, che va analizzato con attenzione e messo nelle condizioni di operare per svolgere nuove funzioni e divenire collante in una società in continua evoluzione, in cui si appalesa sempre più la vulnerabilità delle famiglie.

L’avvio di nuove politiche per l’invecchiamento attivo, può rappresentare un utile strumento per scongiurare il luogo comune che sottolinea, da sempre e in maniera strisciante, la dicotomia tra l’investire sui giovani, sul loro welfare, e agevolare un rinnovato ruolo dei nonni. Entrambi rappresentano due facce della stessa medaglia che deve essere contrapposta all’ageismo, al pregiudizio e alla svalorizzazione ai danni di un individuo, in particolare verso le persone anziane. 

L’ultimo rapporto Onu/Oms sull’ageismo ha evidenziato la necessità di adottare politiche e strumenti legislativi che affrontino questo fenomeno carsico, in maniera particolare nel campo sanitario, riducendo drasticamente i pregiudizi sull’invecchiamento attivo, condizione ineludibile per raggiungere gli obiettivi fissati nell’Agenda Onu 2030: benessere delle generazioni del domani e un senso di armonica continuità fra le diverse generazioni. Continuare invece a celebrare anniversari e feste di facciata sono la forma più classica di “cinismo mascherato”, che non agevola il percorso verso l’auspicata “equità intergenerazionale” fondamento di progresso vero. © RIPRODUZIONE RISERVATA

di Italia Libera   
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