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I cinghiali appestati di Roma, i rifiuti per strada e il coraggio amministrativo che manca

di Italia Libera   
I cinghiali appestati di Roma, i rifiuti per strada e il coraggio amministrativo che manca

Finché le strade della Capitale saranno ingombre di rifiuti alimentari, prospereranno topi, cinghiali, di notte volpi e chissà cos’altro ancora. Tutto fuorché i residenti amanti dell’igiene e che pur praticando la raccolta differenziata non possono sottrarsi ai danni procurati dai loro vicini i quali invece gettano per strada i sacchetti di rifiuti. Con la peste suina la questione si fa più inquietante. La nuova Giunta comunale del sindaco Gualtieri si perde in chiacchiere su di un inceneritore chiamato termovalorizzatore ma siamo sempre lì mentre si parla di riaprire Malagrotta e altre discariche

Il corsivo di VITTORIO EMILIANI
NON BASTAVANO I cinghiali a spasso per Roma in frotte, ci mancava la peste suina che ha colpito mortalmente alcuni di loro e che ne fa anche un problema sanitario di non poco momento. Infatti bisogna eliminare al più presto le carcasse, incenerirle, affinché il morbo non si sparga e diventi epidemico. Il problema centrale è sempre quello dei rifiuti, finché le strade di Roma ne saranno ingombre, prospereranno topi, cinghiali, di notte volpi e chissà cos’altro ancora. Tutto fuorché i residenti amanti dell’igiene e che pur praticando (e non tutti purtroppo la praticano) la raccolta differenziata non possono sottrarsi ai danni procurati dai loro vicini i quali invece gettano per strada i sacchi e sacchetti di rifiuti attirando così cinghiali e altri animali incompatibili con un sano vivere collettivo nelle città. 

Con la peste suina poi la questione si fa ancora più inquietante anche perché la nuova Giunta comunale si perde in chiacchiere su di un inceneritore chiamato termovalorizzatore ma siamo sempre lì nei dintorni mentre si parla di riaprire Malagrotta e altre discariche. Gira e rigira siamo sempre alle solite, senza voli, senza atti di coraggio. Del resto non prometteva molto la nomina all’assessorato più delicato della ex presidente del I Municipio Sabrina Alfonsi che in quella veste non aveva nemmeno risposto alle ripetute richieste di rimuovere vecchie insegne luminose che da palazzi storici di pregio impattavano (e ancora impattano) su Castel Sant’Angelo. 

Vorrei ricordare che negli anni ’80 il presidente del I Municipio l’allora giovane dc Enrico Gasbarra rispose subito positivamente alla campagna lanciata da Vittorio Roidi sul Messaggero con felice slogan “Il centro storico non è un bazar”, in poco tempo Via del Corso venne ripulita dall’amministrazione comunale di tutte le insegne commerciali. Appelli su appelli invece sono rimasti lettera morta alle orecchie di Sabrina Alfonsi oggi promossa assessore. E a terra non va meglio e quindi è mensa grassa per topi (se uno dei tanti gabbiani planando all’improvviso non se ne porta via qualcuno) e cinghiali ora per giunta appestati e quindi destinati a morire per strada. Cosa pensa di fare l’amministrazione comunale capitolina, in senso strategico intendiamo?  Qui non basta metterci una pezza. Ci vuole una strategia. Energica e diffusa. © RIPRODUZIONE RISERVATA

di Italia Libera   
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