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Pubblicati i verbali del comitato scientifico, ecco chi decise di mettere l'Italia in lockdown

a documentazione, come annunciato dalla stessa Fondazione, è stata messa a disposizione dal governo che ha deciso di desecretare i verbali. Sul sito della Fondazione sono ora pubblicati i verbali delle riunioni del 28 febbraio, 1 marzo, 7 marzo, 30 marzo e 9 aprile.

di Adnkronos   

Sono stati pubblicati, sul sito della Fondazione Luigi Einaudi, i verbali delle riunioni del Comitato tecnico scientifico posti a base dei Dpcm governativi per l'emergenza Coronavirus in Italia. La documentazione, come annunciato dalla stessa Fondazione, è stata messa a disposizione dal governo che ha deciso di desecretare i verbali. Sul sito della Fondazione sono ora pubblicati i verbali delle riunioni del 28 febbraio, 1 marzo, 7 marzo, 30 marzo e 9 aprile.  

"I verbali del Cts sono stati consegnati a chi ne ha fatto richiesta", ha sottolineato il ministro della Salute, Roberto Speranza, nell'informativa al Senato sul contenuto dei provvedimenti di attuazione delle misure di contenimento per evitare la diffusione di Covid-19, evidenziando tra gli applausi dell'aula che "la trasparenza è una regola fondamentale".

La comunicazione da parte del governo sul via libera alla pubblicazione della documentazione è arrivo agli avvocati della Fondazione, Rocco Todero, Andrea Pruiti Ciarello ed Enzo Palumbo. "E’ stato così accolto l’appello che il presidente della Fondazione Einaudi, Giuseppe Benedetto, ha rivolto al presidente del Consiglio Conte di far prevalere informazione e trasparenza rispetto ad elementi di tale rilevanza per la vita dei cittadini italiani", ha scritto sui social la Fondazione. La desecretazione dei verbali era stata sollecitata nei giorni scorsi non solo dai partiti dell'opposizione ma anche dal Copasir, tramite il suo presidente Raffaele Volpi.

Il verbale del 28 febbraio

In quello del 28 febbraio il comitato definiva “complessa” la situazionein Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, a differenza di Friuli-Venezia Giulia, Liguria e Piemonte dove non si erano verificati casi “con modalità di trasmissione non note”. Poi viene proposta la prosecuzione di tutte le misure di contenimento già adottate: sospensione di tutte le manifestazioni organizzate, di carattere non ordinario e di eventi in luogo pubblico o privato, anche di carattere culturale, ludico, sportivo o religioso, anche se svolti in luoghi chiusi, ma aperti al pubblico (es: grandi eventi, cinema, teatri, discoteche, cerimonie religiose). Si propone che tale misura sia prorogata sino all’8 marzo 2020″.  È in questo verbale che compare la conferma di “tutte le misure previste per la cosiddetta ‘zona rossa’, ovvero per gli undici comuni di Lombardia e Veneto dove si stava maggiormente diffondendo la pandemia da coronavirus. Gli undici comuni, indicati dal dpcm del 23 febbraio precedente, erano Bertonico, Casalpusterlengo, Castelgerundo, Castiglione D’Adda, Codogno, Fombio, Maleo, San Fiorano, Somaglia, Terranova dei Passerini in Lombardia e Vò Euganeo in Veneto.

Il verbale del 1 marzo e il divieto degli abbracci

In questo "il Cts esprime la raccomandazione generale che la popolazione, per tutta la durata dell'emergenza, debba evitare, nei rapporti interpersonali, strette di mano e abbracci". Così scriveva il Comitato Tecnico Scientifico l'1 marzo scorso in una delle riunioni dopo l'esplosione del coronavirus in Italia. Il 9 marzo, poi, il premier Giuseppe Conte avrebbe annunciato il lockdown. Nel verbale c’è il riferimento alle strutture private: “L’utilizzo delle strutture private accreditate dovrà essere valutato prioritariamente per ridurre la pressione sulle strutture pubbliche mediante trasferimento e presa in carico di pazienti non affetti da Covid 19″. Erano i giorni in cui gli ospedali ricevevano malati, anche già gravissimi, e stavano esaurendo i posti nelle terapie intensive.

Il verbale del 7 marzo

Il Comitato tecnico scientifico, nel verbale del 7 marzo, individua "le zone cui applicare le misure di contenimento della diffusione del virus più rigorose rispetto a quelle da applicarsi all'intero territorio nazionale, nelle seguenti: Regione Lombardia, e province di Parma, Piacenza, Rimini, Reggio Emilia e Modena; Pesaro e Urbino; Venezia, Padova e Treviso, Alessandria e Asti". Dunque l'indicazione era di misure differenziate per territori.

Il 9 marzo viene annunciato il lockdown totale dell'Italia. Il giorno successivo alla riunione del Comitato tecnico scientifico, l'8 marzo, il premier Giuseppe Conte annuncia il Dpcm con il quale si dispone, come suggerito dagli esperti, misure più stringenti per la Lombardia e altre 14 province (oltre a quelle individuate dal Cts si aggiungono anche Novara, Verbano Cusio Ossola e Vercelli).

Il 9 marzo, invece, arriva la chiusura totale di tutta Italia con il decreto #iorestoacasa, che prevede anche lo stop agli spostamenti, la chiusura delle scuole fino al 3 aprile e il blocco di ogni manifestazione sportiva, compresi i campionati di calcio. Il verbale del Cts sulle chiusure è del 7 marzo ed è il numero 21. Il verbale successivo pubblicato dalla Fondazione Einaudi è il numero 39 del 30 marzo. Per cui al momento mancano i verbali delle altre 18 riunioni degli esperti. Sul sito della Fondazione sono solo 5 i documenti consultabili. 

Il verbale del 30 marzo: il decalogo per i bimbi

In uno dei verbali pubblicati oggi dalla Fondazione Einaudi, e risalente al 30 marzo scorso, il Comitato Tecnico Scientifico proponeva un decalogo per i bambini durante il lockdown. Si tratta del verbale numero 39 del 30 marzo nel paragrafo "raccomandazioni per bambini". Si parte dall'organizzazione della giornata fino ad arrivare all'insegnamento di hobby o attività motorie. Il punto numero 2, per esempio, consiglia di "evitare di tenere sempre accesa la televisione e/o la radio, ma selezionare, ogni giorno, cosa vedere (importante evitare che si tratti sempre di coronavirus). Raccomandata, ovviamente, l'attività all'aperto mantenendo le distanze ed evitando assembramenti, ma anche la possibilità di ritagliare uno spazio della giornata in cui "ogni componente del nucleo familiare racconta qualcosa a turno".

Nel verbale, inoltre, il Cts propone il modello-tipo della giornata per i bambini: "Sveglia, bagno, colazione (compreso sparecchiare, mettere in ordine e lavaggio denti), igiene personale, attività domestiche, attività 'scolastiche', contatto telefonico e/o video con amici e parenti (nonni, zii, cugini), pranzo (compreso sparecchiare e mettere in ordine, attività libera (televisione, computer, ecc), attività 'scolastiche', merenda (compreso sparecchiare, mettere in ordine e lavaggio denti), uscita di casa (dal cortile, alla spesa), attività ludico/ricreativa (hobby), cena (compreso sparecchiare, mettere in ordine e lavaggio denti), igiene personale, a letto (lettura e/o favola)".

Verbale del 9 aprile:  favorire il lavoro a distanza

"E' auspicabile che il lavoro a distanza continui ad essere favorito anche nella fase di progressiva riattivazione del lavoro". Lo scriveva il Cts nel verbale n.49 relativo alla riunione dello scorso 9 aprile. Il lavoro a distanza è definito dal Cts "utile e modulabile strumento di prevenzione in molti settori". Il Cts raccomandava inoltre che "si realizzi un rafforzamento delle misure di supporto per la prevenzione dei rischi connessi a questa tipologia di lavoro, in particolare fornendo assistenza nell'uso di apparecchiature e software nonché degli strumenti di videoconferenza, incoraggiando a fare pause regolari". In aggiunta, precisava il Comitato, "il management dovrà tenere conto della necessità di garantire il supporto ai lavoratori che si sentono in isolamento e a quelli che contestualmente hanno necessità di accudire i figli".

 
di Adnkronos   
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