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Ultimo volo Usa dall'Afghanistan: "Non è rimasto più neanche un marine". Fine di un fallimento durato 20 anni

Nella tarda serata del 30 agosto si è sollevato il velivolo che riporta a casa gli ultimi marines. Il Paese è nel caos, media Usa durissimi con Biden

Cristiano Sanna Martinidi Cr.S.   
Volo militare sull'aeroporto Karzai di Kabul: attorno, il caos (Foto Ansa)
Volo militare sull'aeroporto Karzai di Kabul: attorno, il caos (Foto Ansa)

Finisce la guerra più lunga in cui siano mai stati impegnati gli Stati Uniti d'America. Nella tarda serata del 30 agosto, con un giorno di anticipo sulla scadenza fissata dal presidente Joe Biden secondo gli accordi di Doha, l'ultimo aereo con a bordo personale americano ha lasciato Kabul. L'annuncio è arrivato in tv dal generale Kenneth McKenzie, capo del comando centrale Usa che ha confermato che nel Paese non resta più nemmeno un marine. Finisce così un lunghissimo fallimento, quello che aveva portato gli Usa a guidare la nuova invasione armata dell'Afghanistan (dopo quelle inglesi e russe) alla ricerca dei responsabili dell'attentato alle Torri Gemelle, del quale fra qualche giorno pure ricorrerà il ventennale. 

Torna padrone "il terrorismo che abbiamo sconfitto"

Gli Usa feriti e scossi dai due aerei civili dirottati contro il World Trade Center, scatenavano la controffensiva alla ricerca di Osama Bin Laden, l'uomo ritenuto responsabile di aver progettato quell'attentato epocale. Iniziava la guerra iper tecnologica dell'era Obama, con raid chirurgici (ma spesso con vittime collaterali civili), uso massiccio di droni, blitz fulminanti. Si credeva che bastassero a sconfiggere le forze del male, a radere al suolo la presenza terroristica. Non è stato così e il grave attentato con due kamikaze di qualche giorno fa, capace di uccidere 170 persone di cui 13 americani, ha ridotto in lacrime l'anziano Biden che poco prima era andato in tv a dire che gli Usa non erano andati in Afghanistan per stabilizzare quel Paese, ma solo per distruggere i terroristi. Che ora tornano padroni in una terra di nuovo sotto il controllo dei talebani, che già impongono l'esilio femminile da alcune professioni e impediscono che si vada a scuola in classe mista. 

Il caos all'aeroporto e l'addio con i razzi addosso

Le scene di disperazione che continuiamo a vedere, provenienti dall'aeroporto di Kabul, con genitori disperati che gettano i loro figli piccoli in braccio ai soldati perché li portino via, e giovani che sfidano le frustate dei talebani tentando di imbarcarsi su uno dei voli che se ne va dal Paese, sono la conferma di un fallimento costato miliardi di dollari e migliaia di caduti militari. Senza dimenticare le vittime civili. A peggiorare l'immagine americana, l'intercettazione di cinque razzi lanciati contro lo scalo mentre partivano gli aerei. Ora tutto è bloccato, i residenti non possono più avvicinarsi all'area. I talebani trattano con i turchi per la gestione dell'aeroporto, con la Turchia, la Russia e la Cina parla anche l'Ue che punta moltissimo sul G20 imminente per trovare una strategia condivisa post abbandono americano, con Biden restio ad aprire a collaborazioni con Putin e Xi Jinping. 

Il disordine degli ordini, e il raid sotto accusa

Nel mentre i media Usa, che attaccano unanimamente Biden per la decisione di ritirare il contingente dall'Afghanistan, documentano e criticano il disordine degli ordini dei vertici militari, compresi quelli successivi all'allarme lanciato dagli 007 per quell'attentato che è poi avvenuto, la strage dell'aeroporto. Ed è sotto accusa il raid americano con cui l'amministrazione Biden aveva detto di aver neutralizzato un'auto dell'Isis carica di esplosivo, e nel quale è andata distrutta la casa della famiglia Ahmadi, con dieci morti, di cui sette bambini, pare per un colpo diretto e dunque errato. Nel mentre tornano i veli sui visi delle donne professioniste, le giornaliste vanno in tv senza mostrare il voto, i manifesti pubblicitari sul make up vengono cancellati. E l'Isis-Khorasan torna a colpire. 

Cristiano Sanna Martinidi Cr.S.   
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