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Ucraina, la "linea rossa" di Biden: viaggio in Europa e nuovi scenari. Guardando alle elezioni di Mid-term

Senatori e deputati chiedono ora alla Casa Bianca di dimostrare concretamente e non più in termini ideologici e astratti che vuole davvero aiutare chi si batte per la “democrazia contro l’autocrazia”. Ma la determinazione americana in difesa della democrazia ha rilevanti limiti strategici

Alberto Flores d'Arcaisdi Alberto Flores d'Arcais   
Lo statunitense Biden e il russo Putin durante un vertice negli anni scorsi (Foto Ansa)
Lo statunitense Biden e il russo Putin durante un vertice negli anni scorsi (Foto Ansa)

Lei è il leader degli Usa, le chiedo di essere il leader del mondo”. L’appello a Biden del presidente ucraino Volodomyr Zelensky, lanciato durante il suo discorso in collegamento con il Congresso - dove ha presentato un devastante montaggio video con i missili di Putin che distruggono le città ucraine e la carneficina delle popolazioni civili - ha colpito, parzialmente, nel segno. La Casa Bianca mantiene ferma la sua ‘linea rossa’ (niente ‘no-fly zone’ sui cieli dell’Ucraina, niente caccia da combattimento a Kyiv), ma il presidente Usa ha definito il dittatore russo “un criminale di guerra” e ha promesso nuovi aiuti militari (armi anti-carro e anti-aeree) per quasi un miliardo di dollari.

Da quando è entrato alla Casa Bianca 14 mesi fa, Biden ha spesso parlato della “battaglia ideologica tra democrazie e autocrazie” in corso nel mondo, promettendo l’aiuto degli Stati Uniti a tutti coloro che hanno scelto di combattere per la libertà. L’invasione russa e la guerra di sterminio che Putin ha lanciato contro il popolo ucraino è in corso da tre settimane, la resistenza ucraina sta compiendo miracoli da un punto di vista militare, vista la disparità delle forze in campo, ma il terrore indiscriminato contro le popolazioni civili (con tre milioni di profughi) ha convinto una buona parte del Congresso che occorre fare molto di più. Senatori e deputati chiedono ora alla Casa Bianca di dimostrare concretamente e non più in termini ideologici e astratti che vuole davvero aiutare chi si batte per la “democrazia contro l’autocrazia”.

La determinazione americana in difesa della democrazia ha rilevanti limiti strategici. La guerra di Putin, autocrate in possesso di armi nucleari che potrebbero essere rivolte contro l’Occidente (lo ha minacciato apertamente), ha finora limitato l’intervento americano, della Nato e dell’Europa alle pesanti sanzioni economiche e all’invio di armi più o meno efficaci. La Casa Bianca ha escluso categoricamente l’invio di truppe (anche sotto veste di consiglieri militari), per evitare un conflitto diretto con la Russia che scatenerebbe la Terza Guerra Mondiale.

Elezioni vicine, Biden forza la mano

Con un indice di popolarità sempre molto basso - e con le elezioni di Mid-Term di novembre che si avvicinano - Biden ha deciso di forzare la mano agli alleati europei sulle sanzioni (la scorsa settimana ha vietato le importazioni di petrolio e gas russo) e la prossima settimana sarà a Bruxelles per partecipare al vertice della Nato. Con il compito di unificare al meglio l’Alleanza Atlantica nell’immediato (come risposta alla guerra) e nel futuro a medio termine. Il viaggio dei primi ministri di Polonia, Slovenia e Repubblica Ceca a Kyiv, ha creato diversi malumori in Europa e nella Nato, perché è stata vista come una forzatura non concordata, gli Usa intendono pianificare le mosse per il nuovo scenario che i comandi americani dell’Alleanza Atlantica prevedono, cioè un’Europa molto meno sicura, qualunque sia l’esito della guerra-invasione e il futuro dell’Ucraina.

Nuovi scenari militari e politici in Europa

L’Intelligence americana (su questo concordano anche diversi servizi segreti europei) è convinta che il dispiegamento di nuove truppe, di armi e altre attrezzature militari ai paesi-membri più vicini geograficamente alla Russia sia solo la prima ondata di quella che sarà probabilmente una massiccia militarizzazione dell’Europa orientale: per opporsi alle mire imperialiste di Putin a una Bielorussia asservita al Cremlino e - nel caso peggiore - ad un’Ucraina annessa o pro-russa. Attualmente ci sono 100mila soldati americani in Europa, 40mila sotto il comando diretto della Nato, quasi tutti nel fianco orientale dell’Alleanza Atlantica. Gli Stati Uniti stanno schierando batterie di difesa aerea Patriot in Polonia, mentre la Germania e l’Olanda stanno facendo lo stesso in Slovacchia.

Per Julianne Smith, ambasciatrice americana presso la Nato, “questa è una storia in evoluzione, ed è lungi dall’essere finita”. Annunciando “altri passi che collettivamente possiamo prendere per rafforzare il fronte est dell’Alleanza Atlantica, con un piano più dettagliato a medio e lungo termine”. Se Putin contava su una smilitarizzazione dell’Europa orientale ha fatto decisamente male i conti.

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