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Erdogan lancia l'offensiva su Kobane. Di Maio: "Pronto il decreto per bloccare gli armamenti alla Turchia"

L'appello di Conte per l'embargo europeo sulle armi, Francia e Germania già in campo ma Erdogan tira dritto e punta a Ovest dell'Eufrate

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Carri armati, mezzi blindati e unità militari dell'esercito turco e delle milizie arabe filo-Ankara sono entrate nel Nord della Siria con l'obiettivo di sferrare l'attacco alla città curda di Kobane dal fronte occidentale. "L'approccio" mostrato dalla "Russia non sarà un problema a Kobane" per il nostro attacco, ha detto il premier turco Recep Tayyip Erdogan, nel suo primo commento dopo l'intesa raggiunta dai curdi con il regime siriano e con la mediazione russa per difendersi dall'offensiva di Ankara. "In questo momento girano molte voci", ha aggiunto Erdogan, sminuendo gli effetti immediati dell'accordo dei curdi con Damasco per proteggere Kobane, dopo l'abbandono dell'avamposto da parte dei marines americani per volere di Trump. 

Offensiva all'avamposto strategico curdo

Non solo Kobane. Il presidente turco ha infatti preso di mira un altro avamposto curdo con l'offensiva sulla cittadina di Manbij a Ovest dell'Eufrate. "Il nostro accordo con gli Stati Uniti prevedeva che Manbij fosse evacuata dai terroristi in 90 giorni. È passato un anno e Manbij non è ancora stata evacuata", ha sottolineato Erdogan. Le truppe turche hanno quindi iniziato insieme alle milizie arabe filo-Ankara l'offensiva su Manbij, località strategica controllata dai curdi a ovest del fiume Eufrate. Lo riferisce via Twitter un leader degli stessi combattenti filo-turchi, Mustafa Seijari.

Ue condanna Turchia e stop armi

Intanto l'Europa batte un colpo: "L'Ue condanna l'azione militare della Turchia che mina seriamente la stabilità e la sicurezza di tutta la regione". Si legge nel testo di conclusioni del Consiglio esteri dell'Ue sull'offensiva militare di Ankara nel nord est della Siria, in cui si sancisce anche "l'impegno degli Stati a posizioni nazionali forti rispetto alla politica di export delle armi". Inoltre nel documento si richiede un "incontro ministeriale della Coalizione internazionale contro Daesh".

Erdogan: i Paesi Ue-Nato sono ipocriti

Peccato che a Erdogan importi poco data la sua reazione: "La Turchia è membro della Nato? Lo è. La maggioranza dei Paesi Ue sono membri Nato? Lo sono. Da quando le organizzazioni terroristiche vengono difese da membri della Nato?". Erdogan accusa i Paesi europei della Nato di "ipocrisia" e "incoerenza" nel loro sostegno ai curdi in Siria. Per lui "Con l'operazione Fonte di pace, la Turchia ha intrapreso un passo vitale quanto l'operazione a Cipro del 1974", quando l'esercito di Ankara occupò la parte settentrionale dell'isola in risposta a un tentativo di golpe filo-greco. 

Trump: grandi sanzioni alla Turchia in arrivo 

Chissà che non gli importi di più delle minacce americane. "Grandi sanzioni" sulla Turchia in arrivo: lo twitta il presidente americano Donald Trump a proposito dell'offensiva delle forze di Ankara nel nord Siria. Il tycoon poi scrive: "Veramente c'è qualcuno che pensa che dovremmo andare in guerra con un membro della Nato come la Turchia? Basta alle guerre senza fine". Gli Stati Uniti sono quindi pronti a varare una prima ondata di sanzioni contro la Turchia, probabilmente già nelle prossime ore. Lo afferma una fonte dell'amministrazione Usa all'agenzia Bloomberg spiegando come le prime misure riguarderanno singole persone. Intanto alla Casa Bianca è un susseguirsi di briefing e incontri tra i principali responsabili della sicurezza nazionale per mettere a punto la strategia da portare avanti nella crisi siriana.

 

Truppe di Damasco verso il confine turco

Intanto le forze governative siriane sono avanzate nel nord-est siriano e sono arrivate ad Ayn Issa, tra Raqqa e il confine turco, come riferisce la tv di Stato siriana che mostra le immagini "in diretta" delle truppe di Damasco nella località siriana, 50 km a sud della frontiera turca. La decisione di Damasco di inviare  proprie truppe nel nordovest della Siria segue un accordo tra il regime di Bashar al-Assad e l'amministrazione curda.

"Per evitare e affrontare questa aggressione è stato raggiunto un accordo con il  governo siriano. In questo modo l'esercito siriano può essere  dispiegato lungo il confine siro-turco per aiutare le Forze democratiche siriane (Fds)". L'obiettivo, prosegue la nota, è quello di "liberare le città siriane occupate dall'esercito turco, come Afrin" nel nordovest. Il generale curdo Ismet Sheikh Hasan ha detto all'agenzia di stampa russa Rt che dalla notte le truppe siriane e russe possono entrare a Kobane e Manbij per contribuire a contrastare i turchi.

Decine di civili uccisi, colpito un convoglio di giornalisti

Altri 24 civili sono stati uccisi oggi nel corso dell'offensiva turca in corso, secondo quanto riporta L'Osservatorio siriano per i diritti umani (Ondus). I raid turchi sulla città siriana di Ras al-Ain - inoltre - avrebbero colpito un convoglio sul quale viaggiavano giornalisti stranieri. Almeno un giornalista straniero è stato ucciso oggi e altri sono rimasti feriti nel bombardamento di artiglieria dell'esercito turco nel nord-est della Siria. Lo riferiscono fonti della zona di Qamishli secondo le quali non vi sono indicazioni certe sulla nazionalità del reporter. Circolano notizie di almeno altri due giornalisti stranieri uccisi ma non vi sono conferme. 

Conte: Italia capofila dello stop alla vendita di armi

E l'appello congiunto di Makron e Merkel a mettere fine immediatamente all'offensiva turca sembrano cadere nel vuoto. Comune anche l'embargo sull'export di armi verso la Turchia. Un tema sul quale è tornato ancora oggi il presidente del consiglio italiano, Giuseppe Conte, che ribadisce che "non è vero che l'Italia è rimasta indietro" sull'embargo alle armi alla Turchia, "l'Italia è capofila di una decisione forte dell'Ue sul tema, ma deve essere unitaria, altrimenti non è efficace. Se siamo capofila di una simile decisione non vuol dire mica che vogliamo vendere armi a Ankara", ha spiegato il premier ad Avellino. 

Decreto italiano

Nelle prossime ore l'Italia varerà un decreto ministeriale "che devo firmare come ministro degli Esteri" per bloccare "l'export di armamenti verso la Turchia per tutto quello che riguarda il futuro dei prossimi contratti e dei prossimi impegni". Lo ha annunciato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio a margine del Consiglio europeo. "Non importa portare" l'iniziativa dell'embargo sugli armamenti alla Turchia in Parlamento perché "per le nostre regole - ha aggiunto Di Maio - si tratta di un decreto ministeriale, come quello che abbiamo firmato sui rimpatri" della settimana scorsa, ha spiegato Di Maio al termine del Consiglio Ue.

Sassoli: embargo scontato

"L'embargo delle armi" alla Turchia "mi sembra scontato. Sarebbe assurdo se non ci fosse un provvedimento di questo genere", ha detto il presidente dell'Europarlamento David Sassoli, a margine di un convegno alla Casa della carità a Milano. "Dobbiamo passare a delle sanzioni molto concrete. Spero che oggi il Consiglio europeo dei ministri degli Esteri prenda delle decisioni in questo senso", ha aggiunto Sassoli. 

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