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La frase di Trump su Putin censurata in Russia. Germania e Svezia: "Daremo più armi all'Ucraina"

La tregua e la pace appaiono lontanissime. Cresce la tensione con USA, UE e Onu. Il memorandum russo in quattro punti e il maggior impegno Ue

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Zelensky, Trump, Putin (montaggio da foto Shutterstock)
Zelensky, Trump, Putin (montaggio da foto Shutterstock)

La prospettiva di una pace in Ucraina appare oggi più remota che mai. Secondo fonti internazionali e dichiarazioni sempre più esplicite, è lo stesso Vladimir Putin a rifiutare ogni ipotesi di tregua o trattativa con Volodymyr Zelensky. "Putin è impazzito. Sta uccidendo molte persone. Missili e droni contro le città in Ucraina per nessuna ragione", ha dichiarato Donald Trump, in una frase che i media russi avrebbero tentato di censurare. "Ho sempre detto che voleva tutta l'Ucraina e forse ora si sta rivelando giusto. Ma se lo fa, porterà alla caduta del suo Paese", ha aggiunto l'ex presidente USA. Intanto, l'offensiva russa prosegue, con droni e bombardamenti che colpiscono anche Kiev e le regioni vicine a Kursk. E mentre Mosca afferma di essere pronta a discutere a Istanbul, le azioni militari confermano un chiaro intento espansionista.

Memorandum di Mosca: quattro condizioni per la pace

Dopo quasi tre anni e mezzo di guerra dall'invasione del 2022, la Russia parla di un documento per la cessazione del conflitto. Il vicepresidente del Consiglio della Federazione Konstantin Kosachev ha annunciato che il memorandum russo sulla pace è in fase finale, mentre il ministro degli Esteri Sergey Lavrov ne conferma la stesura.

Secondo indiscrezioni, i punti chiave del memorandum sarebbero: 1) ritiro delle forze ucraine dai territori annessi dalla Russia; 2) instaurazione di un governo non anti-russo; 3) neutralità militare dell'Ucraina, come dichiarato negli anni '90; 4) divieto di armamenti offensivi. Ma secondo la stampa russa, l'entusiasmo di Mosca per una tregua è attualmente "prossimo allo zero", e il conflitto potrebbe proseguire fino all'autunno.

Più armi a Kiev: la risposta dell'Occidente

Mentre Trump critica apertamente Putin, l'Europa rafforza il sostegno militare a Kiev. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha annunciato la revoca delle restrizioni sulla gittata delle armi fornite all'Ucraina. "Né noi, né gli inglesi, né i francesi, né gli americani abbiamo più limiti sulla gittata. Ora l'Ucraina può difendersi anche attaccando posizioni in Russia", ha dichiarato al Europaforum di WDR. Anche la Svezia ha deciso di intervenire, con un pacchetto di aiuti militari da 443 milioni di euro. Mosca ha liquidato le dichiarazioni di Trump definendole "sovraccarico emotivo", ma ha avvertito che il conflitto potrebbe radicalizzarsi ulteriormente.

Onu e Cremlino: accuse reciproche e nuove minacce

Nel tentativo di ribaltare la narrazione, la Russia ha chiesto una nuova riunione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU. Lo ha annunciato Dmitri Polyansky, vice rappresentante russo presso le Nazioni Unite: "La Grecia, presidenza di turno, convocherà l'incontro il 30 maggio". Secondo Mosca, gli alleati europei di Kiev "ostacolano la risoluzione del conflitto". Pochi giorni prima, proprio gli europei avevano richiesto un incontro Onu sulla crisi umanitaria ucraina. Intanto, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha accusato gli USA di essere a conoscenza dell'uso dei missili a lunga gittata con componenti americani forniti all'Ucraina: "Qualsiasi arma europea ha microchip americani, e serve il permesso degli USA per l'uso".

Peskov ha aggiunto che, se confermata la revoca dei limiti sulla gittata dei missili, ci sarebbe una "grave escalation" del conflitto. Alla domanda se Washington conosca le modalità d'impiego, ha risposto: "Beh, in generale sì, certo". E in merito ai raid ucraini sul territorio russo, ha concluso: "La Russia agirà per difendersi, indipendentemente da cosa dica Trump o dal fatto che siano in corso processi di pace".

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