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La tregua nella Siria del Nord è troppo fragile: ecco che fine faranno i curdi

L'incontro di Ankara tra Erdogan e il vicepresidente americano Pence ha portato il cessate fuoco, ma i curdi dovranno far posto a militari turchi, milizie turcomanne e bande di jihadisti

Alberto Negridi Alberto Negri   
La tregua nella Siria del Nord è troppo fragile: ecco che fine faranno i curdi

La fragile tregua nella Siria del Nord tra i turchi e curdi, se sarà rispettata, affonderà il Rojava, unico esperimento davvero democratico della regione. Si tratta dell’ennesima spartizione del Medio Oriente attuata con una pulizia etnica che è già costata centinaia di morti e migliaia di profughi. In poche parole la comunità internazionale premia Erdogan e il tutto sarà sancito da due belle strette di mano: la prima tra Putin il presidente turco martedì a Sochi, sul Mare Nero, la seconda tra Erdogan e Trump alla Casa Bianca il 13 novembre prossimo.

Il cantone curdo di Afrin ai turchi

La Turchia si è già portata a casa l’anno scorso il cantone curdo di Afrin _ nessuno allora disse una parola_ e adesso punta a prendersi un bel pezzo di Rojava, con una profondità di 30 chilometri. Con il consenso degli americani ma anche della Russia, perchè a Sochi si taglieranno le ultime fette della torta siriana, cioè si farà la spartizione di territori e zone di influenza. Non è una novità. L’operazione Ramoscello d’ulivo dei turchi ad Afrin avvenne con la Russia che poco prima dell’inizio si ritirava dalle sue basi nel cantone e la sua aviazione controllava ancora lo spazio aereo in cui agivano i jet turchi. Mentre gli Stati Uniti, che avevano fatto dei curdi la loro fanteria contro l’Isis, non fecero alcuna protesta diplomatica.

I curdi dovranno far posto a militari turchi

I curdi, secondo il cessate il fuoco raggiunto dopo l’incontro di Ankara di giovedì tra Erdogan e il vicepresidente americano Mike Pence, dovranno far posto a militari turchi, milizie turcomanne, bande di jihadisti amici della Turchia, ex prigionieri dell’Isis e profughi arabo-siriani a volontà. Dalla condanna universale e allo sdegno per il tradimento Usa dei curdi si è passati in meno di una settimana all’accordo tra potenze.

Gli Usa toglieranno le sanzioni minacciate ad Ankara

Gli americani così toglieranno al più presto le sanzioni minacciate ad Ankara lasciando gli europei con il cerino in mano del finto embargo sulle armi. Del resto sanzionare Erdogan è sconveniente: al principe assassino Mohammed bin Salman, responsabile dei massacri di civili in Yemen e dell’uccisione barbara del giornalista Jamal Khashoggi, non solo non sono state imposte sanzioni ma inviati 3mila soldati Usa per proteggerlo dopo l’attacco agli impianti petroliferi e ora Washington gli vende pure un paio di centrali nucleari.

Che cosa accadrà adesso ai curdi

Cosa accadrà adesso ai curdi che gli Usa avevano usato come fanteria contro il Califfato ed erano stati osannati dal mondo occidentale? Nel caso del Rojava le vittime curde possono avere un aiuto, assai interessato, soltanto da parte di Assad e della Russia nel caso vogliano contribuire all’obiettivo di Damasco e di Mosca di fare pressioni su Erdogan per liberare Idlib dai jihadisti, città ai confini con la Turchia che ha una rilevante importanza strategica sull’asse di collegamento Aleppo-Hama-Homs-Damasco. Insomma i curdi si troveranno ancora una volta manovrati, soprattutto se sarà data loro la possibilità di organizzare una guerriglia contro Ankara. Ma intanto, lasciati dagli Usa senza contraerea, i curdi sono stati esposti ai raid turchi senza possibilità di difendersi. Il tradimento resta, comunque venga venduto dalla propaganda americana.

L'Europa pronta a pagare ancora Erdogan 

Sull’orlo della Brexit l’Europa ingurgita tutto, pronta con la Germania in testa a pagare ancora Erdogan per tenersi una parte dei profughi siriani, a respingere i nuovi rifugiati curdi. Europei e americani, non dimentichiamolo, sono all’origine insieme ad Assad ed Erdogan del disastro siriano perché hanno incoraggiato per anni la Turchia a usare i jihadisti per abbattere il regime di Damasco. Poi l’Occidente ha usato i curdi per frenare l’Isis, contrastare Assad, Russia e Iran e ora si sbarazza del Rojava. Sul terreno siriano Washington e l’Europa hanno cambiato strategia a più non posso peggiorando sempre più la sua situazione. E questo del Rojava è solo l’ultimo sanguinoso capitolo della guerra “mondiale” siriana.

Alberto Negridi Alberto Negri   
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