Leone XIV rompe i sigilli dell'appartamento nel Palazzo Apostolico
Possibile trasferimento del Pontefice che con la decisione sancirebbe un chiaro distanziamento dallo stile sobrio di Francesco
In un gesto carico di significato, Papa Leone XIV ha ufficialmente riaperto l’appartamento papale del Palazzo Apostolico, rimuovendo i sigilli che lo tenevano chiuso dal 21 aprile, giorno della morte di Papa Francesco. Il gesto è avvenuto subito dopo la recita del Regina Caeli dalla Loggia delle Benedizioni, alla presenza del Camerlengo, il cardinale Kevin Joseph Farrell, del Segretario di Stato Pietro Parolin, di Monsignor Edgar Pena Parra e di altri membri della Curia. L’appartamento, da secoli simbolo della residenza dei Pontefici, era stato utilizzato da Francesco solo per incontri formali: per l’intera durata del suo pontificato aveva infatti scelto la più modesta Casa Santa Marta. Leone XIV, per ora residente al Palazzo del Sant’Uffizio, non ha ancora comunicato ufficialmente la propria scelta, ma il gesto compiuto lascia intuire un possibile ritorno alla tradizione.
Riaperti i locali, partono i lavori nel Palazzo Apostolico
Ora che i sigilli sono stati rimossi, è possibile avviare gli interventi di restauro. Come da prassi, ogni nuovo Pontefice può adattare l’appartamento alle proprie necessità. Saranno riviste le pareti, l’illuminazione, gli arredi e gli impianti tecnici, in un processo simile a quello di qualsiasi cambio di inquilino. I lavori potranno iniziare solo ora che il Papa ha autorizzato formalmente l’accesso alle maestranze.
Nel frattempo, Papa Leone XIV continua a risiedere nel Palazzo del Sant’Uffizio, dove già viveva da cardinale. Tuttavia, la sua decisione di riaprire l’appartamento lascia pochi dubbi sulle sue intenzioni. Una differenza evidente rispetto a Francesco, che fu l’unico a rifiutare quella dimora per ben dodici anni.
Dieci stanze e una suite medica: ecco l’appartamento papale
L’appartamento, ampio e ricco di storia, comprende circa dieci stanze. Al suo interno si trovano una cappella privata, una camera con scrittoio ottocentesco e una suite medica dotata di attrezzature per emergenze, voluta negli ultimi anni del pontificato di Giovanni Paolo II. Vi sono anche una biblioteca privata, il celebre affaccio su Piazza San Pietro e alloggi per le suore benedettine che assistono nella gestione della Casa Pontificia.
Una residenza con giardino pensile e storia millenaria
Dal Quirinale al terzo piano del Palazzo, tra simboli e abitudini
Giovanni Paolo II fece scuola, ma Leone XIV potrebbe rilanciare lo stile attivo
Dopo la perdita del Quirinale nel 1870, i Papi iniziarono a risiedere al primo piano del Palazzo Apostolico, ma fu Pio X a spostarsi più in alto, al terzo piano. Un cambiamento non solo architettonico, ma anche simbolico. Il giardino pensile e la loggia affacciata su piazza San Pietro rappresentano elementi di continuità col passato, così come la biblioteca privata.
Giovanni Paolo II diede un’impronta più dinamica alla figura del Pontefice: amante dello sport, fece costruire una piscina a Castel Gandolfo. Leone XIV, invece, potrebbe coltivare la sua passione per il tennis, sfruttando il campo in terra rossa accanto alle Mura Leonine, che frequentava già da cardinale.
Un pontificato che si annuncia diverso da quello di Francesco
Con la riapertura dell’appartamento e la possibile decisione di stabilirvisi, Leone XIV mostra di voler ristabilire un legame visibile con la tradizione papale. La sobrietà e l’austerità che avevano caratterizzato Francesco potrebbero lasciare il posto a una nuova fase del pontificato, più in linea con l’immagine istituzionale e pastorale storicamente associata al ruolo. Tuttavia, nessuna dichiarazione ufficiale è ancora stata rilasciata in merito.