[L’analisi] Sui migranti liberi tutti, l’Europa non esiste più. La Merkel è salva, ma ancora per poco
Tutto l’accordo, in sintesi, è fondato sull’adesione alla coalizione dei volonterosi: non c’è nulla di coercitivo né sono previste ovviamente sanzioni per chi si sottrae. L’Unione riconosce lo sforzo dell’Italia e sta dalla sua parte, recita il documento finale, ma non sembra altro che una dichiarazione morale e di principio in attesa di vedere concretamente come si organizzerà questa fantasmatica “coalizione di volonterosi”
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L’unico vero principio affermato a Bruxelles che queste intese sui migranti sono su base assolutamente volontaria. In poche parole: liberi tutti. Questo significa che l’Unione europea ha innescato una sorta di meccanismo di auto-scioglimento dalle decisioni vincolanti per tutti gli stati membri. Siamo entrati in una nuova era dell’Unione dove gli stati su questioni nevralgiche come questa dei migranti possono scegliere “alla carta”, quindi si siedono al tavolo e qualunque decisione venga presa accettano quella che fa più comodo tralasciando il resto.
I vincitori momentanei di questo vertice sono la signora Angela Merkel e gli stati del gruppo di Visegrad. Il summit di Bruxelles è stato convocato sotto la minaccia del ministro degli Interni tedesco Seehofer che non vuole in patria i migranti venuti da altri Paesi europei come l’Italia. Nel documento si dice che riguardo ai movimenti dei migranti, arrivati da un Paese e che si spostano in altri, viene richiesto di “prendere tutte le misure necessarie per limitarli”, per evitare il rischio, si legge, “di mandare in crisi Schengen”.
Il ministro bavarese aveva adombrato una crisi di governo in una Germania dove il partito di estrema destra Afd è dato al secondo posto nei sondaggi: in sintesi un ricatto vero e proprio. Sulle basi di questo ricatto hanno ceduto tutti.
Ecco cosa significava, come avevamo già compreso, la coalizione dei volenterosi proposta dalla Merkel: “troviamo una formula di escamotage per salvare la mia cancelleria altrimenti al prossimo giro dovrete trattare con l’estrema destra populista tedesca che farà apparire le altre destre europee delle simpatiche congreghe di boy scout, Salvini compreso”. Detto questo la Merkel dovrà affrontare in Germania la questione dei rimpatri dei migranti arrivati da altri Paesi europei e qui cominceranno per lei i guai: dovrà “vendere” in pratica l’accordo ai bavaresi.
Poi c’è l’allegra combriccola del gruppo di Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia) che può essere soddisfatta perché vede abolito il sistema obbligatorio delle quote di ricollocamento dei migranti e dei rifugiati. Il documento dice che la redistribuzione si effettuerà su “base volontaria” e “senza pregiudizio per la riforma di Dublino”, e solo fra quei Paesi in prima linea che istituiranno dei centri chiusi per accogliere i migranti.
E veniamo al nodo degli sbarchi. L’intesa prevede che i Paesi europei possano creare dei centri di accoglienza, ma “solo su base volontaria”. Nel territorio Ue chi viene salvato dovrebbe essere preso in carico sulla base di uno sforzo condiviso e trasferito in centri sorvegliati istituiti negli Stati membri, unicamente su base volontaria, dove si distingueranno i migranti irregolari, che saranno rimpatriati, dalle persone bisognose di protezione internazionale.
Tutto l’accordo, in sintesi, è fondato sull’adesione alla coalizione dei volonterosi: non c’è nulla di coercitivo né sono previste ovviamente sanzioni per chi si sottrae. L’Unione riconosce lo sforzo dell’Italia e sta dalla sua parte, recita il documento finale, ma non sembra altro che una dichiarazione morale e di principio in attesa di vedere concretamente come si organizzerà questa fantasmatica “coalizione di volonterosi”.
Quanto al coinvolgimento dei Paesi terzi viene citata la Libia con l’impegno a rafforzare la Guardia Costiera di Tripoli: nulla mi pare viene detto sulla stabilizzazione del Paese, spaccato tra Tripolitania e Cirenaica, in preda alle lotte tra fazioni e ai commerci umani delle bande criminali. Quanto ai campi profughi in Paesi terzi la Tunisia ha già fatto sapere che respinge del tutto questa idea. L’Italia ottiene di sparare un siluro virtuale alle Ong che, dice l’intesa di Bruxelles, dovranno “rispettare le leggi e non ostruire le operazioni della Guardia costiera libica”. Ribadendo la necessità di un “approccio fondato su azioni condivise per gli sbarchi di chi è salvato nelle operazioni di ricerca e soccorso in mare”. Insomma mettetevi una mano alla coscienza per non far affogare in mare i migranti e trasferirli in porti sicuri.
Alla fine la montagna di Bruxelles ha partorito un topolino: “Siate buoni se potete e se volete”.