Ha 31 anni ed è il cancelliere più giovane d'Europa: Kurz porta la destra al governo cavalcando la paura
Chi è il giovane leader del Partito popolare (Ovp) che in soli tre mesi ha trascinato il partito verso la vittoria alle elezioni austriache? Il ritratto

Sarà il più giovane cancelliere dell'Unione europea. Sebastian Kurz, 31 anni, leader dell'Ovp, partito popolare austriaco comodamente collocato a destra, ha infatti traghettato la sua formazione politica a vincere con il 31 per cento dei voti le elezioni politiche anticipate austriache. Ministro degli Esteri uscente, l'enfant prodige - "wunderwuzzi" in lingua locale - dovrà ora formare un governo. In attesa di capire se tenterà una grosse koalition con il partito dell’ex cancelliere Christian Kern (Spoe) attestatosi al 26,9%, oppure se porterà al governo la nazionalista di Heinz Christian Strache (Fpö) che, a una spanna dai socialdemocratici, ha ottenuto il 26%.
Un giovane di talento
"E’ un chiaro mandato per realizzare le riforme e i cambiamenti voluti dai cittadini", è il commento a caldo del leader dei Popolari che, grazie ad una netta sterzata a destra e ad una campagna giocata sul contrasto all’immigrazione, in pochi mesi ha portato l’Övp fuori da una profonda crisi verso il trionfo, guadagnando quasi l’8% rispetto alle elezioni del 2013.
Ormai più nessuno prova a mettere in discussione il suo talento politico. Per ora è chiaro che il 'Wunderkind' ha un temperamento spregiudicato: più strategico che idealista. E questo potrebbe fargli meritare un posto accanto a leader post-ideologici del calibro di Emmanuel Macron, al quale spesso è stato paragonato, e della stessa Angela Merkel. L'operazione condotta in Austria, però, lascia qualche dubbio in più sul giovanissimo Sebastian, che dovrà probabilmente convolare a nozze con la destra oltranzista. Se in Germania la Cdu della "Willkommenskultur" - la politica dell'accoglienza - ha sempre affermato di non voler inseguire i populisti di Afd, perché "di fronte a una copia l'elettore preferisce l'originale", Kurz, che qualche anno fa era sottosegretario all'Integrazione, ha fatto esattamente il contrario. Ha rincorso la destra, appropriandosi di una visione intransigente sull'emergenza profughi e chiudendo le porte del paese: è lui che da ministro degli Esteri ha governato la crisi con l'Italia sulla chiusura del Brennero. E oggi questa mossa è risultata vincente.
Rischio "orbanizzazione" dell'Austria
Anche se il prezzo per aver abdicato a una vulgata più solidale, è che con i populisti di Strache dovrà quasi certamente allearsi. E c'è chi teme "l'orbanizzazione dell'Austria" - espressione usata dai liberali del Neos ieri - e un inquietante avvicinamento ai paesi Visegrad, paventato da diversi analisti. Il ragazzo prodigio che ha conquistato il Paese, dopo essersi preso il partito 5 mesi fa, dipingendolo di turchese e mettendoci il suo nome sopra - sui manifesti in campagna elettorale si leggeva solo "Lista Sebastian Kurz" - è entrato al governo 7 anni fa.
Dopo l'incarico di sottosegretario, è stato nominato ministro degli Esteri a 27 anni. E il 15 maggio 2017 ha assunto la guida dell'Oevp. Un vecchio partito tradizionale, che oggi vede entrare in parlamento esponenti della società civile e giovanissimi deputati, che con la vecchia dirigenza nulla hanno a che fare. Dismessi i panni del ragazzotto che andava in giro con la 'Geilomobil', un pulmino lanciato per divulgare lo slogan "nero è figo", raggiungendo i giovanissimi nelle discoteche, ha assunto un atteggiamento estremamente professionale e un look ingessato da bravo ragazzo. Studi in legge abbandonati per la passione politica, tutti quelli che lo conoscono raccontano della sua capacità di entusiasmare gli altri con il suo progetto per il Paese.
"Ha un naturale talento politico, una spiccata intelligenza sociale e analitica, è in grado di raccogliere dati velocemente e prendere la decisione giusta. Per molti è quel tipo di liberale e di democratico che con un moderato populismo può mettere nell'angolo i populisti pericolosi", scriveva un analista di Der Standard ad agosto, citando Matteo Renzi ed Emmanuel Macron come possibili profili paragonabili. Ma che Kurz sia davvero democratico e liberale e non sia invece "un Orban in fiore" nessuno può davvero garantirlo, aggiungeva.
"Populismo moderato"
Quello che è sotto gli occhi di tutti è che la sua campagna elettorale ha fatto il verso - moderatamente - all'estrema destra di Christian Strache: no all'immigrazione e all'Islam radicale, espusioni facili per i profughi che non rispettano le leggi, chiusura delle frontiere esterne all'Ue. Quel che sembra certo insomma, oltre le incognite del caso, è che Kurz non trascinerà l'Austria fuori dall'Ue.