Nuove armi contro i terroristi, l'esercito utilizzerà dei droni kamikaze
In arrivo Alpagu, Kargu e Togan. Potranno essere utilizzati in Turchia per le normali missioni di sorveglianza e, in caso di bisogno, come ordigni bellici controllati a distanza

La tecnologia bellica non conosce crisi. La stragrande maggioranza dei Paesi, anche quelli pesantemente indebitati, non badano a spese se si devono trovare delle soluzioni idonee a garantire l’incolumità dei propri cittadini. La Turchia, 16esima superpotenza mondiale per spesa militare, che dallo scoppio del conflitto Siriano incrementa giorno dopo giorno i fondi destinati a personale e armamenti, ha annunciato di esser pronta a far affiancare la propria fanteria di terra dai droni Alpagu, dei droni kamikaze che possono essere utilizzati per missioni di sorveglianza aerea e, alla bisogna, trasformarsi in ordigni bellici simili a missili, in grado di colpire qualsiasi bersaglio.
Alpagu, un drone kamikaze contro i terroristi
Creato da un team ristretto di ingegneri della STM Engineering Technology Consultancy, il drone è stato presentato al mondo in occasione del 13mo International Defence Industry Fair, tenutosi ad Instanbul dal 7 al 9 maggio. Il velivolo, comandato a distanza da militari specializzati nella guida di rover, nella sua più recente versione trova spazio all’interno di un piccolo mortaio indispensabile per il lancio. All’interno del lanciatore, con le 4 ali ripiegate, risiede il piccolo aeroplano che può essere fatto decollare attraverso un semplice sistema a catapulta pneumatica.

Il drone, sparato al di fuori del “mortaio”, dispiega le ali e - grazie alla propulsione elettrica posteriore - inizia a volare comandato da una ground station di tipo militare che mostra al pilota a terra le immagini catturate dalla telecamera di bordo.

Ma accanto a Alpagu c'è anche il "collega suicida" Kargu
Altro kamikaze sarà poi Kargu, specializzato nelle operazioni di alta sicurezza. Diversamente dai primi due, votati all’autodistruzione contestuale all’eliminazione di una minaccia, l’esercito di Erdoğan potrà servirsi di un terzo drone, chiamato Togan. Questo sarà l’occhio discreto dei militari, in grado di osservare il nemico senza esser però notato, anche da altezze ragguardevoli. La Turchia, insomma, ha deciso di giocare la carta delle tecnologie più moderne.

Con i droni si potranno ridurre le perdite umane e cancellare i pericolosi nemici, terroristi, come si stesse giocando una banale partita ai videogiochi.