Monaco, alla conferenza sulla sicurezza faccia a faccia tra Vance e Zelensky
Al centro dei colloqui anche i rapporti tra Unione europea e Stati Uniti e le spese per la difesa. Von Der Leyen: "Ai dazi risponderemo con contromisure chiare e proporzionate"
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha incontrato il vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance a margine della Conferenza sulla sicurezza di Monaco e ha affermato di aver avuto una "buona conversazione". "Vogliamo davvero la pace, ma abbiamo bisogno di vere garanzie di sicurezza", ha aggiunto Zelensky.
Zelensky a Monaco: "Un piano Usa per la pace non c'è".
E' una babele di dichiarazioni e smentite nella complicata questione ucraina, al centro del vertice sulla sicurezza in corso a Monaco di Baviera. Sullo sfondo un attacco alla centrale nucleare di Zaporizhzhya, sembrerebbe senza gravi conseguenze, e la tensione sempre alle stelle. Dopo le dichiarazioni fatte ieri dal presidente Usa, Donald Trump, è Volodimir Zelensky a spegnere i facili entusiasmi. "Dagli Usa nessun piano" per porre fine alla guerra su larga scala, ha detto al suo arrivo a Monaco, ribadendo che l'Ucraina è pronta a "parlare di tutto" e a negoziati costruttivi. Zelensky ha poi ribadito che i colloqui avuti sinora con il presidente degli Stati Uniti "non sono assolutamente sufficienti per formare un piano" per la pace in Ucraina. Poi ha detto che l'Ucraina parlerà con la Russia solo quando Washington, Kiev e gli alleati europei avranno raggiunto "una posizione comune".
Insomma si è aperta in un clima incandescente la Conferenza sulla sicurezza di Monaco, con i riflettori puntati anche sui rapporti tra Unione europea e Stati Uniti, le spese per la difesa e l'avvio dei negoziati per la pace in Ucraina. Previsti una serie di bilaterali. Presente anche il vicepresidente J. D. Vance per il quale è previsto un incontro con il presidente ucraino. Non sono presenti esponenti russi, con buona pace delle parole pronunciate ieri dal presidente Usa, Donald Trump, che annunciava un vertice tra funzionari statunitensi, russi e ucraini. Nel contempo si è chiuso a Bruxelles il vertice Nato, nel quale gli Usa, rappresentati dal segretario di Stato, Pete Hegseth, hanno sferzato i partner europei sull'aumento degli investimenti in armi. "Nessuno pensi che lo Zio Sam diventi lo Zio fesso", ha detto il ministro americano.
Zelensky presenta agli Usa una bozza di piano sulle terre rare
Il governo ucraino ha finalizzato una bozza di accordo per garantire agli Stati Uniti l'accesso alle proprie riserve di terre rare e l'ha trasmessa ai funzionari statunitensi. Lo riportano i media ucraini. Ora si aspetta la risposta degli Usa. L'accordo è stato discusso mercoledì dai presidenti Volodymyr Zelensky e Donald Trump e, secondo quanto anticipato dal New York Post nei giorni scorsi, l'Ucraina ha accettato di fornire agli Stati Uniti terre rare per un valore di 500 miliardi di dollari come pagamento per l'assistenza militare di Washington.
"Truppe Usa in Ucraina se Putin non negozia in buona fede". L'ira della Russia
La pace non sarà comunque semplice. Già i russi chiedono agli Usa conto delle dichiarazioni del vice di Trump al Wall Street Journal, secondo cui gli Usa colpiranno Mosca con sanzioni e potenzialmente con azioni militari se il presidente russo Vladimir Putin non accetterà un accordo con l'Ucraina che garantisca l'indipendenza a lungo termine di Kiev. Vance ha affermato che l'opzione di inviare truppe Usa in Ucraina, se Mosca non negozia in buona fede rimane "sul tavolo". L'Ucraina deve avere "indipendenza sovrana", ha aggiunto Vance, usando un tono molto più duro rispetto a quello del segretario alla Difesa, Pete Hegseth, il quale aveva suggerito che gli Usa non avrebbero impegnato le forze.
La politica dei "dazi reciproci"
Trump ha poi ufficialmente annunciato i "dazi reciproci", un tipo di tariffe a cui il presidente si è impegnato nel corso della campagna elettorale. L'obiettivo è pareggiare i conti con i Paesi che impongono tasse sui beni americani e risolvere così quelle che ritiene pratiche commerciali sleali. "Se loro ci tassano, noi tassiamo loro, allo stesso modo", ha detto il presidente nello Studio Ovale. "L'Ue è molto difficile con noi, tassa le nostre aziende a livelli mai visti prima. Si approfittano di molte cose", ha aggiunto. Trump afferma che avrebbe voluto imporre dazi reciproci anche durante il suo primo mandato ma l'arrivo del Covid gli fece cambiare idea. "Pensavamo a Italia, Spagna e Francia", ha detto, spiegando che, però, la pandemia ha portato a rivedere l'idea iniziale.
Von Der Leyen: le guerre commerciali non vanno a vantaggio di nessuno
"Vogliamo continuare a cooperare con gli Usa ma le guerre commerciali e le tariffe punitive non vanno a vantaggio di nessuno. I dazi sono tasse. Fanno salire l'inflazione. Colpiscono in particolare i lavoratori, le imprese e i gruppi a basso reddito. Interrompono importanti catene di approvvigionamento su entrambe le sponde dell'Atlantico. Nessuno vince con i dazi. E come ho già detto all'inizio di questa settimana: le tariffe ingiustificate contro l'Ue non resteranno senza risposta", ha detto Ursula von der Leyen in un punto stampa a margine della Conferenza di Monaco parlando di "contromisure chiare e proporzionate".