Archeologi confermano Marco Polo: tracce del Palazzo di Kubilai

Roma, 9 giu. (askanews) - Se ne è favoleggiato a lungo, ma finora nessuno aveva trovato conferma al racconto di Marco Polo sul meraviglioso palazzo di Kubilai Khan, l'imperatore mongolo della Cina Yuan. Ma ora gli archeologi sembrano aver trovato le prove dell'esistenza della leggendaria costruzione. Lo scrive oggi il South China Morning Post.Marco Polo parlava del "più grande palazzo mai esistito", coperto di oro e argento, con una sala da pranzo che poteva contenere 6mila persone per cena.
Un monumento di cui, finora, non si era trovata alcuna traccia dopo la caduta della dinastia Yuan, durata dal 1279 al 1368.Secondo i racconti che cisono pervenuti, il Palazzo si trovava in quella che oggi è Pechino - chiamata da Polo Cambaluc (da Khan Baliq, "città del Khan" - e fu abbandonato dall'ultimo degli imperatori Yuan, Toghon Temur, quando i ribelli invasero la capitale e stabilirono la dinastia Ming. Sarebbero stati proprio i soldati Ming a radere al suolo il Palazzo, sul quale sarebbero poi sorte a partire dal 1406 le fondazioni della Città proibita, dove risiedettero gli imperatori cinesi fino al 1912.I ricercatori del Museo del Palazzo di Pechino sono riunsciti a rinvenire muri di fondazione similie a quelli delle rovine di Zhongdu, una delle quattro capitali Yuan. "Almeno oggi sappiamo che il palazzo non era costruito altrove, ma qui", ha commentato il vicedirettore dell'Istituto d'Archeologia Wang Guangyao. "Da un punto di vista storico - ha aggiunto - ci dà la prova che la storia architettonica del sito prosegue senza soluzione di continuità dagli Yuan alle dinastie Ming e Ching".