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La rinascita di Tiscali. Ruggiero a Repubblica: "L'azienda ora farà utili". La svolta con fibra e Lte

Due i fattori di discontinuità tecnologica: la possibilità di costruire una rete di accesso wireless proprietaria LTE e la partnership con Open FIber. La nuova strategia consentirà di ottimizzare la base clienti , garantendo un forte impatto positivo sulla marginalità del gruppo

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Riccardo Ruggiero, ad di Tiscali
Riccardo Ruggiero, ad di Tiscali

Per la prima volta nella sua storia Tiscali si prepara a raggiungere l’obiettivo dell’utile netto. Una meta inseguita per 19 anni. Dopo quel magico 2000 in cui il titolo della società sarda raggiunse una quotazione record di 1.197 euro (con una crescita del 2500 per cento sull’Ipo di 5 mesi prima) capitalizzando “più della Fiat”, come si puntualizzava allora con comprensibile orgoglio, e gli anni difficili in cui il gruppo fondato da Renato Soru ha lottato e cercato nuovi spazi. Oggi – come scrive Stefano Carli su Repubblica - la società risulta risanata e si prepara a raccogliere i suoi frutti. “Per la prima volta da anni torniamo a registrare utenti in crescita sia negli accessi a banda larga che nel mobile – dichiara sul quotidiano Riccardo Ruggiero, che da due anni guida la società di telecomunicazioni – E le previsioni sono positive”.

L’ad di Tiscali, manager di comprovata esperienza, già amministratore delegato di Olivetti, Infostrada e dal 2001 al 2007 al vertice di Telecom Italia, spiega la rinascita e parla dei progetti futuri. “Oggi abbiamo 450mila utenti a banda larga e 200mila utenti mobili sulla nostra piattaforma di operatore mobile virtuale. Ma soprattutto abbiamo due grandi fattori di discontinuità tecnologica che ci stanno facendo consolidare questi numeri, aumentando di 20 punti il margine di contribuzione: la possibilità di costruire reti Lte, ossia 4G, sulle nostre frequenze ex WiMax e l’arrivo di Open Fiber che ci mette a disposizione fibra ottica in misura crescente, rapidamente e inoltre non è un nostro concorrente”.

Le grandi potenzialità dell'Lte

Per quanto riguarda l’Lte questa tecnologia consente ora grandi “potenzialità”.  La nuova Tiscali “è nata due anni fa dalla fusione con Aria che aveva in portafoglio una licenza WiMax nazionale per fare il Fixed Wireless (portare connessioni internet facendo l’ultimo miglio, fino a casa degli utenti, in ponte radio, WiMax appunto) – spiega Ruggiero – Costi e limiti tecnologici ne hanno però minato le potenzialità. Che ora invece ci sono”.

Tale tecnologia è la stessa delle reti mobili 4G, ma Tiscali la usa sulle sue frequenze, la banda 42, tra 3.400 e 3.600 megahertz, e non sulle frequenze mobili. Trattandosi di tecnologia di banda ultra-larga si possono portare collegamenti internet a 100 mega. In tal modo “il fixed wireless ci permette di coprire rapidamente il mercato delle aree a densità medio bassa di popolazione, in pratica comuni sotto i 30mila abitanti – dice il numero uno di Tiscali – E parliamo di un bacino potenziale tra i 10 e i 15milioni di utenti”.

La banda ultralarga è come l'Adsl del 2000

Le cosiddette “aree bianche” ma anche quelle “grigie” dove, contrariamente a quanto talvolta si crede, c’è una richiesta fortissima di connessione. Ne è riprova il fatto che “ogni volta che viene installata una nuova antenna questa arriva rapidamente alla saturazione e dobbiamo installarne altre”, aggiunge Ruggiero. Ci sono tante piccole e medie imprese in Italia che hanno bisogno di connessioni di grande capacità. Insomma “oggi la banda ultralarga è paragonabile all’Adsl del 2000” ed anche allora “chi restava con il vecchio dial up rimaneva tagliato fuori”.

La migrazione

La migrazione verso la nuova tecnologia è partita a settembre 2016 e attualmente è stato aggiornato in Lte il 70 per cento dei 600 impianti di Tiscali. A ottobre si prevede di portare a termine l’operazione. Poi “entro il 2017 avremo 50 nuove installazioni e arriveremo a coprire il 40 per cento del territorio – afferma l’ad nell’intervista a Repubblica – I vantaggi qui stanno nel fatto che in 6 mesi arriviamo dal progetto all’accensione delle nuove linee e i costi sono ottimizzati di 100 volte rispetto alla posa di nuovi cavi”.

Il Tiscali Campus

Il primo obiettivo è ottimizzare la base clienti con le nuove tecnologie. Attualmente “dei 450mila utenti a banda larga ne abbiamo 90mila in bitstream, ovvero compriamo da Telecom la banda – precisa Ruggiero – e 360mila in unbundling, ossia affittiamo il cavo finale sempre da Telecom. SU questi clienti abbiamo il ‘primo margine', ossia i ricavi meno il costo del venduto, che è per il 90 per cento targato Telecom, che viaggia tra il 70 e il 50 per cento. Con l’Lte arriviamo al 90-95 per cento, essendo l’infrastruttura nostra”. Il tentativo è quello di “arrivare tra due anni ad affittare linee da Telecom per non più del 20 per cento del portafoglio utenti. Il resto sarà tutto fixed wireless e fibra fino a casa degli utenti”.

La fibra verrà utilizzata per collegare le antenne Tiscali, poi nelle maggiori aree urbane. “Dove Open Fiber ha acceso le sue reti noi già siamo attivi – precisa il manager – A Milano, Bologna e Torino. Ma Open Fiber è al lavoro anche a Perugia e Cagliari. In quest’ultima città abbiamo già migrato i primi 2500 clienti”.

"Offrire anche servizi"

Si lavora tuttavia anche su altre linee strategiche. Tiscali è un marchio con una storia e una forte presa in Italia. “Dobbiamo offrire sulle connessioni ultraveloci anche dei servizi. Per questo stiamo lavorando a partnership con chi fornisce contenuti. Specie nel video. Con la rete a 100 mega possiamo favorire l’espansione di questo mercato fuori delle grandi aree urbane dove è finora concentrato”.

Certo il servizio di posta elettronica e il portale restano importanti ma ci sono anche altri progetti. “Abbiamo 3 milioni di account mail attivi – spiega Ruggiero – ed è una base reale su cui lavorare. Il portale resta importante ma pensiamo a una strategia multicanale, il web da solo oggi vale un 30 per cento. Ma la nostra rete di 1800 dealer, anche se monobrand, e le agenzie sul territorio sono un asset da valorizzare. Infine c’è il capitolo 5G, che interesserà anche la banda 42, le nostre frequenze: ci stiamo già lavorando”.

Tuttavia Tiscali mantiene sempre le sue radici precisa Riccardo Ruggiero: “Passo in Sardegna la maggior parte del mio tempo, Aria era una realtà umbra ed abbiamo mantenuto un presidio a Perugia, abbiamo uffici a Milano, ma la maggior parte dei 700 dipendenti è nell’Isola. Il cuore della società resta sardo”.

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