Dal 1 luglio la presidenza del Consiglio Ue passa alla Germania: ecco perché la Merkel potrebbe sorprendere tutti
La cancelliera ha davanti una situazione non semplice. Siamo di fronte alla peggior crisi economico-sociale e sanitaria maturata dopo la seconda guerra mondiale. E poi ci sono il Covid, la Brexit e Trump. I principali punti del programma tedesco per risollevare l’Unione

Come previsto - e probabilmente auspicato, almeno in certi ambiti - dal 1 di luglio la presidenza del Consiglio UE passa in mano alla Germania e, in sostanza, ad Angela Merkel, fino al 31 dicembre 2021. "Insieme: Rendiamo di nuovo forte l'Europa - ha detto la cancelliera tedesca in un video podcast pubblicato sul sito del governo tedesco e su twitter - A questo obiettivo lavorerò con tutte le forze".
Angela Merkel assume questo compito in un momento obiettivamente non semplice. Inutile dire, infatti, che il Vecchio Continente non se la passa proprio bene in questo periodo. Complice la pandemia da Covid-19 (affrontata con risultati apprezzabili dai tedeschi), l’economia è in fase di contrazione e, a voler tirare le somme, siamo di fronte alla peggior crisi economico-sociale e sanitaria maturata in tempo di pace, dopo la seconda guerra mondiale.
Non è davvero facile allora il ruolo di frau Angela, chiamata a dimostrare tutte le sue sperimentate capacità per aiutare l’Europa ad uscire dalla complessa situazione, svolgendo un ruolo di guida. A partire dal Consiglio europeo Straordinario del 17 e 18 luglio, quando la leader tedesca dovrà tutelare le su posizioni sul Recovery Fund (750 miliardi) e limare le asperità di Paesi come l’Olanda, la Danimarca, la Svezia e l’Austria, i cosiddetti stati frugali.
L'accordo col Regno Unito
E lo stesso dovrà fare per giungere a un accordo commerciale tra Unione Europea e Regno Unito entro i prosimi sei mesi. Si tratta di trovare una complessa quadra su commercio, concorrenza leale, pesca, trasporti, energia e sicurezza. Senza contare la delicata questione dei diritti dei cittadini e del Protocollo sull’Irlanda del Nord.
Il tutto mentre l’emergenza coronavirus ancora agita la coda e crea problemi in molti paesi europei.
Le minacce di Trump
C’è poi lo spauracchio dell’America targata Trump, con le sue minacce di nuovi dazi contro la Ue e le tante mine sul percorso, di cui è chiaro emblema lo scontro Airbus-Boeing sugli aiuti di stato.
Per questo le giornate della Merkel promettono di essere abbastanza intense, anche perché non mancano i problemi interni, come quelli derivanti dal cosiddetto scandalo Wirecard, il grave caso finanziario che coinvolgerebbe anche l'Autorità tedesca di vigilanza finanziaria, la società Ernst&Young e il governo.

Il programma
La cancelliera tedesca tuttavia non dà fin d’ora l’impressione di volersi sottrarre al compito affidatole e ha già reso noto il programma cui ispirarsi nel corso della presidenza al Consiglio Ue. Secondo quanto riportano i media internazionali i punti fondamentali dovrebbero essere il superamento della crisi da coronavirus, la ripresa economica e sociale a lunga scadenza, una Europa più solidale, innovativa ed equa, la sostenibilità, maggiore attenzione a sicurezza e valori comuni e rafforzamento della posizione europea nel mondo.
La ripresa
Per quanto riguarda la ripresa la Merkel punterà a un accordo sul quadro finanziario pluriennale, su Recovery fund e Next Generation. E sotto questo aspetto giocheranno un ruolo fondamentale gli oltre 500 miliardi a fondo perduto previsti a vantaggio dei Paesi maggiormente colpiti dal Covid-19. Possibile inoltre una spinta decisiva per favorire politiche agricole comuni e sostenere le aree rurali e la produzione interna.

Solidarietà e coesione sociale
Dal punto di vista della solidarietà e della coesione sociale è prevedibile che si dia una impronta europea al sistema dei salari minimi e dei redditi garantiti varando degli istituti contro la disoccupazione soprattutto giovanile. Stessa cosa per la parità nel trattamento economico del lavoro tra donne e uomini e contro la violenza di genere.
Lotta all'evasione fiscale
La guida tedesca del Consiglio Ue potrebbe inoltre lanciare una tassa sulle transazioni finanziarie e potenziare la lotta all’evasione fiscale.
Il clima
Attenzione particolare verrà posta sicuramente alla tematica fondamentale del clima, attraverso il Green Deal Europeo e gli investimenti sullo sviluppo sostenibile, con regole per una concorrenza leale nella prevenzione delle emissioni di CO2.
La sfida digitale
Si parla anche di un rafforzamento della sovranità digitale e tecnologica dell’Europa e di un piano di protezione dei consumatori.
I rapporti con gli Usa, la Cina e la Russia
A livello internazionale la presidenza tedesca dovrà cercare di costruire un nuovo dialogo con gli Usa, promuovere la pace mondiale e rafforzare i rapporti della Unione con l’Africa, rafforzando allo stesso tempo la politica con la Cina. Senza dimenticare la necessità di coinvolgere la Russia sui principi guida della UE e di intensificare il dialogo con il Sud America.
Europa senza figli e figliastri
In definitiva quella prospettata dalla nuova presidenza Ue è una Europa più forte e compatta, più equa e solidale, innovativa, più green, maggiormente innovativa e digitale e orientata alla pace e allo sviluppo sostenibile. Sembra che con la futura verifica del Patto di stabilità e di crescita si punti poi a dare un ruolo centrale alla sostenibilità delle finanze pubbliche, per garantire spazi di manovra atti a contrastare le crisi. Bisognerà ovviamente vedere in cosa ciò si tradurrà. Ci si augura, in definitiva, di trovarsi di fronte una Europa che non voglia distinguere tra figli e figliastri. I tedeschi hanno già fatto intendere di apprezzare il programma ambizioso illustrato. Occorrerà valutare, nei fatti, se esso meriterà l’apprezzamento di tutti gli altri cittadini europei.
L'ipotesi ottimistica
Non mancano infine sull'argomento ipotesi ottimistiche. Per esempio: e se la Merkel proponesse una "parziale mutualizzazione del debito", come si legge sul Corriere della Sera? In passato, "sotto l’egida cauta di Merkel - osserva Paolo Valentino sul quotidiano - la grande e ricca Germania non prendeva mai l’iniziativa, non progettava il futuro, semmai 'guidava rimanendo indietro'. Oppure, come nella crisi finanziaria del 2010, rifiutava il grande atto di solidarietà europea, che probabilmente ci avrebbe permesso di raccontare un’altra storia". Stavolta però "Angela Merkel ha colto prima di altri la minaccia esistenziale per l’Europa e quindi per la Germania che ne è l’architrave. 'L’Europa ha bisogno di noi, tanto quanto noi abbiamo bisogno dell’Europa'". Quindi davvero la cancelliera di ferro potrebbe "gettare il cuore oltre l'ostacolo", facendo "oggi quel che non fece 10 anni fa". Del resto "E’ una questione di guerra e di pace", come ha detto lei stessa lunedì, dopo aver incontrato Macron.