Gas russo pagato in rubli: cosa significa per la Ue, per l’Italia e per le tasche dei cittadini
Putin chiede il pagamento in rubli dal 1 aprile, pena l’interruzione dei contratti di fornitura. Il prezzo del gas in Europa balza subito alle stelle. Germania e Francia annunciano di voler reagire. E l’Italia? Parlano Draghi e Cingolani. La posizione di Gentiloni. Le possibili conseguenze sulle bollette

Lo scherzo che Putin prova a giocare all’Europa nel giorno del pesce d’aprile è potenzialmente foriero di conseguenze importanti. Dal 1 del mese infatti lo Zar pretende che “il gas russo sia pagato in rubli”. Cosa potrebbe significare questo per gli stati della Ue, considerati nemici della Russia, e quali conseguenze potrebbero esserci per l’Italia?
In sostanza il leader di Mosca chiede ai Paesi occidentali - come riporta la Tass - di aprire un conto in rubli per pagare il gas, sottolineando che ciò è un passo verso la sovranità finanziaria della Russia. "Nessuno ci vende niente gratis, e nemmeno noi faremo opere di carità. Ciò significa che i contratti esistenti, in caso di mancato pagamento del gas in rubli, saranno interrotti", avrebbe annunciato senza mancare di chiamare in causa gli Stati Uniti. "Gli Usa cercano di risolvere i propri problemi a scapito altrui. I loro errori in campo economico cercano di scaricarli su di noi. Cercano di spingere l'Europa ad acquistare il gas americano, che è più caro", rispetto a quello russo, avrebbe affermato Putin.
Interrotte spedizioni in Germania
Solo strategia? Un primo segnale concreto è giunto questa mattina. Gazprom – si legge sull’Ansa – avrebbe interrotto le spedizioni di gas russo in Germania attraverso il gasdotto Yamal-Europe. Lo riporta Bloomberg citando l'operatore di rete Gascade.
Schizza in alto il prezzo del gas
Intanto il prezzo del gas in Europa balza subito alle stelle dopo le parole del presidente russo. Ad Amsterdam le quotazioni schizzano a 127 euro al Mwh, per poi ripiegare a 123 euro con un rialzo dell'1,5%. A Londra il prezzo sale a 302 penny al Mmbtu, in rialzo del 5,6%. Ed oggi va ancora peggio. In avvio le quotazioni ad Amsterdam segnano un balzo a 132 euro al Mwh, in rialzo del 4,8% rispetto a ieri, e a Londra il prezzo sale a 305 penny al Mmbtu, in aumento dell'1,9%.

La reazione di Francia e Germania
E' la guerra del gas e la Ue tenta di reagire. Il ministro francese all’Economia Bruno La Maire e il collega tedesco Robert Habeck affermano che Francia e Germania sono pronte. “Un domani - spiega il transalpino - potrebbe esserci una situazione in cui non ci sarà più il gas russo. Sta a noi preparare questi scenari”. I due ribadiscono poi che i loro Paesi non accetteranno di pagare il gas in altra valuta rispetto a quella contrattuale e di essere determinati a proteggere le imprese e i bilanci privati.
E l’Italia?
Per il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, "al momento le riserve italiane di gas consentono comunque di mandare avanti le attività anche in caso di brusche ed improbabili interruzioni delle forniture russe". Palazzo Chigi fa sapere inoltre che "l’Italia applicherà le linee concordate a livello europeo."
Dopo l’annuncio della decisione del leader del Cremlino, in effetti, la Ue si è messa al lavoro per valutarne gli effetti e decidere le reazioni, senza trascurare il fatto che la Russia prevede "permessi" per non pagare in rubli. Draghi ne avrebbe discusso telefonicamente con il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Italia e Germania sono i maggiori acquirenti europei del gas russo e, com’è probabile, si spera in qualche mediazione. Ma non si esclude nemmeno che le forniture di Mosca possano venir meno.
Davanti alle prospettive di complicazione, secondo Palazzo Chigi, ci dovrebbero dare una mano la bella stagione imminente e il fatto che l'accumulo degli stoccaggi procede a ritmo sostenuto. “Eventuali interruzioni – fa notare Cingolani - non sarebbero insomma un problema nell'immediato ma certo, se uno stop dovesse protrarsi a lungo, in autunno ci sarebbero delle difficoltà”. Per Draghi si sta camminando spediti con il piano per conquistare l'autonomia dal gas russo, e inoltre per tamponare gli effetti su famiglie e imprese dei rincari dei prezzi esasperati dalla guerra il governo ha già stanziato 20 miliardi e si dice pronto a fare ulteriori interventi.
Altre voci da Bruxelles
“Sono due le cose da mettere in chiaro – afferma a sua volta Paolo Gentiloni, commissario Ue per gli Affari economici parlando alla Cnn - Primo: i contratti devono essere rispettati e in quelli esistenti non c'è obbligo di pagare in rubli. Secondo: non ci faremo ricattare da Mosca. E' un sistema per aggirare le sanzioni e ricattare l'Europa, ma nulla nei contratti glielo consente".
L'allarme degli industriali
Gli industriali italiani però lanciano l’allarme: "Si può pensare ad un tetto europeo ai prezzi, o in alternativa ad uno scostamento di bilancio straordinario per l'Italia. L'emergenza del gas va risolta subito, altrimenti le aziende chiudono", dichiara Francesco Buzzella, presidente di Confindustria Lombardia, in un'intervista a Il Sole 24 Ore. A suo avviso “la gravità della situazione non è percepita fino in fondo: ad essere a rischio, oggi, è il futuro industriale dell'Europa. E i numeri parlano chiaro - spiega - Negli Usa il gas costa 13 dollari al MWh, in Asia 30-40, da noi in Europa anche 120. Reggere in queste condizioni è impossibile: come si può continuare a produrre?". L’unica soluzione è “trovare il modo di abbattere il prezzo del gas. Subito".

Cosa significa dover pagare in rubli
Da un punto di vista tecnico dal 1 aprile gli Stati inseriti nella lista dei cattivi (la famosa blacklist di stati ostili) tra i quali c’è anche l’Italia, dovrebbero aprire un conto presso Gazprombank. Questa preleverà i fondi depositati in euro e dollari, li convertirà in rubli e convoglierà la valuta russa nel conto degli acquirenti, che potranno così pagare. Due secondo gli esperti i possibili obiettivi di Mosca: sostenere la valuta nazionale e alzare ancora di più il prezzo del gas. In pratica un modo per aumentare gli introiti che contribuiscono a finanziare la guerra in Ucraina.
Attualmente il 58% delle vendite di Gazprom avviene in euro, il 39% in dollari e il 3% in sterline. Entro 10 giorni la banca centrale russa determinerà la procedura per l’apertura speciale di conti per i compratori esteri. Come si diceva però, il decreto di Putin prevede la possibilità di esenzioni. Sarà la commissione governativa che vigila sugli investimenti stranieri ad autorizzare eventuali pagamenti in valuta diversa dal rublo. Rublo che sembra aver recuperato, per altro, il valore di cambio precedente all'inizio del conflitto.
L'Europa importa 100 miliardi di metri cubi all'anno di gas dalla Russia
Secondo gli Stati Uniti la minaccia di Putin è un segno di disperazione. Sarà davvero così? L’Europa importa ogni anno dalla Russia oltre 100 miliardi di metri cubi di gas, oltre un terzo del suo fabbisogno. Cosa succederà in concreto è difficile da prevedere, va considerato in ogni caso un fatto: che nonostante l’invasione dell’Ucraina e le conseguenti sanzioni, Mosca ha continuato a vendere all'Europa gas, petrolio ed anche carbone per circa un miliardo di dollari al giorno. Se dovesse insistere per farsi pagare in rubli però, i contratti potrebbero essere impugnati. Un problema per l'Europa, ma forse anche per la Russia.
Attualmente Gazprom è obbligata infatti – osservano gli esperti - a versare l’80% dei proventi in valuta estera alla Banca centrale russa, che ovviamente li trasforma in rubli. La decisione di Putin di fatto peserebbe quindi solo per il 20%, una percentuale giudicata poco rilevante sulle fluttuazioni del rublo.
Se da una parte appare difficile la rinuncia totale dell’Europa al gas russo dunque, dall’altra la Russia dovrebbe mettere in gioco l’80 per cento delle sue vendite giornaliere di gas per ottenere che il 100% venga pagato in rubli. Per questo c’è chi intravede nella mossa del Cremlino il tentativo di puntare in realtà a qualche altro risultato, magari a quello di proteggere Gazprom da nuove sanzioni.
I rischi di Italia ed Europa
Senza escludere la possibilità – osservano taluni analisti – di un messaggio lanciato al Vecchio Continente: il gas potrebbe continuare ad arrivare in Europa se continueranno ad arrivare i pagamenti. Se poi il prezzo del gas, durante il braccio di ferro, dovesse continuare a salire non sarebbe certo un male per gli interessi di Mosca.
I rischi per l'Italia
In questo complesso scenario bisogna tuttavia interrogarsi su quali possano essere le conseguenze per la Ue e, in particolare, per l’Italia. La prima impressione è che l'orizzonte non sia roseo. Parliamoci chiaro – in attesa di annunciate forniture americane (comunque più costose) e della costruzione di opportuni rigassificatori - è difficile che si possa rinunciare totalmente d’emblée al gas russo, senza dover attraversare momenti davvero difficili. Quello che si prospetta con certezza, di questo passo, è di doverlo pagare sempre più caro. Con ulteriore aggravio delle già pesantissime bollette energetiche a carico di famiglie ed aziende e con tutte le altre conseguenze del caso.