Fisco e controlli: le spese nel mirino dell’Agenzia delle Entrate e i soggetti più a rischio
Redditometro, risparmiometro e a partire da aprile il Fisco si farà aiutare anche di un sofisticato algoritmo nella caccia agli evasori

L’occhio del Fisco è sempre vigile e la lotta all’evasione fiscale si fa sempre più dura. Dall’inizio dell’anno i titolari di Partita Iva saranno sottoposti a serrati controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate per verificare che quanto hanno dichiarato sia coerente con il denaro di cui dispongono sul conto corrente. Ma attenzione ogni contribuente è a rischio accertamenti.
Caccia agli evasori
Se è vero che ci sono dei soggetti, ad esempio i liberi professionisti, che sono più esposti ai controlli rispetto ad altri, tuttavia anche chi riceve uno stipendio fisso, o una pensione, non si deve sentire troppo al sicuro. Non registrare un affitto, effettuare compravendite sottobanco e lavorare in nero sono tutte opzioni di evasione fiscale che può mettere in pratica anche chi ha solamente un reddito da lavoro dipendente e che potrebbero far scattare un accertamento fiscale. I controlli, così come sono concepiti attualmente, sono quindi rivolti a qualsiasi contribuente, proprio perché non si basano sul tipo di reddito ma sul tenore di vita tenuto dal contribuente.
Le spese nel mirino dell’Agenzia delle Entrate
Le spese che più attirano la curiosità del Fisco sono quelle che ai suoi occhi sono troppo alte rispetto ai redditi dichiarati dal contribuente. In particolare: canoni di locazione di un immobile; auto di lusso; assicurazioni auto; viaggi; lavori di manutenzione dell’appartamento; visite specialistiche; mutuo per l’acquisto di un’immobile; smartphone; abbonamenti; collaboratori domestici; centri benessere e cura della persona; ristoranti. Le spese che non sono conformi alle proprie entrate possono far scattare un campanello d’allarme, anche per chi non è un libero professionista.
I mutui e gli acquisti online
Controlli dell’Agenzia delle Entrate anche sui mutui in seguito all’ordinanza n. 4661 del 21 febbraio 2020 della Corte di Cassazione. Gli accertamenti del Fisco per sospetta evasione scattano oltre una certa differenza tra l’importo erogato col mutuo e la somma usata per acquistare la casa. Secondo il parere della Cassazione, infatti, nel momento in cui viene superato un certo limite c’è il presupposto per considerare il fatto come indizio di evasione. L’onere della prova spetta al contribuente, che dovrà presentare documenti che attestino che non c’è stata evasione fiscale. A partire dal 2024 l’Agenzia delle Entrate avrà accesso anche ai dati sugli acquisti online.
Gli strumenti
Gli strumenti utilizzati dall’Agenzia delle Entrate nella scaccia agli evasori sono il redditometro, il risparmiometro, i controlli incrociati tra giacenze e movimenti di conto corrente con i redditi e i patrimoni dichiarati dal contribuente stesso. Niente sfugge allo sguardo attento dell’Agenzia grazie alla mole di dati ed informazioni che il Fisco raccoglie e conserva su ogni tipo di soggetto economico – dalle persone fisiche alle imprese ai lavoratori autonomi – e che gli consentono, in base al tipo di attività esercitate, di “mirare” efficacemente le categorie da mettere sotto la lente, arrivando a individuare i casi specifici che saranno posti sotto controllo e verifica fiscale.
L’algoritmo d’aprile
A partire dal primo aprile dovrebbe entrare in azione anche un sofisticato algoritmo che, sarà in grado di passare al setaccio i conti correnti degli italiani, andando a scovare possibili furbetti. L’algoritmo infatti sarà in grado di scandagliare giacenze sui conti correnti e sui depositi, bonifici in entrata e in uscita, versamenti, insomma qualunque tipo di operazione che abbiamo fatto sul nostro conto corrente. Se l’algoritmo troverà delle incongruenze rispetto a quanto sostenuto nella dichiarazione dei redditi, scatteranno ulteriori controlli del Fisco.