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Eni apre due conti correnti nella Gazprom Bank, uno sarà in rubli. L'Ue: "Viola le sanzioni"

"Aperti in accordo con le istituzioni italiane" e "nel rispetto del quadro sanzionatorio internazionale". Ma la Commissione sarebbe pronta a una procedura di inflazione

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Eni apre due conti correnti nella Gazprom Bank, uno sarà in rubli. L'Ue: 'Viola le sanzioni'

Eni avvia la procedura per l'apertura di due conti correnti presso Gazprom Bank, uno in euro e l'altro in rubli, ma continuerà a pagare il gas russo nella moneta dell'Ue. E questo avverrà "senza accettazione di modifiche unilaterali dei contratti in essere". A dirlo è lo stesso Eni spiegando che "l'apertura dei conti avviene su base temporanea e senza pregiudizio alcuno dei diritti contrattuali della società, che prevedono il soddisfacimento dell'obbligo di pagare a fronte del versamento in euro. Tale espressa riserva accompagnerà anche l'esecuzione dei relativi pagamenti". Nel primo conto verranno versato il prezzo delle forniture, in euro o dollari a seconda dei contratti, mentre il secondo serve per la vconversione in rubli, effettuata da una agenzia terza e fuori da quadro sanzionatorio imposto all'indomani della guerra in Ucraina. Mosca sostiene che questo "non implica alcuna ulteriore difficoltà o perdita" per i clienti.

"Conti aperti in accordo con le istituzioni italiane" 

I due conti correnti denominati K, sono stati aperti in accordo con le le istituzioni italiane e nel rispetto del quadro sanzionatorio internazionale, nel contesto di un confronto in corso con Gazprom Export" a carico della quale sarà, precisa Eni, "ogni eventuale costo o rischio connesso alla diversa modalità esecutiva dei pagamenti". Ma stando a quanto scrive il quotidiano La Repubblica, la mossa del colosso petrolifero italiano violerebbe i limiti imposti dall'Ue all'indomani della guerra in Ucraina. Secondo l'esecutivo europeo, infatti, il famoso "secondo conto" in rubli per pagare le forniture "va al di là di quello che abbiamo detto che è permesso nel quadro degli orientamenti che abbiamo dato agli Stati membri". E' possibile quindi che Eni incorra in una procedura d'inflazione. 

Eni continuerà a pagare in euro il gas alla Russia

"Da un lato, a oggi, Gazprom Export e le autorità federali russe competenti hanno confermato che la fatturazione (giunta a Eni nei giorni scorsi nella valuta contrattualmente corretta) e il relativo versamento da parte di Eni continueranno a essere eseguiti in euro, così come contrattualmente previsto", spiega il gruppo italiano. "Le attività operative di conversione della valuta da euro a rubli - prosegue Eni - saranno svolte da un apposito clearing agent operativo presso la Borsa di Mosca entro 48 ore dall'accredito e senza coinvolgimento della Banca Centrale Russa".

Eni spiega ancora che "nel caso di ritardi o impossibilità tecniche nel completare la conversione nei tempi previsti non ci saranno impatti sulle forniture". 

Per Eni la misura non è incompatibile con il quadro sanzionatorio

Il gruppo energetico italiano osserva che "se la nuova procedura appare quindi neutrale in termini di costi e rischi, non incompatibile con il quadro sanzionatorio in vigore e con adempimento che avviene al momento del trasferimento degli euro, un mancato pagamento esporrebbe Eni sia al rischio di violazione dell'obbligo di dar corso in buona fede a eventuali richieste contrattuali di Gazprom Export imposte alla stessa dalla propria autorità, sia al rischio per Eni di inadempimento dei propri impegni di vendita con i clienti a valle in caso di interruzione delle forniture.

Eni, tuttavia, in assenza di future risposte complete, esaustive e contrattualmente fondate da parte di Gazprom Export - prosegue la nota - avvierà un arbitrato internazionale sulla base della legge svedese (come previsto dai contratti in essere) per dirimere i dubbi rispetto alle modifiche contrattuali richieste dalla nuova procedura di pagamento e alla corretta allocazione di costi e rischi. In ogni caso, Eni ribadisce fermamente che rispetterà qualsiasi eventuale futuro provvedimento normativo che dovesse intervenire a sanzionare il trading del gas o le attuali controparti".

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