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Dl Rilancio, dal superbonus per le seconde case alle norme cig: è pressing a tutto campo per ottenere modifiche

Molte le richieste. I comuni chiedono più soldi, i professionisti vogliono essere trattati come le imprese, ci sono pressioni sulla continuità della Cig Covid e le opposizioni si preparano a dar battaglia in parlamento. Il compito dell’esecutivo e della maggioranza non è semplice

Ignazio Dessìdi I. Dessì   
Decreto rilancio, molte le richieste di modifica (Ansa)
Decreto rilancio, molte le richieste di modifica (Ansa)

La strada per la fruizione del Dl Rilancio - di cui il ministro dell'Economia Gualtieri ha dato oggi conto in audizione - è appena iniziata ma sono già tante le richieste di modifica al provvedimento. In parlamento le opposizioni promettono battaglia prima alla Camera e poi al Senato, ma il fermento arriva da vari settori, anche interni alle forze di governo.

I sindaci, come ha fatto quello di Torino, Chiara Appendino, si aspettano per esempio maggiori stanziamenti per scongiurare il dissesto del tessuto economico e sociale cittadino. Presentano le loro esigenze i piccoli imprenditori e gli artigiani che in certi settori particolarmente colpiti preannunciano le difficoltà a retribuire i dipendenti una volta che la Cassa integrazione in deroga finirà, mentre i professionisti chiedono a gran voce lo stesso trattamento delle imprese. Inoltre, mentre stanno arrivando sui conti correnti di molte partite Iva i soldi dei bonus Inps, molti professionisti sono rimasti per ora esclusi. Niente di strano che, a questo punto, battano cassa.

La Commissione bilancio di Montecitorio è impegnata di conseguenza a raccogliere in questi giorni le richieste degli interessati - dagli artigiani alle imprese e ai sindacati, dai commercianti agli enti locali, dagli agricoltori agli albergatori, dai gestori delle terme o delle attività turistiche alle scuole cattoliche, dal settore degli eventi a quello dell'auto - tuttavia gli esponenti dell’opposizione si lamentano dell’insufficienza del dibattito.

Compito difficile

Il compito che attende l’esecutivo e le forze che lo sostengono insomma non è semplice. Si tratterà di dare ulteriore corpo a un provvedimento che contempla già 266 articoli e mette in ballo 55 miliardi di risorse, e di esaminare le migliaia di emendamenti che si prospettano.

Davanti a questo stato di cose bisognerà fare i conti, inoltre, con le risorse abbastanza contenute. Circa 800 milioni tra le due camere, stando a quanto si dice. Cosa che porta a ritenere inevitabile una necessaria e oculata selezione degli interventi. Da qui la necessità di tentare, probabilmente, una intesa anche con le opposizioni per contenere le richieste di modifica del decreto.

Superbonus per interventi sugli edifici (Ansa)

Ma quali i temi più caldi?

Il superbonus per le seconde case

Uno dei più scottanti è sicuramente quello interno al Superbonus per i lavori di efficientamento energetico o tenuta antisismica degli edifici che riguarda le seconde case unifamiliari, attualmente escluse dai benefici. Inutile dire che, proveniente da più parti, è già partito il coro per chiedere l’inclusione nel superbonus di tutte le abitazioni, ovvero anche delle seconde case.

Le Zone rosse

Un nutrito pressing viene poi effettuato a proposito degli aiuti per le Zone rosse in maniera da rinforzarle senza più previsione di esclusione alcuna. Si starebbe pensando inoltre al potenziamento, o all’estensione, del credito d’imposta (60%) sugli affitti di beni strumentali all’attività di impresa o professionale, e si guarderebbe alla possibilità di migliorare la misura sul taglio di 600 milioni sulle bollette elettriche delle Pmi.

I professionisti 

Un altro fronte molto caldo è ancora quello dei professionisti iscritti agli ordini, riguardo ai contributi. Se è vero che sono previsti per loro altri due mesi del Bonus autonomi, sono invece esclusi, in effetti,  dai contributi a fondo perduto per le Piccole medie imprese fino a 5 milioni di ricavi. Si attende a breve, per questa categoria, un decreto comprendente i criteri di assegnazione del bonus per ripartire le risorse (circa 650 milioni) tra le casse di previdenza.

Il rinnovo della Cig 

Per quanto riguarda la questione del rinnovo della Cig per Covid per ulteriori 9 settimane, va tenuto presente che dovranno essere fruite in due tranche: le prime 5 settimane entro agosto e le altre 4 tra settembre e ottobre. Come ha ribadito anche di recente la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, la disposizione non si applica però ai settori più colpiti dalla crisi da coronavirus, ovvero turismo, spettacolo e sale cinematografiche. Tali settori possono infatti utilizzare gli ammortizzatori sociali senza interruzioni.

La titolare del dicastero ha inoltre ricordato che per chi ha riaperto l’attività ma non è a pieno regime esiste anche la possibilità di fruire del Fondo nuove competenze (istituito all'Anpal con 230 milioni) per rimodulare l'orario di lavoro e destinare quelle ore alla formazione dei dipendenti (finanziata dallo Stato).

Estensione dei settori e del periodo

Si prospetta in ogni caso la necessità di estendere i settori che possono chiedere le 9 settimane continuative. Per esempio riguardo a fiere ed eventi, o a vantaggio del comparto dei servizi educativi per l'infanzia. Ovviamente molto è legato anche al recupero delle risorse da indirizzare a questo fine.

Stando al Sole 24 Ore, tra gli emendamenti dovrebbero esserci anche quelli tesi ad allungare la copertura della Cig Covid ai lavoratori fino a fine dicembre. Due mesi in più dunque rispetto al previsto. Pare che il ministero del Lavoro stia già operando in questa direzione ma, come sempre accade, si è alle prese con lo scoglio del reperimento delle risorse per ottenere il via libera del Mef.

Bonus autonomi

Una nota finale per dire che sono confermati i 600 euro per le partite Iva anche nel mese di maggio. Saranno versati in automatico sui conti corrente di liberi professionisti non iscritti agli ordini, co.co.co. in gestione separata, artigiani, commercianti e coltivatori diretti, stagionali dei settori del turismo e degli stabilimenti termali, lavoratori dello spettacolo e lavoratori agricoli. Per i professionisti che dimostreranno di aver subito perdite pari o superiori al 33% dei propri guadagni, nel periodo marzo-aprile 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019, rimane la possibilità di chiedere il bonus autonomi di 1.000 euro.

Ignazio Dessìdi I. Dessì   
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