Dazi USA, l’Italia mette in campo una task force. Meloni: “Nessuna guerra commerciale, serve proteggere le imprese”
Roma studia le contromisure per sostenere le filiere. L’Ue avvia i primi controdazi dal 15 aprile

Un vertice di un’ora e mezza a Palazzo Chigi, convocato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha dato il via a una riflessione strategica sulle ricadute economiche dei dazi americani e sulle misure per sostenere le imprese italiane. Alla riunione hanno partecipato i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il ministro delle Imprese Adolfo Urso, quello dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e il titolare del Pnrr Tommaso Foti. “È stato ribadito che una ‘guerra commerciale’ non avvantaggerebbe nessuno, né l’Unione Europea né gli Stati Uniti”, si legge nella nota diffusa da Palazzo Chigi al termine dell’incontro.
I ministri hanno presentato alla premier diverse ipotesi per rilanciare la competitività delle aziende italiane e tutelare le filiere produttive più esposte. Le proposte saranno approfondite in un incontro con le categorie economiche già previsto per il giorno successivo. L’obiettivo dichiarato è affrontare la situazione “con determinazione e pragmatismo”, evitando allarmismi che “potrebbero generare danni maggiori degli stessi dazi”.
Bruxelles stringe i tempi: dal 15 aprile scattano i controdazi
L’offerta UE agli USA: dazi zero sui beni industriali
Nel frattempo, a Bruxelles, i 27 ministri del Commercio dell’Ue hanno dato prova di unità politica nella gestione della crisi commerciale. In cima all’agenda, la proposta di eliminare reciprocamente i dazi sui beni industriali: un’offerta avanzata da tempo all’amministrazione statunitense ma rimasta finora senza risposta. “L’Europa è sempre pronta per un buon accordo”, ha dichiarato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. I settori coinvolti includono automotive, farmaceutica, chimica, plastica, gomma e macchinari.
Ma l’Unione Europea non resterà a guardare: è già stato approvato il primo pacchetto di controdazi. Una prima parte scatterà il 15 aprile, mentre una seconda, più corposa, entrerà in vigore il 15 maggio, come confermato dal commissario al Commercio Maros Sefcovic. “Un rinvio è impossibile, seguiremo la procedura legale”, ha chiarito.
Pressione su Washington, unità tra i 27
Germania e Francia guidano la linea dura
Dietro le quinte, la posizione dell’Ue si fa più compatta. Anche se Antonio Tajani ha tentato di posticipare le contromisure, la maggioranza dei Paesi membri ha sostenuto l’approccio proposto dalla Commissione. Il ministro tedesco Robert Habeck ha parlato di “autogol per gli USA” e ha definito “ridicole” le proposte di Elon Musk sui dazi zero, ricordando che “lo deve dire al suo presidente”. Anche la Francia è favorevole a un atteggiamento più deciso: “Non escludiamo risposte aggressive”, ha affermato Laurent Saint-Martin.
Italia e altri Paesi mantengono invece un approccio più prudente. “In questa fase preferiamo negoziare”, ha ribadito Sefcovic. Intanto, la Commissione ha attivato una task force di sorveglianza sulle importazioni per evitare che i dazi statunitensi abbiano effetti distorsivi indiretti sul mercato interno europeo.
Tra diplomazia e deterrenza: verso un nuovo equilibrio
Il TTIP torna sul tavolo, ma la sfida è geopolitica
L’offerta Ue di azzerare i dazi industriali rievoca lo spettro del TTIP, l’accordo transatlantico accantonato nel 2016. Ma oggi il contesto è diverso: la tensione geopolitica, l’elezione imminente negli USA e il nuovo equilibrio post-Covid rendono la sfida ancora più complessa. La compattezza dimostrata dai 27 rappresenta una risorsa, ma anche una scommessa. “A porte chiuse si vede più unità di quando i politici parlano ai propri elettori”, ha osservato Michal Baranowski, in rappresentanza della presidenza polacca.