Cassa Integrazione e congedo: quanto si prende in busta e quanto si perde
Con le nuove disposizioni del decreto Cura Italia è possibile fruire di questi strumenti anche alle piccole imprese. Ma a quanto ammonta la differenza sul cedolino paga. Ci aiuta a capirlo uno studio della Uil.

Abbiamo già parlato della possibilità di utilizzo per le aziende della Cassa Integrazione in questo periodo di emergenza coronavirus. E proprio oggi (giovedì 26) il premier Conte ha comunicato con un post su Facebook che "abbiamo esteso la Cig in deroga all'intero territorio nazionale, a tutti i settori produttivi. Da lunedì 30 marzo i datori di lavoro possono fare domanda e il bonifico arriverà direttamente sull'iban del lavoratore. Ho chiesto al Ministero del Lavoro e all'Inps di mettere in campo uno sforzo straordinario affinché i pagamenti siano attivati entro il 15 aprile e, se possibile, anche prima: voglio che siano dimezzati rispetto alla scadenza fissata".
Ma quanto prende un lavoratore che si trova a godere di tale ammortizzatore sociale?
In linea generale è utile ricordare che la cassa integrazione (sia CIGS, CIGO o in deroga) prevede una indennità pari all’80% della retribuzione.
Cosa succede con le nuove disposizioni?
Stando a quanto evidenziato da uno studio della Uil, l’Unione Italiana del Lavoro, si può parlare di una perdita media rispetto allo stipendio intorno a 376 euro netti.
L’analisi del sindacato considera il reddito annuo lordo medio di un lavoratore dipendente pari a 21.714 euro e il reddito annuo lordo di un lavoratore con partita Iva pari a 22.210 euro.
Gli esperti sindacali hanno calcolato che la differenza tra quello stipendio al netto (1.316 euro) e i 940 euro netti di cassa integrazione equivale appunto a 376 euro netti circa.

Il congedo parentale
L’altra stima riguarda invece la perdita in busta quando si prendono i giorni di congedo parentale straordinario.
Come risaputo, tale congedo, previsto dal Decreto Cura Italia, può essere utilizzato per un massimo di 15 giorni anche non continuativi da uno o entrambi i genitori (alternativamente) per la cura dei figli fino a 12 anni. L’indennità prevista è del 50% della retribuzione.
Va ricordato che possono godere di congedo anche i genitori di figli tra i 12 e i 16 anni, ma in questo caso lo stesso non è retribuito.
Un netto di 942 euro
Prendendo quindi in considerazione gli stipendi medi annui precedentemente citati la Uil evidenzia che col congedo parentale la busta paga si alleggerisce di 412 euro con uno stipendio netto che equivarrà a 904 euro.
Occorre però aggiungere il bonus presenza di 100 euro, che in questo caso ammonta a 38 euro mensili (calcolato sui restanti giorni lavorati in azienda), per cui la retribuzione netta ammonterà complessivamente a 942 euro. Con una differenza rispetto alla retribuzione, di 374 euro. Se però, il congedo venisse preso per l'intero mese, i restanti 15 giorni verrebbero considerati congedo non retribuito. Quindi la decurtazione complessiva sarebbe – in tal caso - pari a 904 euro e lo stipendio di soli 412 euro.