Addio al Libor, il falso tasso dei mutui: scompare un punto di riferimento della finanza mondiale
Dopo 52 anni, una gloriosa carriera e un ignominioso epilogo, giunge al capolinea. Era divenuto un elemento familiare per chiunque si trovasse a chiedere soldi a una banca

Il 31 dicembre 2021 tra le tante cose che se ne sono andate con l’anno vecchio c’è stato anche uno degli ingranaggi che per oltre mezzo secolo ha regolato il funzionamento dell’economia occidentale, delle sue banche e di milioni di loro clienti, mutuatari e debitori: il Libor.
Il capostipite
Nato 52 anni fa, il Libor, acronimo di London Interbank Offered Rate, tasso interbancario di Londra, è stato il capostipite di tutti i tassi base. Per decenni ad esso ha fatto riferimento ogni tipo di transazione finanziaria, che fosse un prestito milionario tra banche o un semplice mutuo concesso per l’acquisto di una casa. Il New York Times calcola che al suo massimo il volume di transazioni riferite al tasso interbancario di Londra sia arrivato a circa 300mila miliardi di dollari. Il Libor è stato a tal punto un cardine della finanza internazionale che è strano pensare che la sua creazione sia stata piuttosto recente e sia avvenuta quasi per caso a opera di un finanziere greco.
Il prestito allo Scià
Siamo nel 1969 e Minos Zombanakis, un banchiere ellenico, sta contrattando un prestito di 80 milioni di dollari richiestogli dallo Scià di Persia, Mohammed Reza Pahlavi. A rallentare la conclusione dell’accordo c’è la spinosa questione di quale tasso d’interesse applicare nei confronti di un sovrano. L’ideale sarebbe un riferimento neutro al quale agganciarsi. Dopo intense riflessioni a Zombanakis viene l’idea: utilizzare il tasso al quale le banche londinesi si prestano fondi l’una all’altra. Essendo quello al quale i maggiori e più rispettati istituti europei si scambiano denaro può essere considerato una misura affidabile delle condizioni applicate sul mercato e in quanto tale accettabile per lo Scià. È la nascita del Libor.
L’uovo di Colombo
Negli anni ’70 l’uso del Libor come tasso di riferimento nelle transazioni finanziarie si diffonde progressivamente fino a quando nel 1986 viene ufficialmente adottato dalla British Bankers Association che ne fa il tasso base per tutte le proprie associate e che esse utilizzano tra di loro e, con il debito sovrappiù, anche con i loro clienti. “Libor+x%” diviene presto un elemento familiare per chiunque si trovi a chiedere soldi a una banca. In breve tempo l’invenzione del magnate greco diviene lo standard di riferimento per la finanza globale. La cosa curiosa è che per quanto l’idea fosse semplice e lo strumento abbastanza basilare fino ad allora nessuno ci aveva pensato. Il classico uovo di Colombo.
Un’idea un po’ troppo semplice, una tentazione troppo grossa
Col tempo, tuttavia, l’idea si dimostra un po’ troppo semplice. Il Libor, infatti, si basa sui tassi dichiarati dalle banche britanniche. Il che vuol dire che tutto dipende dalla veridicità delle loro dichiarazioni. Nessuno controlla che esse corrispondano alla realtà e che i tassi riportati siano quelli effettivamente applicati. Una tentazione troppo grande per i dirigenti delle banche, soprattutto in un decennio come quello degli anni 2000 iniziato con lo scandalo Enron e finito con il crollo di Lehman Borthers e i subprime insalsicciati in ogni tipo di prodotto.
La pietra miliare farlocca
Nel 2008 le autorità di regolazione statunitensi e britanniche cominciano a ricevere segnalazioni sulla falsità dei tassi dichiarati da alcuni istituti che avrebbero così manipolato il Libor a loro favore. Le indagini che ne scaturiscono non solo confermano le segnalazioni, ma fanno emergere un vero e proprio sistema in cui le banche come UBS, Barclays e la Royal Bank of Scotland si scambiano favori e a seconda delle loro convenienze muovono su e giù il Libor e il suo gemello continentale, l’Euribor. Come dichiarato nel 2017 da Randal Quarles, allora vicepresidente della Federal Reserve per la vigilanza sul sistema bancario, il Libor «nel tempo era semplicemente diventato un annuncio arbitrario e a volte interessato del tasso che le banche volevano applicare». Dichiarazione che si sarebbe ben attagliata anche all’Euribor.
La condanna
Lo scandalo è troppo grande, soprattutto dopo un decennio di altri scandali e di salvataggi finanziati dai contribuenti, e nel 2017 il Libor viene ufficialmente condannato a morte con sentenza da eseguirsi il 31 dicembre 2021. Il suo posto viene preso da tassi di riferimento basati sui dati effettivi rilevati nelle transazioni come gli americani SOFR o Ameribor e in parte il riformato Euribor. Più affidabili, ma nessuno popolare come la stella nata mezzo secolo fa dall’intuizione di un banchiere greco.