Violenta due studentesse americane a Trastevere: tassista 34enne incastrato dal video girato da una delle sue vittime
L'aggressione avvenuta lo scorso 14 ottobre a Roma, nei pressi dell’ostello dell'Università John Cabot, in cui studiavano le ragazze.

Un tassista di 34 anni, Antonio Macrì, è finito a Regina Coeli con l'accusa di violenza sessuale nei confronti di due ragazze, due studentesse americane della John Cabot, per un'aggressione avvenuta lo scorso 14 ottobre in viale Trastevere, a Roma, nei pressi dell’ostello dell'Università in cui studiavano le ragazze. Macrì è accusato adesso di violenza sessuale nei confronti di due ragazze di 20 e 21 anni.
Il racconto delle vittime
Le due vittime hanno raccontato ai poliziotti di aver trascorso la serata in un locale di Trastevere. Verso l'una di notte, hanno preso un taxi e fatto rientro presso l'alloggio universitario. Una volta scese dall'autovettura si sono dirette verso gli alloggi ma, lungo il tragitto, una delle ragazze ha accusato un malore forse per l’abuso di alcolici. A questo punto entra in scena il tassista che sceso dalla macchina e fingendo di soccorrerle le ha aggredite.
Il video che inchioda il tassista
Contro di lui oltre alle immagini delle telecamere di vigilanza c’è anche la testimonianza delle vittime. Se ciò non bastasse ad incastrarlo ci sono anche le foto e un video girato da una delle vittime che nonostante lo choc è riuscita a immortalare il 34enne che però non si è fermato. E quando un vigilante della John Cabot è accorso alle grida delle giovani. prima di darsi alla fuga sul suo taxi ha urlato . "Come urlano queste pazze".
L’ordinanza del Gip
Nell'ordinanza di convalida dell'arresto emessa da Gip si legge “Le modalità rivelano un’accurata programmazione, favorita dalla conoscenza dei luoghi derivante dalla professione di tassista svolta. Sussiste il concreto e attuale pericolo che l’indagato possa commettere ulteriori reati della stessa specie”. Sempre per il giudice, il tassista “non ha esitato ad approfittare delle condizioni fisiche delle giovani che avevano evidentemente bevuto, come da entrambe dichiarato e come risulta dalle immagini acquisite, e che dunque con più fatica e meno lucidità avrebbero potuto opporsi all’aggressione”, e “non si è placato con la violenza perpetrata ai danni della prima vittima, ma è proseguita con l’altrettanto grave abuso in danno della seconda, e ciò nonostante la consapevolezza che la prima stesse registrando un video e scattando foto, a dimostrazione di un’assoluta e totale incapacità di controllo da parte dell’indagato dei propri istinti”.