Gli chiede le sigarette, lo uccide a calci e pugni Poi confessa in lacrime: "Ho fumato crack"
I vicini della vittima: "Era una persona gentile". La polizia ha fermato un ventenne italiano che abita al quarto piano di una casa popolare in via Villar, a pochi passi dal luogo del delitto.

Morire per un litigio, per un battibecco, per una sigaretta. Tre omicidi sono stati commessi da un capo all'altro d'Italia la scorsa notte durante discussioni annegate nella violenza e nel sangue. A Torino un passante ha perso la vita per le percosse di un ventenne imbottito di crack. A Siracusa è stato ucciso a coltellate un trentottenne, a Lendinara (Rovigo) un uomo che stava cercando di sedare un alterco.
Il racconto shock tra le lacrime
"Ho ammazzato una persona", ha confessato tra le lacrime in questura Francesco Lo Manto, 20 anni, abitante nel capoluogo piemontese. Il giovane aveva assunto crack e, intorno alle quattro del mattino, si trovava sul balcone che si affaccia su piazza Vittoria, in un quartiere popolare della città. In quel momento stava passando Augusto Bernardi, 56 anni, che abitava poco distante e, come dicono i vicini, era "un signore gentile che salutava sempre". Cosa è successo fra i due non è chiaro. "Mi ha chiesto una sigaretta - sostiene Lo Manto - e allora sono sceso". Quello che è certo è che il giovane, ancora in ciabatte, ha cominciato a colpire con schiaffi e pugni ("avevo un bastone ma non l'ho usato") fino a quando Augusto non si è accasciato al suolo. Francesco è poi risalito nel proprio appartamento. Alla vista della polizia è sceso e si è lasciato caricare sulla volante senza intemperanze. I residenti raccontano che ha anche bussato a un vicino per avere un bicchiere d'acqua, ma non è chiaro se prima o dopo il delitto.