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“La tassa occulta sui sacchetti di plastica”. Legambiente: “Così proteggiamo il mare”. Codacons: “Ennesimo salasso”

Secondo l'associazione dei consumatori “un nuovo balzello si abbatterà sulle famiglie italiane” e i nuovi sacchetti “a pagamento sono una nuova tassa occulta”. La replica: “È fondamentale continuare la lotta all’inquinamento da plastica”

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L’obbligo dei sacchetti biodegradabili anche per alimenti sfusi, come frutta, verdura, carni, pesce, affettati che scatterà oggi 1 gennaio e da qualche giorno fa discutere sui social e provoca le rimostranze dei Codacons, una delle tante associazioni dei consumatori. Consumatori che paiono oggi disorientati, meno convinti della bontà del provvedimento, certificata da un sondaggio dello scorso ottobre in la maggioranza degli intervistati si dichiarava favorevole. 

Secondo i Codacons «un nuovo balzello si abbatterà sulle famiglie italiane» e i nuovi sacchetti «a pagamento sono una nuova tassa occulta a carico dei consumatori». Molti utenti social si sono chiesti se sarà consentito portarsi da casa le buste, in modo da non pagarle, ma - spiegano ancora i Codacons - ciò non sarà consentito: «La legge prevede che i sacchetti leggeri e ultraleggeri, ovvero con spessore della singola parete inferiore a 15 micron, siano biodegradabili e compostabili, con un contenuto minimo di materia prima rinnovabile di almeno il 40%, non possano essere riutilizzabili e debbano essere distribuiti esclusivamente a pagamento».

Questo significa - rileva ancora l’associazione - che ogni volta che si va a fare la spesa al supermercato «occorrerà pagare dai 2 ai 10 centesimi di euro per ogni sacchetto, e sarà obbligatorio utilizzare un sacchetto per ogni genere alimentare, non potendo mischiare prodotti che vanno pesati e che hanno prezzi differenti». 

Forse preoccupata dalla piega che sta prendendo il dibattito, oggi è intervenuta Legambiente, per difendere il provvedimento e ricordarne le ragioni urgenti: «L’innovazione - dichiara Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente - ha un prezzo ed è giusto che si paghi purchè il costo sia equo, intorno a 2-3 euro a busta. È fondamentale continuare la strada iniziata nel 2011 dall’Italia nella lotta all’inquinamento da plastica e per contrastare il marine litter. Una novità che è stata annunciata come l’ennesima stangata a discapito dei consumatori, ma per Legambiente non è corretto parlare di caro-spesa».

«E’ giusto - prosegue Ciafani - prevedere multe salate per i commercianti che non rispettano la vigente normativa. In questi anni gli italiani hanno apprezzato molto il bando dei sacchetti non biodegradabili, siamo sicuri che accoglieranno bene questa importante novità». 

«Occorre affrontare con efficacia il problema dell’usa e getta - prosegue Ciafani - e allo stesso tempo contrastare il problema dei sacchetti illegali, ancora troppo diffusi, e promuovere le filiere delle produzione industriali innovative e rispettose dell’ambiente. Allo stesso tempo auspichiamo che l’Italia continui a seguire, con impegni e azioni concrete, la strada tracciata in questi anni». 

«In Europa, secondo gli ultimi dati diffusi dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente, si stima un consumo annuo di 100 miliardi di sacchetti, e una parte di questi finiscono in mare e sulle coste», ricorda infine Legambiente facendo presente che «in questi anni l’Italia si è dimostrata un esempio virtuoso in Europa per la riduzione dell’uso delle buste di plastica ed è stato il primo Paese europeo ad approvare, nel 2011, la legge contro gli shopper non compostabili». 

Ad oggi, spiega Legambiente, «anche se la misura non è del tutto rispettata, c’è stata una riduzione nell’uso di sacchetti del 55%. Se fosse esteso a tutti i Paesi del Mediterraneo e non solo, i risultati sarebbero molto più rilevanti. Su scala mediterranea, la messa al bando degli shopper non compostabili è attiva in Italia, Francia e Marocco. Altri Paesi hanno introdotto delle tasse fisse (Croazia, Malta, Israele e alcune zone della Spagna, della Grecia e della Turchia). La Tunisia ha messo al bando le buste di plastica non biodegradabili nelle grandi catene di supermercati e Cipro metterà in atto la normativa europea a partire dal 2018».

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