"Roberta era incinta, ci voleva fare una sorpresa ma è morta prima": il dramma dietro la scioccante vendetta di Vasto
La mamma di Di Lello non nasconde lo sgomento e il dolore (suo e di suo marito) per l'episodio che vede coinvolto il figlio, accusato dell'assassinio del ragazzo di 21 anni

Roberta era incinta. “Sì: non l'abbiamo mai confermato, prima d'ora. Erano iniziate le nausee ma volevano farci una sorpresa, la notte in cui è morta stava tornando a casa a preparare il rinfresco per dircelo il giorno dopo". E’ la madre di Fabio Di Lello, marito della donna a raccontarlo in una intervista su Repubblica. La ragazza, come si ricorderà, è stata investita da Italo D'Elisa, ucciso a sua volta da Di Lello a colpi di pistola.
Nell’intervista al quotidiano romano la mamma del giovane di Vasto, ora accusato di omicidio, non nasconde tutto il dolore suo e di suo marito, lo sgomento per l'episodio che vede coinvolto il figlio, assassino del ragazzo di 21 anni.

(Italo D'Elisa e, nell'altra immagine, Fabio Di Lello con Roberta)
"Vorremmo andare al funerale..."
"Vorremmo dire a Italo, scusa di tutto. Eri solo un bambino. Ci dispiace tanto. Arrivare a sto punto, nostro figlio... Non abbiamo il coraggio di andare al funerale. Lo vorremmo, ma forse non sarebbe giusto", dice.
Di Lello era rimasto sconvolto dalla morte della moglie. “Saltava il muro del cimitero per restare con lei anche la notte – raccontano i genitori -. Le mattina entrava prestissimo, con i muratori e spesso ci restava tutto il giorno. [...] Si infuriava per tutto. Pensava solo al cimitero. [...] Per quanto riguarda la pistola, aveva il porto d'armi, ma non sapevamo ne avesse comprata una", dicono su Repubblica.
Poi l’ossessione di Italo che – diceva – “Mi sfotte”. “Lo vedeva passare con una piccola Chevrolet nera guidata dalla sua ragazza. Sosteneva che passavano, rallentavano, lo guardavano e poi ripartivano: [...] Due giorni prima del delitto sono andata dallo specialista, uno dei tre da cui Fabio era in cura. Gli ho detto: mio figlio sta male, sta davvero molto male, ricoveratelo".
Il padre di Italo: "Mi disse vorrei morire io al posto della signora"
"Due cose voglio dire, preghiamo tutti per queste famiglie distrutte e ascoltiamo le parole del parroco che sono sante", ha detto il padre di Italo D'Elisa, Angelo, intervistato nel corso della trasmissione di RaiUno "L'Arena". Il riferimento è alle parole pronunciate ieri da don Antonio Totaro che a Vasto ha celebrato i funerali di Italo, ucciso mercoledì dai colpi esplosi da Fabio Di Lello: "Si fermi questa ondata di odio. Basta con questa violenza. Due vite spezzate. Ha perso la città. Noi abbiamo perso". Angelo D'Elisa ha raccontato in tv di quando il figlio, in ospedale dopo l'incidente del primo luglio scorso, seppe che la donna investita, Roberta Smargiassi, moglie di Di Lello, era morta. "Mi disse: 'papà, vorrei morire io al posto della signora'. Era un ragazzo che si dedicava a tutti, stava nella protezione civile, si dedicava al prossimo. Dopo l'incidente ha avuto bisogno di cure. Era un morto vivente, c'era, ma era come se non ci fosse". "Io ho sempre avuto fiducia nella giustizia" ha continuato il papà di Italo che poi ha aggiunto: "Non ho odio per nessuno, voglio soltanto che preghiamo tutti insieme per queste famiglie distrutte. Non abbiamo rancore. Parole sante quelle del parroco. E ora lasciateci tranquilli"
Convalidato l'arresto di Di Lello
Intanto il gip Caterina Salusti ha convalidato l'arresto di Fabio Di Lello, rinchiuso nel carcere di Vasto con l'accusa di omicidio volontario premeditato per l'uccisione di Italo D'Elisa. Ieri mattina l'interrogatorio di garanzia, con Di Lello che si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Nella casa circondariale di Torre Sinello si alternano a fargli visita gli avvocati difensori, Giovanni Cerella e Pierpaolo Andreoni. Dicono che il panettiere sta male, alterna lunghi silenzi a interminabili momenti di pianto. "Anche questa mattina sono andato. Ancora una volta ci siamo abbracciati - racconta Andreoni - Ha bisogno di calore umano".
Di Lello - accusato di aver ucciso mercoledì 1 febbraio, con tre colpi di pistola, il giovane che nel luglio scorso causò l'incidente stradale nel quale morì sua moglie Roberta - è in isolamento ed è guardato a vista dagli agenti della polizia penitenziaria. Gli sono stati consegnati alcuni libri presi dalla biblioteca del carcere. Uno di questi è "L'uomo che sussurrava ai cavalli", romanzo di Nicholas Evans.