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Pioppi al posto delle discariche: la rivoluzione che ha cambiato il volto della Terra dei fuochi

Un gruppo di ricercatori dell'Università di Napoli ha trovato il modo ecosostenibile per neutralizzare i metalli pesanti presenti nei terreni violati dalla camorra

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Pioppi al posto delle discariche: la rivoluzione che ha cambiato il volto della Terra dei fuochi

In Campania i pioppi prendono il posto delle discariche. Un progetto dell'Università Federico II di Napoli sperimenta l'effetto bonificatore dell'albero dall'alto fusto che, diffuso per lo più nell'emisfero settentrionale del pianeta, è noto anche come "albero del popolo", per via della sua origine etimologica dal latino populus. E nome non poteva essere più azzeccato, visto che l'esperimento mira a bonificare delle aree fortemente compromesse dall'interramento abusivo da parte della camorra di liquami e rifiuti, al fine di restituirle alla gente: al popolo, appunto.

Il bosco oggetto della sperimentazione si trova a Giugliano, in provincia di Napoli. In esso i trafficanti di rifiuti tossici hanno fatto festa: cromo, zinco e cadmio, noto per la capacità di compromettere la salute delle persone anche in concentrazioni minime, sono le sostanze che il pioppo è in grado di neutralizzare. Il progetto è stato avviato nel 2012 per iniziativa di un ricercatore dell'Università partenopea, Massimo Fagnano, il quale grazie a finanziamenti della Commissione europea ha realizzato Ecoremed - questo il nome del progetto - diventato a tutti gli effetti un'efficace tecnica di risanamento ecocompatibile dei terreni inquinati. 

Un progetto innovativo

Con la sua equipe di cento ricercatori, tra cui geologi, medici ingegneri chimici e biologi, ha piantato nei terreni inquinati pioppi ed eucalipti che assorbono i metalli pesanti e li fissano nella corteccia e nel tronco, impedendogli di raggiungere le falde acquifere. Una tecnica, scrive la stampa che riporta la notizia che non fa uso di sostanze chimiche e innesca un processo di economia circolare visto che il legno viene poi utilizzato come biomassa per produrre energia. 

La soluzione trovata da team di ricerca dell'Università di Napoli è importante perché permette agli enti pubblici a cui è demandata la bonifica dei suoli di risparmiare sui costi delle operazioni. Infatti prima si procedeva estraendo dal suolo lo strato superficiale interessato dall'inquinamento e lo si portava in discarica per essere smaltito come rifiuto speciale con costi elevatissimi. Il risparmio è di decine di milioni di euro se si conta il numero di terreni compromessi dall'inquinamento da metalli pesanti.

Ma un'altra novità è quella che riguarda la diagnosi dei terreni. Dei 50 mila ettari della Terra dei fuochi ne sono stati interdetti solo 33, un numero davvero bassissimo. Ma c'è anche il risvolto di carattere sociale: le scolaresche si recano presso i siti bonificati per apprendere sul campo cosa significhi la legalità, laddove i terreni usati dalla criminalità organizzata per smaltire rifiuti tornano puliti nelle mani della società civile. Il progetto Ecoremed deve diventare un esempio per tutta l'Italia. 

 

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